Trattino
Il fatto che parlamentari, sottosegretari e persino (forse) ministri scendano in piazza per protestare contro le misure prese dal governo che appoggiano e del quale sono addirittura membri, beh, è palesemente insensato: immaginate di voler comprare mezzo chilo di pane, andare dal panettiere e trovare in vetrina il cartello “Michette, pane all’olio, Altamura, francesini, biovette: qui trovate tutto, e fa tutto schifo”: ecco, ci siamo capiti.
Peraltro, siamo arrivati al punto in cui non ci si stupisce più delle insensatezze. Questo in carica, come quello precedente, e quello prima, e quello prima ancora, non è un governo, ma un puzzle di microgoverni a posizionamento e dimensionamento variabile. “Il potere sono loro“, scrive Ivan Scalfarotto riferendosi a Paolo Cento e compagnia sfilante. Errore: i poteri sono loro, un potere per ogni soggetto che sta insieme ad un altro e ad un altro e ad un altro per mezzo del trattino magnificato da Cossiga: ve lo ricordate il centro, trattino, sinistra? Cento non va a sfilare contro se stesso, ma contro chi si trova in prossimità del trattino che delimita il suo feudo. E’ un paraculo, mica un masochista.
Ivan Scalfarotto (via Wittgenstein)