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    06/04/2008

    Uno di noi

    Filed under: — JE6 @ 21:14

    Credo anch’io che il – suo malgrado – famoso Luca Luciani, ottimamente pagato manager di Telecom, sia – sempre suo malgrado uno specchio dei tempi; ma non più di quanto non lo sia il sottoscritto e ciascuno dei suoi venticinque lettori. Questo non mi porta a enunciare ancora una volta l’immortale scemenza secondo la quale il mal comune è un mezzo gaudio, ma semplicemente a puntare il dito sul fatto che una quantità imbarazzante di coloro che oggi sbertucciano Luciani potrebbe essere vittima di quel gigantesco, potentissimo e incontrollabile amplificatore che è Internet. Se venisse pubblicato anche solo un centesimo delle sciatte porcate che ogni giorno intasano le nostre mailbox in entrata ed in uscita, se venisse sbobinato anche solo un miliardesimo delle rozze telefonate, personali e di lavoro, che ogni giorno occupano banda stretta e larga, beh, Luciani dovrebbe essere eletto per acclamazione Presidente dell’Accademia della Crusca. Così non è, e per fortuna non sarà. Ma noi, umoristi e umoralisti facili all’aggrottamento del sopracciglio e alla battuta caustica, reginetti delle parole crociate per solutori più che abili, faremmo meglio a chiederci se siamo davvero tanto più bravi e meritevoli di Luciani: che magari, a parità di ignoranza, lui è solo più bravo a fare il suo lavoro – e scusate se è poco.
    Mantellini

    40 Responses to “Uno di noi”

    1. Carlo Says:

      Pensavo più o meno la stessa cosa. Anzi, avevo pensato anche qualche cattiveria ma transeat.

    2. Massimo Says:

      Mi hai fatto sentire un pezzo di merda. Però secondo me, tu (io, no, è certo) non metti la ganascia come la mette il Luciani. Dopodiche, vaffa a tutti gli invidiosi

    3. miic Says:

      Ma infatti io quando ho visto il video per la prima volta ho pensato che la cosa di Waterloo fosse solo un dettaglio. Tu invece mi stai dicendo che lui fa bene il suo lavoro, anche quello di “motivatore”: che le metafore belliche e calcistiche, i discorsi da predicatore evangelico sull’orrore per il dubbio, gli arrendersi mai alla Simona Ventura, sono quanto di meglio può esibire un manager per far lavorare i suoi sottoposti. Sarò ingenuo e lontano dal mondo aziendale, ma a me è quella roba che sembra datata e ridicola. Se avesse azzeccato Austerlitz, mi avrebbe fatto ridere lo stesso.

    4. AdRiX Says:

      Macché specchio dei tempi. I cialtroni sono sempre esistiti, questa è la modernissima e italianissima varietà water-loo, e chi vò capì capisce. E non si confonda, come qui accade, il linguaggio vernacolare che si usa tutti noi colloquialmente col linguaggio appropriato per una situazione come quella.

    5. baldo Says:

      un momento: se dico una baggianata in una telefonata ok, ma se toppo (e di brutto) in pubblico è grave. Se sbaglio davanti a un cliente il mio capo giustamente si incazza perchè non ero preparato, se un giorno dovrò parlare davanti a una platea come quella di Luciani studio anche di notte… è il minimo, anche per rispetto a chi mi ascolta. Detto questo non so come faccia il suo lavoro e non mi interessa (a parte il fatto che la sua ADSL fa pena e sto per cambiarla). Ma il fatto estrapolato dal contesto è divertente:), punto.

    6. marco Says:

      Lasciamo stare la topica su Waterloo, non e’ quello che conta, ma uno di noi una bella cippa.
      Questo ha dato una dimostrazione da manuale di quanto si puo’ essere sboroni, arroganti e presuntuosi in un’occasione pubblica, in cui parlava pensando a quel che diceva (e se non pensava tanto peggio per lui).
      Deo gratias il mondo e’ pieno di persone diverse da questo qui.

