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    07/01/2009

    L’inferno è lastricato di fiocchi di neve

    Filed under: — JE6 @ 13:35

    C’è un momento nel quale ti fermi a guardare i fiocchi bianchi che scendono dall’alto, sono le due di notte e c’è tutto questo sfavillio tranquillo della neve e della luce dei lampioni e delle residue luminarie natalizie, c’è silenzio perché i suoni si attutiscono, e sembra tutto umano e vivibile. Poi ritorni in te stesso, e sai che tra poche ore, quando le catene da neve che hai montato ieri sera ti permetteranno di scalare la rampa e ti faranno entrare nel toboga di rotonde ghiacciate, marciapiedi impraticabili e cavalcavia sdrucciolevoli, ecco, tra poche ore sarà l’inferno, bianco e freddo come negli incubi peggiori.

    12 Responses to “L’inferno è lastricato di fiocchi di neve”

    1. Roberto Orsini Says:

      …e con questo hai (ri)scoperto la ricetta per non godersi mai la vita: pensare alle conseguenze dei piaceri.

    2. cristina Says:

      un attimo prima era inverno e poi subito dopo è l’inferno. è un refuso, vero?

    3. piero Says:

      Però c’è da dire che ieri pomeriggio passare in macchina per QT8 era davvero magico. Avrei voluto avere un figlio per giocarci insieme in mezzo alla neve.

    4. Sir Squonk Says:

      Piero, meglio ancora verso il Gallaratese e il Parco di Trenno, assicuro. Peccato che avessi la febbre – ehm.

    5. stefigno Says:

      Non posso far altro che “Brrrr…..”

    6. piero Says:

      Al Gallaratese ci vivo, anche se all’inizio (Uruguay) e tra l’altro questo è il mio primo inverno milanese e mi ritrovo all’epifania una città ricoperta d’ovatta. Il prossimo che mi viene a dire che Milano è brutta lo stendo.

    7. gluca Says:

      catene? suvvia, ci sono le gomme da neve eh 🙂

    8. Sir Squonk Says:

      Piero, io al Gallaratese sono nato e cresciuto e ci ho abitato per una trentina d’anni. Poi, una botta di vita, e mi sono spostato di un chilometro, tra San Leonardo e Molino Dorino. Ne parlavo oggi con un’amica, dicendole che probabilmente nella Milano che parte da Piazzale Lotto e va verso il centro non abiterei mai, ma da qui non ho intenzione di muovermi (son pigro, va detto).

    9. fatacarabina Says:

      E ti godrai ancora di più il piacere di quella visione notturna e silenziosa. Gli incubi servono a quello, a farci godere di più i sogni

    10. Massimo Moruzzi Says:

      pura poesia, Sir 🙂

    11. Sir Squonk Says:

      A me dispiace togliere poesia alla situazione, ma riporto qui quanto scritto di : “Dopo essere rimasto venti minuti fermo sul cavalcavia di Terrazzano causa vettura guidata da uomini di provenienza equatoriale, chiaramente non adusi al Bianco Natal con annessi e connessi, bloccata nel vano tentativo di valicare il cavalcavia medesimo e nell’ancor più vano tentativo degli occupanti di montare le catene (sul nevischio, in pendenza e in diagonale), ottimismo [e, aggiungo ora, poesia] non è parola contemplata dal mio già limitato vocabolario.

    12. john Says:

      Un “canto della neve silenziosa” al contrario.

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