Il venerdì del villaggio
Il venerdì sera è il momento che preferisco di tutto il week-end. E’ quando hai appena finito le tue sessanta ore di lavoro settimanali e riesci, per qualche ora, ad avere la testa completamente sgombra da pensieri – ti godi il divano, la birra ghiacciata, le chiacchiere casalinghe e non hai a che fare con quella seconda occupazione che per noi occidentali presuntamente evoluti è diventata il dare senso al sabato e alla domenica. Quando spegni la luce, non importa cos’hai fatto prima – sei uscito a cena, hai guardato un film, qualsiasi cosa – c’è un secondo nel quale ti annulli completamente e sei in pace con tutto e tutti. Dura un secondo, appunto, e poi ti addormenti come forse fanno i bambini – è una cosa che tu non ricordi più, ma non importa.
					
					
						
					
						
					
						
					
						
					
					        	
					
						
					
		            	
											
											
											
January 10th, 2009 at 15:46
God save friday nights!
January 10th, 2009 at 19:56
It’s friday I’m in love!
January 11th, 2009 at 08:23
“Godi, fanciullo mio; stato soave, stagion lieta è cotesta.”
January 12th, 2009 at 01:02
Dopo 21 anni di sabato non lavorativo mi sono chiesto come facevo a resistere al liceo, quando davanti al venerdi sera c’erano 5 ore di scuola e il resto del weekend veniva mozzato da compiti a casa e ore di pianoforte.
Per il semplice aspetto di bioritmo mi sento molto più sano di mente di allora. Per il resto possiamo discutere.
January 15th, 2009 at 17:24
Nessun venerdì del villaggio, per quanto mi riguarda.
Il giorno dopo, Sabato, mi ritrovo con un’ora di chimica e DUE di matematica (ragion per cui spesso si sfruttano per una qualche verifica). Quindi il giorno prima, ovvero il venerdì, specialmente sera, lo passo terrorizzato a pensare al domani. Altro che a rilassarmi.
Meglio il classico sabato del villaggio, per me.
April 2nd, 2010 at 20:58
Assieme a questo, ce ne sono altri 51, di venerdì santi.