    7. b.georg Says:

      non per niente l’economia del nostro paese fa piuttosto ridere. o almeno, pare che non se la passi bene. la comicità involontaria è spesso la cifra del grottesco in cui ognuno di noi è tenuto professionalmente a operare. poi, ecco, diciamo che c’è chi è personalmente portato al ridicolo e ci si trova meglio, e chi deve ogni giorno abbozzare, cercando di salvare la pellaccia e di fare una figura almeno dignitosa e di farla fare alla sua azienda. c’è chi è più colpevole e chi meno, chi ci guadagna e chi no. chi è addirittura un monumento a un paese ridicolo che distribuisce i dividendi da nababbi di aziende che vivono sulla rendita a incapaci che in paese emergenti non sarebbero nemmeno assunti, e chi porta a casa la pagnotta e sciao. c’è insomma chi è bravo non tanto nel suo lavoro, ma a “posizionarsi” negli organigrammi, e chi è più portato a lamentarsi. forse, senza offesa, per amore del commento “normale” lei sir rischia l’anticonformismo di maniera. io trovo sia più utile sottolineare con una certa gaiezza il ridicolo, almeno come esorcismo.

    8. b.georg Says:

      sir, il suo famelico antispam si mangia i commenti

    9. Camillo Says:

      Waterloo al posto di Austerlitz potrebbe essere un dettaglio, un lapsus. Vero. Anzi, certamente lo è. Ma lei, parlando in pubblico in una situazione del genere, avrebbe definito Napoleone “Fatto, cotto” ? Si sarebbe presentato con “Perché ho la faccia incazzata” ? Io non credo. Forse avendo un incontro privato, di quelli che si chiamano (appunto) “informali”, ma non in quel contesto.

    10. Squonk Says:

      Cercherò di chiarire un po’ meglio: io non so se Luciani sia o meno bravo nel suo lavoro. Infatti, scrivo “magari”, e cercando di non dimenticare che in organizzazioni complesse (e immagino che Telecom lo sia), la qualità del lavoro di una persona dipende enormemente da cento altri fattori che con quella persona, quella preparazione, quella cultura non hanno minimamente a che fare.
      Detto questo, vedo gente e faccio cose come tutti voi: e la mia impressione è che Luciani sia davvero uno di noi. Parlo di un clima generale, che ognuno di noi – a modo suo – contribuisce a creare, in piccola o grande misura. Io non motivo le persone che lavorano con-e-per me nel modo che usa Luciani: ma conoscendo un po’ qualcuno di questi carrozzoni, ho il sospetto che quel modo non sia sempre e comunque scorretto (cioè: noi vediamo lui, ma non vediamo chi lo sta ascoltando. Ecco).
      Non voglio difendere l’indifendibile, sia chiaro. Ma alzi la mano chi si è stupito di sentire Luciani: quanti Luciani conoscete, quanti Luciani conosciamo? E davvero non siamo anche noi Luciani, almeno un po’?

    11. massimo Says:

      io no.

    12. b.georg Says:

      mah, secondo me la cosa faceva ridere, impossibile negarlo. Ed era così comica da risultare un paradigma, un tipo umano da commedia dell’arte.
      Tutti noi ogni tanto facciamo ridere, ok. E gli aggrottamenti di sopracciglio sono spesso un comodo escamotage analogo al capro espiatorio, ok. Per coerenza allora dovremmo evitare anche di aggrottare il sopracciglio sugli aggrottamenti di sopracciglio. Evitiamo proprio i sopraccigli, dunque, e i moralismi, stiamo ai fatti, usciamo dalla figura letteraria.

      Io di “Luciani” ne ho conosciuto qualcuno, e senza pretesa di universalità, ma del tutto imo, quelli che ho visto non sono un bene per le aziende in cui operano. Mi pare peraltro che uno dei problemi sia che a volte le aziende, specie di certi campi – campi in cui per natura si naviga un po’ nella fuffa – non hanno questa stessa percezione, anzi, tendono ad assumerli copiosamente. Per cui non è strano che, dovendo rivolgersi a una platea di Luciani, si scelga un Luciani, se tutti quanti sono poi sono stati assunti da un altro Luciani. Ciò detto, alla fine qualcuno dovrà pur pagarne lo scotto.
      Se si ritiene normale che nel motivare un gruppo di manager presumo laureati di un’azienda leader in un settore ad alto tasso di innovazione e conoscenza venga usato un discorso sgangherato (anche sorvolando sulla comicità surreale del lessico o sugli svarioni) più adatto a motivare ragazzini di terza media alla finale del torneo scolastico, e neanche, e se questo è il criterio generale con cui l’azienda è gestita (cosa che non so, ma che posso temere) io poi non mi stupisco che quell’azienda non sia esattamente un mostro nella competizione internazionale.

