Greetings from San Francisco – La bandiera
Mentre cammino tornando verso l’albergo, incrocio un mezzo dei pompieri – e adesso che ci faccio caso, ce ne sono in giro tantissimi, e mi chiedo perché – e questo camion è fermo a un semaforo, e c’è una bell’aria tesa che fa garrire una bandiera innestata nell’angolo posteriore sinistro, ed è una bandiera dei San Francisco Giants, la squadra di baseball della città che ieri sera ha vinto in trasferta il primo turno dei playoff MLB. In quel momento mi arriva una mail da un amico, e guarda i casi della vita, quella mail mi parla di baseball, del ritiro del manager degli Atlanta Braves – l’ho visto ieri sera, che alla fine della conferenza stampa aveva le lacrime agli occhi e si tirava giù la visiera per non mostrarle alle telecamere – e chiude con questa frase: “È un bel momento per esser lì”.
E allora rispondo subito, ché le coincidenze bisogna sfruttarle, e gli dico che sì “lo è. I cable car, e i mezzi dei pompieri, e l’entrata principale del municipio – dappertutto la bandiera dei Giants. I tifosi dei 49ers che seguono in diretta il finale della partita che li porta 2-1 ed esultano. Cose così” e mentre scrivo penso a quella partita di football che ho visto domenica mattina nello stadio dentro al Golden Gate Park, erano ragazzini di nove o dieci anni, e c’erano le famiglie e le piccole cheerleader, nere e bellissime, anche quelle cicciotte, anche l’unica bianca, e niente, è che qui lo sport sembra sempre un’altra cosa, e niente, è che è davvero un bel momento per essere qui.