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La vita non è quella che si è vissuta, ma quella che si ricorda e come la si ricorda per raccontarla.
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    31/12/2012

    E con questo, see you soon

    Filed under: — JE6 @ 11:22

    Ognuno ha le sue manie. Io ho quella di scrivere qui: tutto sommato per la società non è particolarmente pericolosa, al massimo aumenta di un cicinin il livello generale di noja e luogocomunismo, cose sulle quali si può chiudere un occhio. Ma come stanno le cose per davvero lo scrive Leonardo, nell’autobiografia del suo blog e nella biografia di questo (e di quei pochi altri ancora vivi):

    Fino a qualche anno fa l’utente-tipo di un blog come questo era un abitudinario, che passava regolarmente 3-4 volte alla settimana, oppure si abbonava ai feed, e poi si leggeva tutto, o quasi. Questi utenti-tipo esistono ancora, però sono in diminuzione; il che dimostra la loro sanità mentale perché sul serio, non ha senso leggere tutto quello che scrivo io. Ogni tanto ne trovo ancora qualcuno che mi dice: ti ho letto per dieci anni, ma adesso non ce la faccio più. Come se il problema fosse che hanno smesso, a me sembra incredibile che siano durati per dieci anni. Io non ce la farei a leggere le opinioni di un tizio per dieci anni. Poi cosa vi aspettate, di andare ancora d’accordo con me? Vi è mai capitato di andare d’accordo con uno per dieci anni? Ma neanche con la mamma. Io per dire il tizio che scriveva i miei post nel 2003 non lo seguirei, anzi scapperei lontano. In effetti questo tipo di lettori-aficionados sta diminuendo, e chi scappa non viene rimpiazzato. C’è un gap generazionale, questo è un blog leggibile credo fino ai nati nell’ottantacinque, chi arriva dopo secondo me vede soltanto una lunga serie di incomprensibili segni neri tra un’immagine e un’altra.
    Invece il nuovo lettore-tipo è un tizio che sta perlopiù su facebook, o su twitter, o su altri social più esotici, e tra un messaggio e una partita a farmville magari si ritrova in bacheca un link che sembra interessante: clicca e si ritrova qui.

    E adesso su, hop hop hop, c’è un Angry Bird che vi aspetta.