      Mi conforta il fatto che invece no, non è così: Luciani non sa fare quello che fa e la prova sta nel fatto che i primi ad accorgersene sono coloro che devono subirlo: se la prima cosa che fai dopo aver ascoltato un discorso motivazionale non è alzarti come un sol uomo e spaccare il mondo, ma correre a mettere il video su youtube, vuol dire che per la tua azienda c’è speranza, dopotutto.

    13. robba Says:

      Ai venticinque lettori la prego di sottrarre anche me che nel mio lavoro non ho fatto alcuna carriera anche perché, a torto o a ragione, ho sempre rifiutato di salire sul detto carrozzone.

    14. AdRiX Says:

      No, non sono un Luciani. E professionalmente non ne ho conosciuto uno che sia uno. Vivo in una realtà strana, essendo in Italia, me ne rendo conto.

    15. camillo Says:

      No, non sono “un Luciani”. Neanche un pò. Ne ho conosciuto qualcuno e non mi sono mai piaciuti. Qualcuno ancora percepisce la differenza tra una persona autorevole ed una persona autoritaria, tra chi ha bisogno di alzare la voce (o i toni) per rendere più efficace un concetto e chi riesce a comunicare “direttamente”. Concordo sul fatto che sia bravo o meno nel suo posto è cosa (tutto sommato) irrilevante.

    16. Gianluca Says:

      non sono luciani, lo conferma il fatto che guadagno una infinitesima parte di quello che guadagna lui 🙂
      io in quel modo non parlo e non penso, perche’ non ci riesco proprio, anceh se volessi. mi hanno fatto fare anceh dei corsi all’uopo, ma dopo un giorno tornavo io (per fortuna).

    17. Squonk Says:

      “non è strano che, dovendo rivolgersi a una platea di Luciani, si scelga un Luciani, se tutti quanti sono poi sono stati assunti da un altro Luciani.” Ecco, questo è quanto. A me dà un po’ fastidio prendere per il culo Luciani (nel modo in cui è stato fatto) solo perchè questo ha la sfiga che qualche fesso – probabilmente non migliore di lui – va alla convention con l’idea di postare su YouTube una cosa che è tutto sommato “privata”, nel senso ampio che si deve dare al termine nell’occasione in questione.

    18. ilTotaro Says:

      C’è una bella differenza, però, tra le nostre mail o le telefonate quotidiane e un discorso preparato e, si presume, controllato. Un conto è dire cazzate o fare errori parlando tra amici, in un contesto informale e rilassato. Ma la professionalità richiesta nel lavoro, soprattutto quel tipo di lavoro, dovrebbe essere a 360 gradi, senza sbavature. Molto più importante delle nostre infinite cazzate quotidiane.

    19. Carlo M Says:

      squonk, spesso sono d’accordo con te, ma questa volta no.
      mi dispiace, ma sostenere che in fondo “luciani è uno di noi” è giustificazionismo. sì è vero, ci sono in giro molti “luciani”, ma c’è anche tanta gente che parla, pensa e argomenta in modo diverso. e le bischerate che posso dire io al telefono, o quando parlo con un mio collega, o quando scrivo in un blog, sono tutta un’altra faccenda. io non giudico il luciani persona, perché non lo conosco, ma giudico quello che vedo, e ciò che vedo è una persona che dimostra di non essere all’altezza del ruolo che ricopre.
      c’è un sacco di gente che non parla così, che non si esprime in quel modo, che non usa espressioni imparate a papagallo, che non inciampa sulla grammatica (elementare) della lingua italiana, che conosce la storia abbastanza da sapere che a waterloo napoleone ha perso. tutto qui.

    20. Zu Says:

      Credevo che Luciani l’avessero silenziato nel 1978.

    21. b.georg Says:

      «A me dà un po’ fastidio prendere per il culo Luciani (nel modo in cui è stato fatto) solo perchè questo ha la sfiga che qualche fesso – probabilmente non migliore di lui – va alla convention con l’idea di postare su YouTube una cosa che è tutto sommato “privata”»

      al netto della quota di stupidità che in fondo tutti portano in sé, ma anche della quota di serietà che molti ci mettono in quello che fanno per tentare di limitare quella quota, no, non mi dispiace affatto prenderlo per il culo. È il suo lavoro, e lui lo fa da far ridere e guadagna tuttavia 800.000 euro all’anno per farlo. Se la sua azienda vuole buttare i soldi nel cesso affari loro, ma che non si possa proporre tutto ciò come modello negativo, al modo in cui la satira è solito farlo – cioè con parole e immagini – mi pare un eccesso di compassione che supera la soglia dell’autolesionismo.

