Fuori tempo
La mattina di un giorno feriale di una famiglia media italiana – almeno di quella “tipo Mulino Bianco”: madre, padre e uno o due figli – è un gioco ad incastri, nel quale tutti hanno i minuti contati anche per l’ozio. Una cosa tipo Chaplin in “Tempi moderni”, solo un po’ più lenta, ma nemmeno di tanto. Il microcosmo familiare crea un suo proprio equilibrio, efficace e fragilissimo, basato sul rigoroso rispetto del proprio ruolo da parte di ciascun membro – quello che si sveglia per primo, quello che non esce mai dal bagno, quello che fa cadere la tazza del latte: se uno sgarra, tutto va a rotoli.
Ora, per motivi qui irrilevanti, durante le ultime due settimane mi è capitato spesso di sgarrare: uscite ritardate, lavoro casalingo, cose così. E insomma, sono diventato il granello di sabbia che fa saltare l’ingranaggio. Mia moglie e mia figlia vanno spedite, non perdono un colpo: io, che di solito esco di casa quando la Persona Corta sta ancora dormendo e l’Azionista di Maggioranza inizia a sbrigare le sue faccende, mi rendo conto dell’esistenza di una vita a me prima ignota, fatta di gesti e movimenti codificati che capisco sempre un attimo dopo, nel malcelato disappunto della componente femminile della famiglia: vado contromano in corridoio, metto via una ciotola che invece serviva, apro le ante dell’armadio impedendo il passaggio a mia moglie, e così via. Quando posso, vado a sedermi sulla poltrona dello studio e le guardo, e sembrano Fred Astaire e Ginger Rogers (anche quando una grida all’altra di muoversi, e l’altra risponde all’una che ha già fatto, e in effetti sembrano anche Lemmon e Matthau, a ben vedere); loro vanno a tempo di swing, e non sbagliano un passo. Io accenno un minuetto, e le faccio inciampare.
March 27th, 2009 at 16:15
Da quando mio padre è in pensione mia madre si è trovata un lavoro fuori casa (è una battuta, ma non del tutto)
March 27th, 2009 at 16:23
Immagino bene. Vedo mio padre e mio suocero, stanno fuori casa più di quanto non facessero quando lavoravano (beh, quasi, che il mi’ babbo quando faceva ordine pubblico nel ’68 la casa la vedeva con il binocolo), e tutti – mariti e mogli – son contenti. Noi in casa non ci sappiamo stare, se non sul divano.
March 27th, 2009 at 17:11
A casa mia più che Ginger e Fred e Gene Kelly sembrano una banda di matti fuori tempo. Però son belli lo stesso, da guardare
March 27th, 2009 at 18:10
Bellissima resa di quadretti in movimento, ma son certo che quelle danzatrici uno sguardo sghimbescio di nascosto ad assicurarsi compiaciute che il pubblico le stia osservando lo lanciano.