Il lettore
Sono quasi le undici di sera quando alla fermata di Loreto salgo sul vagone della linea rossa in direzione Rho-Fiera. Mi siedo, con gli occhi appannati da troppe ore passate davanti al terminale di un computer telefonando a gente che non ha i soldi per pagare le rate della macchina. C’è poca gente, tre nordafricani silenziosi, un paio di uomini in giacca e cravatta che si riguardano gli appunti della giornata, due adolescenti che si baciano. E il lettore. E’ seduto proprio di fronte a me. Non saprei attribuirgli un’età, forse cinquantacinque, forse sessant’anni. Veste un completo a quadri stazzonato, un vecchio Principe di Galles che ha conosciuto tempi migliori, quando forse anche il suo padrone era migliore di ciò che mostra essere oggi. Le scarpe non sono sporche, ma sembrano vinte dal disinteresse, sformate fin dal momento in cui sono state comprate su una bancarella di un ambulante in un sabato di febbraio di chissà quanto tempo fa. La camicia e la cravatta lo fanno sembrare il fratello grasso del Tenente Colombo, i capelli unti, radi e riportati da un lato all’altro della testa mi ricordano un telecronista di quando ero bambino – o un personaggio da sottobosco criminale di un telefilm americano di serie B. Legge un giornale porno, appoggiato sulla gamba destra accavallata sopra quella sinistra. Lo guarda con attenzione meticolosa, con attenta lentezza, come se non gli servisse per eccitarsi o per divertirsi con i testi surreali pagati tre euro a cartella. Osserva un pompino a pagina intera, sfoglia e studia il più classico degli stalloni neri che fa gridare la più classica delle ragazzine di buona famiglia, passa alle due amiche che si fanno montare dai meccanici di un’officina, senza mai cambiare l’espressione del viso, senza muovere un sopracciglio, senza dare un segno di vita. Non si cura di chi gli sta intorno, indifferente a quella sua silenziosa violazione delle norme non scritte della buona educazione – se vuoi vedere due che scopano fallo a casa tua, dove non ti vede nessuno, non qui, una leccata a Cordusio, una doppia penetrazione a Cairoli, una sodomia a Cadorna, in mezzo a gente come te. Alla fermata di Lotto richiude la rivista con un gesto tranquillo, quasi burocratico, come se fosse in ufficio e avesse terminato una pratica. Prende una di quelle borsette di tela, finta ventiquattrore regalata da chissà quale azienda farmaceutica a chissà quale congresso in chissà quale anno, una di quelle nere con i bordi di un verde improbabile e sporco, la apre, vi ripone la sua lettura, si alza in tutti i suoi centosessantatre grassi centimetri ed esce. Mi chiedo fugacemente se il lettore non sia il più onesto tra tutti noi, poi conto le fermate che mi mancano per arrivare a casa, per provare a dormire.
January 25th, 2009 at 18:23
Non so se sia vera o meno questa storia. E’ comunque emblematica. Mi ricorda un’avventura di qualche anno fa (questa verissima). Su un treno, di ritorno da Milano, sale e si siede vicino a me un vecchietto in compagnia della moglie, anche lei sulla 70ina.
Con una noncuranza tale da farmi sentire dentro un film tira fuori la sua rivista pornografica di genere “mature” e comincia a sfogliarla. Io e un altro ragazzo ci guardiamo, con lo sguardo tra l’allibito e il divertito. La moglie pare accorgersi del nostro sguardo di intesa e con una leggera gomitata fa capire al marito che deve metter via la sua lettura.
Una scena che non dimenticherò mai, finché campo 😉
January 25th, 2009 at 22:38
peccato salire a rovereto verso sesto….quanti me ne perdo di questi personaggi?
January 26th, 2009 at 16:01
Cesare Castellotti?
January 26th, 2009 at 18:52
Franco Strippoli.