    22. Bisax Says:

      Secondo me la colpa più grave di Luciani, quella che più lo espone alle critiche oltre che al ridicolo, è che in tutti quei due minuti di filmato, ma anche dopo (vedi intervista su La Stampa), si è sempre preso maledettamente sul serio, senza mai avere un lampo breve di autoironia, anche involontaria.
      Se pure avesse azzeccato la battaglia, e la grammatica, ed i verbi, uno così secondo me sarebbe comunque pericoloso.
      E no, non tutti sono come lui.

    23. Squonk Says:

      Mi arrendo, non insisto più. Non uno che abbia portato dei dati per giudicare la qualità del lavoro di Luciani. Sembra il prototipo di un genere umano che aborriamo, e tanto basta. Va bene così.

    24. b.georg Says:

      “non uno che abbia portato dei dati per giudicare la qualità del lavoro di Luciani.”

      mi pareva che la qualità dei suoi discorsi motivazionali fosse già un dato interessante. E comunque non lo aborro, mi fa ridere, lo trovo paradigmatico suo malgrado. E guarda, anche fosse il miglior manager della terra il discorso non cambierebbe di una virgola. La satira, anche quella spontanea, si fa trasformando il particolare in tipico, e solo da ciò tutti apprendono una lezione. E la satira DEVE essere un po’ dolorosa, anche ingiustamente magari.

    25. Carlo M Says:

      scusami squonk, e poi davvero la smetto, ma nel caso specifico quello che abbiamo visto E’ un dato sulla qualità del lavoro di luciani. lui è lì per motivare i dipendenti della sua azienda, e quel discorso è il suo prodotto, il risultato finale del suo impegno di manager.
      se un falegname fa un mobile con i ripiani storti, gli sportelli che cigolano, e i cardini che si muovono, ne deduciamo che non è un buon falegname. idem per un giornalista con i suoi articoli e per un fioraio con le sue corone di fiori. quel che possiamo ricavare dal video è che luciani è un motivatore piuttosto imbarazzante, ovvero non sa fare il suo lavoro. questi sono i dati che abbiamo.

    26. Carlo Says:

      Scusa Giorgio, e mi riferisco al commento 21: tu sai che lavoro fa Luciani? Sei in grado di stabilire se lo fa bene o male? Andiamo, su.

    27. lester Says:

      Il discorso di Luciani è imbarazzante per lui e la sua azienda.

      Detto questo, è vero che le tecniche motivazionali, viste da fuori, sembrano sempre piuttosto ridicole. E’ facile guardare con ironico distacco il tifoso di rugby che fa la haka, o la famigliola che va a sbandierare al comizio di Veltroni: ma magari è qualcosa che in quel contesto funziona. Io sono passato per la Grande Multinazionale, ho ricevuto la mia dose di discorsi motivazionzali, certo più raffinati e fact-based di quelli di Luciani: ma non posso negare che abbiano funzionato, visto che penso che il mio grande capo di allora dovrebbero farlo come minimo senatore a vita.

      Insomma, Luciani probabilmente è un pirla, ma a dirlo deve essere qualcuno che era seduto lì in platea. Dirlo di fronte a YouTube è troppo facile.

    28. Kerub Says:

      io una volta sul blog ho confuso Erodoto con Polibio.

      ma se avessi dovuto fare un discorso alla Telecom mi sarei preparato meglio e non avrei sbagliato.

    29. Carlo Says:

      Il commento di lester è quello che, tutto sommato, si avvicina di più al mio pensiero. E’ facile fare i megamanager davanti a youtube, come è facile passare da una più che lecita presa in giro ad una specie di linciaggio di massa. Sindrome del travet.

    30. miic Says:

      Scusate, ma chi è che ha linciato Luciani? A me sembra che noi travet in giro per la blogosfera ci siamo limitati a prenderlo per il culo. Siamo nullafacenti e invidiosi dei suoi soldi, si sa. Così come tutti gli autori di satira che quando prendono per il culo un politico non allegano uno specchietto dettagliato sulle sue attività parlamentari, proposte di legge, presenze in aula, ecc. ecc.

