< City Lights. Kerouac Street, San Francisco.
Siediti e leggi un libro

     

Home
Dichiarazione d'intenti
La vita non è quella che si è vissuta, ma quella che si ricorda e come la si ricorda per raccontarla.
(Gabriel Garcia Marquez)

Talk to me: e-mail

  • Blogroll

  • Download


    "Greetings from"

    NEW!
    Scarica "My Own Private Milano"


    "On The Blog"

    "5 birilli"

    "Post sotto l'albero 2003"

    "Post sotto l'albero 2004"

    "Post sotto l'albero 2005"

    "Post sotto l'albero 2006"

    "Post sotto l'albero 2007"

    "Post sotto l'albero 2008"

    "Post sotto l'albero 2009"

    "Post sotto l'albero 2010"


    scarica Acrobat Reader

    NEW: versioni ebook e mobile!
    Scarica "Post sotto l'albero 2009 versione epub"

    Scarica "Post sotto l'albero 2009 versione mobi"

    Scarica "Post sotto l'albero 2010 versione epub"

    Scarica "Post sotto l'albero 2010 versione mobi"

    Un po' di Copyright Creative Commons License
    Scritti sotto tutela dalla Creative Commons License.

  • Archives:
  • Ultimi Post

  • In and out
  • Per poter riderci sopra, per continuare a sperare
  • Sfumando
  • Srebrenica, 11 luglio
  • Gabo, e mio papà
  • “Vero?”
  • Madeleine
  • Scommesse, vent’anni dopo
  • “State andando in un bel posto, credimi”
  • Like father like son
  • November 2010
    M T W T F S S
    1234567
    891011121314
    15161718192021
    22232425262728
    2930  

     

    Powered by

  • Meta:
  • concept by
    luca-vs-webdesign

     

    06/11/2010

    Il nuovo che avanza, e che si ferma ogni cinque minuti

    Filed under: — JE6 @ 17:56

    Ho seguito un po’ della riunione renzian-civatiana di Firenze, quella della sapida rottamazione del passato in vista delle sorti magnifiche e progressive che i due ci stanno preparando a noi poveri sostenitori del PD. All’ennesimo gong che sanciva il termine dei cinque-minuti-cinque* concessi a ciascun oratore ho provato una specie di nostalgia per i ragionamendi di Ciriaco De Mita.

    *(ma quando ci prenderemo il lusso di restituire alla politica un po’ di profondità, lasciando i tempi della tv alle televendite?) – Matteo Orfini, oggi.

    Le palme

    Filed under: — JE6 @ 13:24

    Il ragazzo aspetta sul marciapiede, le mani in tasca, una gamba piegata con il piede appoggiato al muro, la borsa morbida lasciata per terra. Si guarda intorno, strizza gli occhi quando incrocia i raggi del sole dell’inizio dell’estate, fa passare lo sguardo sulle vecchie palazzine nobiliari, le palme, le tende, ascolta il silenzio di una via centrale che per motivi a lui sconosciuti sfugge al traffico. Ogni tanto guarda verso l’incrocio che sta alla sua destra, a un centinaio di metri di distanza.
    La ragazza arriva dopo una decina di minuti, rallenta e accosta guardando dritta avanti a sé. Parcheggia, prende la borsa dal sedile del passeggero, scende, si avvicina al ragazzo. Si salutano scambiandosi un bacio sulla guancia. Sono in ritardo, dice lei, vai, non ti preoccupare, risponde lui. Lei sorride, lui le dice quanto ti stanno bene questi jeans, lei sorride ancora e guarda la borsa di lui lì, sull’asfalto del marciapiede. A che ora parti, gli chiede anche se lo sa benissimo, fra un paio d’ore dice lui, che poi fa un cenno verso un giardino custodito da un cancello in ferro battuto, ci sono le palme, dice, sì, risponde lei. Fai buon viaggio, gli dice, adesso vado. Lui non dice niente. Si china, raccoglie la borsa. Ti stanno davvero bene questi jeans, sai. Adesso vado, ci sentiamo dopo, sì, ciao, ciao, vieni qui, siamo in mezzo alla strada, lo so, vieni qui, il ragazzo allarga le braccia e la stringe, senza dire nulla.