Ho il tempo di fermarmi giusto per sgranchire le gambe, mangiare qualcosa, sopravvivere al vento che porta sottozero la temperatura percepita ed entrare nella Ulmer Muenster, la chiesa che è il simbolo di questa città insieme all’università. Magnifica, come la gran parte delle chiese gotiche, ma con la inquietante particolarità delle decine di targhe dedicate a battaglioni di granatieri e reggimenti di fanteria, ai kamaraden 1939-1945 che forse avevano da queste parti qualche santo protettore. Inquietante perchè – ah, la forza del passato, dei luoghi comuni, delle paure ancestrali, di “Supereroica” – faccio sempre fatica a realizzare che i soldati tedeschi non erano tutti SS, e perchè continuo ad avere della chiese un’immagine e un’idea piuttosto lontana da quella di bombe e mitragliatori e decimazioni e razzie. Poi, certo: le crociate, il Feroce Saladino, Donald Rumsfeld.