    31. Addis Amoeba Says:

      Uno dei meravigliosi meccanismi immunitari che gli squali “à la” Luciani sanno di avere a propria difesa è la differenza fra la propria assoluta mancanza di principi e scrupoli, e i principi e gli scrupoli che sanno albergare in quella che loro, con disprezzo, chiamano “ggente”. Uniamo questo a un certo numero di wannabe (che vorrebbero essere come Luciani) e puzzettisti sotto il naso (“che fastidio i parherhi dell ggente”), e abbiamo il quadro completo della paralisi culturale che, leggendo i commenti di questo blog, ci meritiamo appieno.
      Sarà certo superfluo far rilevare che l’intervento che stiamo commentando parte da una topica abissale quasi come Uaterlò di LL: come si fa a giustificare che l’ingegnere addetto al pannello di controllo di una centrale nucleare faccia errori, dicendo “qualunque dilettante l’avrebbe fatto”? Ah quindi, un manager da 800k fa bene a parlare così in pubblico, perché al telefono lo facciamo tutti?
      Gente, guardate che Homer Simpson è un cartone animato. Ci manca l’indulgenza italiota, pe rfarlo diventare “ma anche” reale. A 800k all’anno, però.
      E non ho detto “ma anche” a caso. La stampa “mainstream” ha pubblicato poco o nulla della faccenda. Chi si è stracciato le vesti? Il Riformista, giornale più letto dai puzzettisti italiani. Che ha scritto un articolo (penoso e pieno di luoghi comuni) senza accorgersi che è riassumibile nella seguente frase: “”la ggente legge i giornali, vede il titolo, si rimbalza, si crea dei grandi film”. Poi, li va a scrivere su internet.
      Che begli intellettuali abbiamo… Come i manager. Come i politici. Ma se la ggente, a Pasquinate, per una volta avesse raggione, o puzzettisti?

    32. Carlo Says:

      miic, continuiamo a parlare del nulla. Un politico fa un lavoro “pubblico”, Luciani fa il dirigente di Telecom e non credo che parlare alle convention aziendali sia parte fondamentale del suo lavoro: lui è responsabile di un business ed è anche piuttosto giovane per la posizione (quindi o è bravo o è molto ben appoggiato, non ci sono terze posizioni). Supponiamo per un momento che sia bravo a fare il suo lavoro (che al 100% NON è parlare ai quadri telecom) e che sia un somaro in storia. Allora?
      Questa cosa, forse non vi rendete conto, ha fatto il giro del mondo, blog, giornali, televisioni, post deliranti di gente che chiede la class action, ecc. E se per caso sulla base di una stronzata si fosse compromessa la carriera di un buon manager (pure giovane?)? Se fosse successo a te di buttare al cesso una carriera per una cosa che, sostanzialmente, è una stronzata?

      Io sono fermamente convinto che a parlare, nella larga maggioranza dei casi, sia l’invidia, altrimenti sai quanti casi più succosi da commentare ci sarebbero in giro. Nemmeno con la Madia si è sparso tanto veleno, e dire che lì ce ne sarebbe eh.

    33. Squonk Says:

      Dottor Brodo, sottoscrivo convintamente. Faremo la figura degli aziendalisti che parlano in aziendalese, lei lo sa.

    34. miic Says:

      Carlo, permettimi di asciugarmi la lacrimuccia. Sarà l’invidia a parlare, ma a me sembra che se uno (per meriti propri o appoggi, questo non c’entra) è arrivato a 39 anni a guadagnare quei famosi 800k l’anno, vuol dire che ha una pelle abbastanza spessa, capace di resistere a cose ben peggiori. Telecom e le aziende come lei se ne fottono dei bambiini morti, figuriamoci se si lasciano spaventare da quattro fessi che minacciano la class action per colpa di Napoletone. E se lo fanno, se licenziano il dirigente più bravo del mondo solo per via di Napoletone, allora vuol dire che anche Telecom è in mano ai pazzi. Se nell’ambiente dei manager da 800k ogni occasione è buona per incularsi a vicenda, fa parte del gioco.

