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    27/04/2008

    Per forza

    Filed under: — JE6 @ 22:20

    Un commentatore mi fa notare che è tanto facile criticare questo e quel partito, il PD per un motivo e SA per un altro e il PdL per un altro ancora – e a quello limitarsi, senza “fare proposte”. Tanto facile. Troppo facile.
    Sarà.
    E però, a me sfugge perchè dovrei per forza essere in grado di fare delle proposte politiche. Non escludo la possibilità che questo avvenga, intendiamoci. Ma perchè posso criticare solo a seguito di una proposta costruttiva? Da semplice cittadino, non ho il diritto di fermarmi davanti alla vetrina parlamentare, guardare con attenzione, soppesare, e poi dire – semplicemente – “questo no, questo no, questo no”, se l’offerta che mi si para di fronte agli occhi non mi suscita alcun entusiasmo? Perchè dobbiamo necessariamente essere un paese di commissari tecnici e primi ministri?

    8 Responses to “Per forza”

    1. john Says:

      Perchè non fanno proposte nemmeno quelli proposti per farlo?

    2. Squonk Says:

      Che se ne scelgano altri capaci di farlo. Se io non lo sono, è meglio che lasci perdere, no?

    3. john Says:

    4. chartitalia Says:

      Il commentatore di cui sopra vorrebbe aggiungere solo che la non scelta è in realtà una precisa scelta: quella di far scegliere agli altri. Dicendo no, no, e no, non è che non compri niente: quello che tu compri viene deciso dagli altri, e a pagare sei tu.
      Cordialità.

    5. Squonk Says:

      Concordo. Ma qui non si parla di “non scelta”: la scelta è stata fatta; purtroppo l’offerta era quella che era.
      Il post parla di altro, e cioè dell’insensatezza dell’obiezione per cui una critica è legittima solo se accompagnata da una proposta cosiddetta costruttiva: la quale può venire solo da chi ha almeno uno straccio di competenza da mettere in gioco e/o è abbastanza interessato a farlo. Ma è sbagliato – nonchè un po’ paraculo – pretendere che questo avvenga. Tutto qui.

    6. sphera Says:

      La critica è legittima sempre.
      Composta e civile, laddove possibile (mica sempre, in effetti), ma legittima sempre.
      Se poi qualcuno ha anche una proposta, tanto meglio. Se è costruttiva, meglio ancora (anche perché il concetto di proposta distruttiva mi è sempre un po’ sfuggito, conflitti armati a parte).
      Se oltre che averla ed averl acostruttiva è anche intelligente, sensata e realizzabile molto meglio ancora.
      Ma se qualcuno mi dice che non posso criticare “a meno che” mi arrabbio molto.
      E immagino si arrabino ancor di più i critici letterari o cinematografici, ai quali non risulta nessuno abbia mai imposto di girare un Titanic anche loro, prima di criticarlo.

    7. chartitalia Says:

      Squonk, la tua tecnica di discussione mi sembra un po’ debole e tutto sommato poco onesta, anche se non priva di una sua efficacia: da una certa argomentazione estrai una singola parole che forse è la più debole e ti accanisci terapeuticamente su di essa. Ora, visto che sei tu a definire qual è l’essenza vera di una discussione, permettimi di farti notare che quando, incautamente, ti chiedevo le tue “proposte” non erano le proposte per risolvere i problemi del mondo o dell’universo ma più banalmente, quali erano le tue proposte di voto, in pratica, come eri orientato a votare tu, o a non votare, come mi sembra poi tu abbia fatto.

      Può essere che se ti conoscessi magari prevarrebero altri elementi di valutazione, e che tra qualche tempo avrò metabolizzato la cosa, ma in questi giorni quelli che si sono astenuti adducendo l’impresentabilità del PD e sbandierando il nulla come alternativa, mi fanno francamente orrore.
      Chiudo qui la cosa perchè non vorrei annoiare i più con questa bega. Eventualmente ti rispondo in privato.
      Sempre cordialmente.

    8. Squonk Says:

      Chart, a me prendere del disonesto infastidisce un po’, soprattutto se a) non è vero e b) chi mi accusa si ostina a non leggere e non capire.
      A casa mia, c’è una differenza tra proposta e scelta. Ti pregherei di pensarci sopra, e qui mi fermo per carità di patria. Io ho scelto – piuttosto a malincuore – PD. Non ho proposte migliori, ma come ho cercato di spiegare, non è questo nè un obbligo nè un titolo per essere buoni cittadini.
      Spero di essere stato chiaro, finalmente.
      In qualunque caso, lo ribadisco: il sottoscritto ha votato PD. Al Senato e alla Camera. Se questa tu la chiami la mia proposta di voto, fai pure, significa che toccherà tirar fuori ancora la vecchia solfa delle parole che hanno un significato.

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