Hai presente Bob Dylan
I tempi che are a-changin’, esatto, o magari sono solo congiunzioni astrali – fatto sta che negli ultimi tempi concordo frequentemente con Christian Rocca, sui Sixers, sul libro di Saviano, su Dolce e Gabbana. Echissenefrega, naturalmente, ma sapete com’è, è la fine dell’anno, tempo di bilanci, cose così.
Camillo
December 27th, 2006 at 16:13
in effetti su saviano anche io, per dire (a parte che avrei messo il punto prima di “formidabile”)
December 27th, 2006 at 16:22
Beh, lei capirà che limitarsi a “libro-inchiesta” non dice un granchè.
December 27th, 2006 at 19:21
però avrebbe reso l’idea
December 28th, 2006 at 11:01
si però sir non può aspettare camillo che arriva buon ultimo dopo sei mesi per parlare di gomorra, si guardi più spesso in giro e non legga i soliti noti…
e poi “ingenue velleità letterarie” un par di palle… le avrà lui le suddette (velleità).
December 28th, 2006 at 11:08
A dire il vero non è che ho aspettato Rocca per leggere Saviano, ho aspettato che qualcuno mi regalasse il libro. Notavo una bizzarra frequenza di consonanza di giudizi con il Rocca medesimo, tutto qui (e secondo me, su Saviano non ha tutti i torti, comunque: nelle prime 85 pagine le parti di inchiesta sono molto migliori rispetto a quelle che appaiono come “letterarie”).
December 28th, 2006 at 12:49
il lato letterario è ovviamente de gustibus, dato che la prova della qualità letteraria non è ancora stata inventata. per quel che mi riguarda, quel lato è il più discutibile nel libro, anche se so che dirlo suona come una dichiarazione di malvagità e degenerazione morale e politica. Il fatto indica imo una confusione tra il valore civile del libro e il suo valore letterario: ovviamente se io scrivo un libro contro la fame nel mondo e i bambini che muoiono questo non mi impedisce di scriverlo in modo letterariamente discutibile, e se accusassi di nefandezza chi mi critica farei solo il furbo, userei un ricatto di bassa lega. Tra l’altro è evidente che nel caso specifico questi aspetti, e relative discussioni, sono del tutto secondari rispetto allo scopo del libro, quindi non si vede il motivo di inalberarsi.
invece non so se siano ravvisabili tracce di “ingenuità” come sostiene rocca: l’uso smodato dell’enfasi romanticheggiante e il richiamo evidente al melodramma di ambiente “realista” potrebbero al contrario essere voluti e riferirsi a modelli noti anche se poco frequentati (come rilevava tempo fa in due articolate recensioni un blogger: http://anfiosso.wordpress.com/2006/10/28/3-il-camorrista-e-la-serva-innamorata/ – http://anfiosso.wordpress.com/2006/10/31/5-rimorso/ )
(tutt’altra discussione sarebbe quella della collocazione “politica” del libro, che quasi tutti ascrivono d’ufficio alla sinistra anche radical e “di classe”, cosa su cui io nutro qualche dubbio)
December 28th, 2006 at 13:36
O Lider, se capisco ciò che lei scrive – cosa della quale non sono del tutto sicuro – allora concordo. In un libro del genere, della forma letteraria chissenefrega; baso i miei giudizi sulle prime ottantacinque pagine, sia chiaro, ma per me “Gomorra” è un ottimo – ottimo – trattato di economia. D’altra parte, sempre in quelle ottantacinque pagine, non si parla di potere, di gusto del potere alla Marquez: si parla di soldi, di multilevel, di organizzazione flessibile, di copertura del mercato, di costo della manodopera, di test del prodotto. Non scherzo, dovrebbero usarlo in Bocconi come libro di testo (e non dispero che lo facciano davvero).
December 28th, 2006 at 16:07
ah perchè l’apertura con i crani dei cinesi non è letteraria? la figura del tizio che va in giro a dare la mesata non è letteraria? va bè allora…
December 28th, 2006 at 16:13
Certo che sono pezzi letterari. Secondo me, Saviano è molto più bravo come reporter che come scrittore, ma non vorrei stare qui a spaccare il capello (non lo fa nemmeno Rocca, e tutto ‘sto thread parte da lì, vorrei ricordare).
December 28th, 2006 at 17:29
dado, certo che sono (e vogliono esserlo) anche letterari, per questo mi sono permesso di criticarli come tali e invece non ho detto nulla sul loro valore civile o di analisi economica.
sulle questioni letterarie, come ho detto sopra, de gustibus; i “va be allora” sono sempre reciproci, dipendendo dalla propria formazione letteraria.
dai “cannibali” in poi in italia va molto un certo genere che punta su una retorica letteraria molto particolare che non sto qua a riassumere: come non amo loro, così non amo l’uso letterario della lingua di saviano, che a quella retorica unisce un gusto per l’enfasi e il melodramma romanticheggiante a tinte forti – l’apertura coi crani cinesi, le paginate sui due tossici barcollanti, l’autoassimilazione del narratore al topos dell’eroe romantico che non vuole “star chiuso nelle biblioteche” ma “aspira a perdersi nella vita” – e una ricerca dell’effetto un po’ facile, del k.o. emotivo raggiunto per sovrabbondanza di aggettivazione, che a mio modestissimo parere indebolisce invece che accrescere come vorrebbe la gravità delle vicende raccontate (e che imo spiega il giudizio di ingenuità forse non del tutto corretto – perché potrebbe invece essere ispirato consapevolmente al modello del feuilletton ottocentesco – dato da rocca).
ma ho visto molte recensioni – anche di estimatori convinti e letterariamente ferrati – sottolineare che si deve sorvolare sopra questi aspetti opinabili per via del significato dell’opera. io non sono sicurissimo che i due lati siano così scindibili, ma nel dubbio, come ho detto, mi allineo alla posizione del titolare.
December 29th, 2006 at 12:28
ok. allora b.georg, giusto per curiosità, dimmi un libro italiano del 2006 secondo te dell’importanza di gomorra.
December 30th, 2006 at 10:25
dado, senza offesa, davvero, ma tu lo leggi quello che scrivono gli altri? perché mi sorgono dei dubbi.
l’importanza ha qualche relazione con la qualità letteraria? mi pare di aver chiarito in lungo e in largo che si parlava di quello e NON di quell’altro.
il libretto rosso dei pensieri di mao per dire il primo che mi viene in mente è stato “importante” come dici tu per un sacco di gente, probabilmente qualche milione di giovani durante 20 anni, ma non lo proporrei certo per il nobel alla letteratura
se devo citarti romanzi migliori scritti nel 2006 non basta la pagina dei commenti (a mio gusto personale, esattamente come al tuo sarà il contrario: ma ti girerei la domanda: hai letto qualche romanzo nel 2006?).
se la domanda riguarda invece le migliori inchieste su problemi italiani, saviano è piazzatissimo, figurati, sono il primo a riconoscerlo.
se poi, e scusa la coda velenosa, questa sua indubbia qualità di ricerca delle fonti e di sintesi del “quadro” criminal-economico non si tirasse dietro, imho proprio per il modo “emotivo” in cui è scritto, una coda di sentimento moral civile piuttosto facile, di divisione in bianco e nero, di indignazione contro i cattivi e di tifo da divano e ciabatte dei fan sarebbe meglio per la causa del libro, perché quanto più si infiamma, l’indignazione, tanto più presto si spegne, dato che è bastante a se stessa e non le serve che i problemi si risolvano davvero.