      Però di tutto questo, Carlo, permettimi di fottermene. Della carriera di Luciani e dell’organigramma di Telecom. Io non ho minacciato class action né auspicato licenziamenti. Io mi sono fatto una sana, felice, probabilmente invidiosa sghignazzata davanti a un video che faceva ridere, e che per una volta non mostrava sindaci irpini o vannemarchi o maghi televisivi da quattro soldi. In subordine, quel video mi ha anche mostrato un atteggiamento umano e culturale che mi dà fastidio, che ritengo datato e inadeguato, e che mi dispiace sia ancora così presente nella cultura aziendale italiana. Questo credo abbia una rilevanza pubblica, in senso lato molto politica. Come lo ha l’atteggiamento di chi si straccia le vesti perché i panni sporchi si lavano solo all’interno della famiglia aziendale.

    35. Carlo Says:

      Scusa Michè, ma chi ti ha detto che ce l’avevo con te? Per il resto non sono d’accordo. Esattamente come la carlucci non dovrebbe spiegare la fisica ai premi nobel, un pischello col blog (non tu, eh, adesso non ti firmare pischellocolblog 😉 non può spiegare come si gestisce un’azienda a LL. La risata ce la siamo fatta tutti quanti, io parlo dell’esagerazione.

      Poi credo anche io che nella cultura aziendale italiana ci dovrebbe essere più spazio per atteggiamenti diversi da un punto di vista umano e culturale, ma se tu pensi veramente che chi sa gestire un’azienda (nel senso che porta risultati) sia l’equivalente di Adriano Olivetti, allora hai ampio spazio per ricrederti (in italia e fuori dall’italia).

    36. Squonk Says:

      Cedo temporaneamente la titolarità di questo blog al Dottor Brodo, non sapendo dire di meglio rispetto a lui (l’anzianità conta, a volte).

    37. miic Says:

      due anziani contro un pischello, vi ci sapete mettere, un po’ come i tedeschi in Normandia

    38. b.georg Says:

      io invece, Carlo, sono un po’ stupito di come questa scenetta, di un manager di una grande azienda ex monopolista piuttosto decotta, che ha miliardi di debiti, un manager che palesemente non sa l’italiano (non la storia eh, l’italiano), che riceve milionate di euri, in un paese in recessione strutturale con disuguaglianza sociali sempre più ampie, di come questa scena non ti ispiri una grande allegria, un irrefrenabile riso :-))
      Io lo spero proprio, e in fondo nulla osta, che sia il manager migliore del mondo, perché altrimenti la fantasia popolare di farne un paradigma, un personaggio da commedia all’italiana, un prototipo dei guai in cui ci dibattiamo – faccenda forse ingiusta nei suoi confronti, ma sai com’è… – diventerebbe una tragicomica realtà.

      Tu poi parli di psicologia del travet e di invidia: ci azzecchi solo a metà. Non serve il vecchio Karletto, basta il libro di Fantozzi per sapere che i moti di risentimento dei comandati verso i comandanti non nascono da invidia (teoria, questa, ultraconservatrice anzichenò). Finché c’è invidia, per principio non può esserci risentimento, ma solo goffa emulazione. Il risentimento scatta quando al posto dell’invidia subentra l’odio, il quale nasce dal farsi l’idea di essere stati fregati, cioè di essere capitati per sorte e nascita dalla parte sbagliata dell’attrezzo (cito da quell’opera immortale: «Ma allora mi hanno sempre preso per il culo!». Al povero Fantocci hanno fatto sempre credere che i superiori fossero migliori di lui e che questo giustificasse la tragica disuguaglianza tra di loro, ma ecco la scoperta: non sono affatto migliori! Non c’è dunque giustizia. La ribellione di Fantozzi, come gran parte della sua scoperta, è patetica, più che tirare pietrate alle finestre dell’ufficio non riesce a fare. Ma per quanto l’anacronismo di ritenere comandanti e comandati così rigidamente divisi salti all’occhio, in certa misura i tempi non sono per niente cambiati, anche se al posto delle pietre ecco che oggi c’è iutub. E con questo finisco la mia involontaria immersione negli anni ’70 e nella lotta di classe, dalla difesa di categoria ispirata 😉

    39. john's blog Says:

      Non è l’ignoranza che prendiamo in giro

      Sir Squonk difende Luca Luciani, manager di Telecom che ha "leggermente" equivocato su un fatto storico, Farfi definisce, nobile l’iniziativa della difesa e secondo me ha ragione. Però quello che prendiamo in giro non è tanto il

    40. Falloppio Says:

      Credo di si, non perche’ en so di piu’, ma perche’ controllo le fonti.
      Se uno si prepara un discorso e’ il minimo che puo’ fare.

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