Stavo leggendo un libro di Paolo Rumiz, poco prima che sul pullman che ci stava portando a Gare du Midi spegnessero la luce. Un pezzo nel quale Rumiz parla della bellezza della lentezza nel viaggio, che serve per gustare, vedere, capire.
Ha ragione Rumiz, certo. Ma la lentezza ha bisogno di luoghi da assaporare; e mi chiedo se in Italia (quella che conosco io, quella che gravita in cento chilometri quadrati intorno a Miano) esistono ancora.
Alla fine decido che sì, maledizione, deve essere così. Ci deve essere vita anche a Trezzo sull’Adda; me lo dico entrando a Bruxelles, ma, in fondo, senza crederci davvero.