L’inferno è lastricato di fiocchi di neve
C’è un momento nel quale ti fermi a guardare i fiocchi bianchi che scendono dall’alto, sono le due di notte e c’è tutto questo sfavillio tranquillo della neve e della luce dei lampioni e delle residue luminarie natalizie, c’è silenzio perché i suoni si attutiscono, e sembra tutto umano e vivibile. Poi ritorni in te stesso, e sai che tra poche ore, quando le catene da neve che hai montato ieri sera ti permetteranno di scalare la rampa e ti faranno entrare nel toboga di rotonde ghiacciate, marciapiedi impraticabili e cavalcavia sdrucciolevoli, ecco, tra poche ore sarà l’inferno, bianco e freddo come negli incubi peggiori.
					
					
						
					
						
					
						
					
						
					
					        	
					
						
					
		            	
											
											
											
January 7th, 2009 at 14:27
…e con questo hai (ri)scoperto la ricetta per non godersi mai la vita: pensare alle conseguenze dei piaceri.
January 7th, 2009 at 15:15
un attimo prima era inverno e poi subito dopo è l’inferno. è un refuso, vero?
January 7th, 2009 at 15:26
Però c’è da dire che ieri pomeriggio passare in macchina per QT8 era davvero magico. Avrei voluto avere un figlio per giocarci insieme in mezzo alla neve.
January 7th, 2009 at 15:49
Piero, meglio ancora verso il Gallaratese e il Parco di Trenno, assicuro. Peccato che avessi la febbre – ehm.
January 7th, 2009 at 15:53
Non posso far altro che “Brrrr…..”
January 7th, 2009 at 15:56
Al Gallaratese ci vivo, anche se all’inizio (Uruguay) e tra l’altro questo è il mio primo inverno milanese e mi ritrovo all’epifania una città ricoperta d’ovatta. Il prossimo che mi viene a dire che Milano è brutta lo stendo.
January 7th, 2009 at 16:00
catene? suvvia, ci sono le gomme da neve eh 🙂
January 7th, 2009 at 16:48
Piero, io al Gallaratese sono nato e cresciuto e ci ho abitato per una trentina d’anni. Poi, una botta di vita, e mi sono spostato di un chilometro, tra San Leonardo e Molino Dorino. Ne parlavo oggi con un’amica, dicendole che probabilmente nella Milano che parte da Piazzale Lotto e va verso il centro non abiterei mai, ma da qui non ho intenzione di muovermi (son pigro, va detto).
January 7th, 2009 at 18:52
E ti godrai ancora di più il piacere di quella visione notturna e silenziosa. Gli incubi servono a quello, a farci godere di più i sogni
January 7th, 2009 at 19:17
pura poesia, Sir 🙂
January 7th, 2009 at 19:54
A me dispiace togliere poesia alla situazione, ma riporto qui quanto scritto di là: “Dopo essere rimasto venti minuti fermo sul cavalcavia di Terrazzano causa vettura guidata da uomini di provenienza equatoriale, chiaramente non adusi al Bianco Natal con annessi e connessi, bloccata nel vano tentativo di valicare il cavalcavia medesimo e nell’ancor più vano tentativo degli occupanti di montare le catene (sul nevischio, in pendenza e in diagonale), ottimismo [e, aggiungo ora, poesia] non è parola contemplata dal mio già limitato vocabolario.
January 7th, 2009 at 23:20
Un “canto della neve silenziosa” al contrario.