Seconda stella a destra (ma poi continua, eh)
Disclaimer: l’autore è un amico, ed è pure uno con il quale puoi trovarti una sera a Parigi e prendere la metro e camminare e sederti su una panchina davanti alla fermata dell’Hotel de Ville finendo per sembrare i due vecchietti dei Muppets, e insomma sì, forse qui si è un po’ di parte, ma anche no.
C’è questo libro che si chiama Seconda stella a destra, ed è un libro che sembra raccontare la vita di qualche decina di astronomi famosi, ma in effetti è un libro sulla curiosità, sulla testardaggine, sulla fortuna che aiuta gli audaci, sul tenere gli occhi aperti, sulla fantasia, sulla capacità di immaginare l’impossibile e poi di vederlo quando si realizza, sull’immensamente grande e sull’immensamente piccolo, sulla tenacia, sulla discriminazione dei sessi, sul talento e su molte altre cose ancora. C’è questo libro che si legge d’un fiato, e poi ti viene voglia di leggere ancora, di leggere altro, adesso cos’è questa storia del tempo che si piega, c’è questo libro che bisognerebbe tenere a mente perché è vero che le storie sono già pronte ma poi bisogna anche saperle raccontare, c’è questo libro che bisognerebbe rileggere quando si pensa di essere afflitti da un lavoro sempre uguale a se stesso perché magari hai sotto gli occhi qualcosa di davvero nuovo e inaspettato camuffato da implacabile pulsazione ripetuta ogni tre secondi, c’è questo libro che una bambina di nemmeno dieci anni ne legge la quarta di copertina e ti dice “mi sa che mi piace, sai, me lo presti” – che è quel che io chiamo un successo, e una cosa bella.