< City Lights. Kerouac Street, San Francisco.
Siediti e leggi un libro

     

Home
Dichiarazione d'intenti
La vita non è quella che si è vissuta, ma quella che si ricorda e come la si ricorda per raccontarla.
(Gabriel Garcia Marquez)

Talk to me: e-mail

  • Blogroll

  • Download


    "Greetings from"

    NEW!
    Scarica "My Own Private Milano"


    "On The Blog"

    "5 birilli"

    "Post sotto l'albero 2003"

    "Post sotto l'albero 2004"

    "Post sotto l'albero 2005"

    "Post sotto l'albero 2006"

    "Post sotto l'albero 2007"

    "Post sotto l'albero 2008"

    "Post sotto l'albero 2009"

    "Post sotto l'albero 2010"


    scarica Acrobat Reader

    NEW: versioni ebook e mobile!
    Scarica "Post sotto l'albero 2009 versione epub"

    Scarica "Post sotto l'albero 2009 versione mobi"

    Scarica "Post sotto l'albero 2010 versione epub"

    Scarica "Post sotto l'albero 2010 versione mobi"

    Un po' di Copyright Creative Commons License
    Scritti sotto tutela dalla Creative Commons License.

  • Archives:
  • Ultimi Post

  • Madeleine
  • Scommesse, vent’anni dopo
  • “State andando in un bel posto, credimi”
  • Like father like son
  • A ricevimento fattura
  • Gentilezza
  • Il giusto, il nobile, l’utile
  • Mi chiedevo
  • Sapone
  • Di isole e futuro
  • April 2004
    M T W T F S S
     1234
    567891011
    12131415161718
    19202122232425
    2627282930  

     

    Powered by

  • Meta:
  • concept by
    luca-vs-webdesign

     

    09/04/2004

    Ma io questo lo conosco

    Filed under: — JE6 @ 12:09

    L’ultima volta che l’ho visto, è finita a tarallucci e vino.

    Sul divano, guardando MTV

    Filed under: — JE6 @ 11:28

    Non sopporto i cori russi
    la musica finto rock la new wave italiana il free jazz punk inglese.
    Neanche la nera africana.

    Insomma, dal 1980 è cambiato poco o nulla. Le magnifiche sorti e progressive della musica moderna.

    Aridatece Petrolini

    Filed under: — JE6 @ 09:31

    Pare che il mezzo flop di audience registrato da Porta a Porta “Grandi Opere”, starring Silvio Berlusconi, abbia suscitato dibattiti e ponderose riflessioni sul tema “Gli italiani sono stanchi dei monologhi in tv”: ieri Concita De Gregorio su Repubblica, oggi Dario Di Vico sul Corriere (quello di carta, in prima pagina).
    Io, qualche dubbio ce l’ho. Per capirci: l’altra sera mi sono trovato per due volte nella stessa serata a incrociare Ballarò. La prima volta, ho sentito il Lider Maximo D’Alema dire al Ministvo Tvemonti “Dopo una giornata nella quale è morta tanta gente, la prego di risparmiarci le sue battute del cavolo”. La seconda volta, un’oretta dopo, ho sentito il Ministvo dire al Lider “Lei sta diventando arteriosclerotico”.
    Non so cosa i due si siano detti, durante l’ora che ho dedicato all’esplorazione degli altri canali disponibili, ma se tanto mi dà tanto, non faccio fatica ad immaginarlo. E questo è ormai, con pochissime eccezioni (“L’infedele” di Lerner, e spesso “Otto e mezzo” di Ferrara/Palombelli), lo standard del dialogo politico televisivo italiano.
    A costo di suonare qualunquista (nonchè terzista), tra il monologo-spot del Cavaliere della Brianza ed il duello a colpi di “zitto, pirla”, il sottoscritto preferisce passare una tranquilla oretta su SportItalia: a volte passano il tennis femminile senza commenti, ci si gode lo spettacolo e si riposano le orecchie. Dopo una giornata di lavoro, una mano santa.