< City Lights. Kerouac Street, San Francisco.
Siediti e leggi un libro

     

Home
Dichiarazione d'intenti
La vita non è quella che si è vissuta, ma quella che si ricorda e come la si ricorda per raccontarla.
(Gabriel Garcia Marquez)

Talk to me: e-mail

  • Blogroll

  • Download


    "Greetings from"

    NEW!
    Scarica "My Own Private Milano"


    "On The Blog"

    "5 birilli"

    "Post sotto l'albero 2003"

    "Post sotto l'albero 2004"

    "Post sotto l'albero 2005"

    "Post sotto l'albero 2006"

    "Post sotto l'albero 2007"

    "Post sotto l'albero 2008"

    "Post sotto l'albero 2009"

    "Post sotto l'albero 2010"


    scarica Acrobat Reader

    NEW: versioni ebook e mobile!
    Scarica "Post sotto l'albero 2009 versione epub"

    Scarica "Post sotto l'albero 2009 versione mobi"

    Scarica "Post sotto l'albero 2010 versione epub"

    Scarica "Post sotto l'albero 2010 versione mobi"

    Un po' di Copyright Creative Commons License
    Scritti sotto tutela dalla Creative Commons License.

  • Archives:
  • Ultimi Post

  • Madeleine
  • Scommesse, vent’anni dopo
  • “State andando in un bel posto, credimi”
  • Like father like son
  • A ricevimento fattura
  • Gentilezza
  • Il giusto, il nobile, l’utile
  • Mi chiedevo
  • Sapone
  • Di isole e futuro
  • October 2004
    M T W T F S S
     123
    45678910
    11121314151617
    18192021222324
    25262728293031

     

    Powered by

  • Meta:
  • concept by
    luca-vs-webdesign

     

    05/10/2004

    Travi e pagliuzze

    Filed under: — JE6 @ 10:24

    Io penso che invece le cose giuste siano sempre le cose giuste, e penso che si debba tendere a quelle sempre: io non voglio essere meglio di Jack lo Squartatore o di Bush, per essere soddisfatto. Io voglio essere meglio che posso.
    Sottoscrivo. Ed è per questo che non mi piace il metodo-Moore, così come non mi piacciono – ad esempio – i politici che, messi di fronte ai loro insuccessi, si difendono dicendo “beh, ma quelli che c’erano prima di noi mica hanno fatto di meglio”.
    Però, al tempo stesso, mi chiedo se questo atteggiamento non sia inevitabilmente destinato alla sconfitta ed all’inutilità, in un mondo nel quale se dici che hai vinto, e se lo dici bene, allora hai vinto davvero.
    Wittgenstein, Giovani Tromboni

    53 Responses to “Travi e pagliuzze”

    1. Gilgamesh Says:

      Quell’omino lì, se fosse una figura retorica sarebbe un anacoluto.

    2. marco Says:

      Penso che in questa vicenda pro o contro Moore non valgano molto le valutazioni di principio ma il piano sul quale si vuol mettere il suo lavoro.
      Fin che Moore viene preso per quello che e’, i.e. un cineasta che inserisce contenuti politici espliciti nelle sue opere, se anche tira una balla ogni tanto non e’ che mi dia troppo fastidio.
      Se invece diventa, o viene fatto diventare, colui che da’ la linea, e’ ovvio che poi la gente vada a rivedergli le pulci, tanto piu’ se Moore dice cose che danno fastidio.
      Moore che diventa leader del movimento anti-Bush e’ un favore ai neoconi ed e’ in parte una loro invenzione, perche’ a loro va molto bene divertirsi a cercare le 59 bugie quando quelle di Bush non riescono nemmeno a contarle.
      Lasciarlo dov’e’, ovvero a fare il cinema, e’ meglio per tutti.
      Troppo schematico ?

    3. Squonk Says:

      No, non credo che sia troppo schematico. C’è sicuramente un problema di ruolo: appunto, se dai la linea, o se ti viene dato questo incarico (il che, per inciso, fa pensare alla povertà dei concorrenti), allora devi essere inattaccabile, devi essere una spanna sopra gli altri, devi essere di più e meglio.
      E comunque, il problema di metodo non è da poco. Se dico di essere migliore, devo esserlo. Lo so che le balle di Bush sono a) più numerose, b) più gravi, c) più pericolose (i punti b e c sono direttamente collegati al ruolo, vedi sopra), ma questo mi autorizza a mettermi al suo livello? Io non direi.
      E però, ripeto l’ultima parte del post: essere migliori, esserlo davvero, paga? Di fronte alla propria coscienza, sì. Ma di fronte al mondo?

    4. Carlo Says:

      SMS, lei mi delude. E’ perfettamente ovvio che il metodo Moore non sia condivisibile (anche all’asilo ci hanno sempre detto che non si dicono le bugie), è meno condivisibile che un avvenimento tutto sommato minore, un film che contiene alcune falsità ma che fa passare anche notizie vere e non molto conosciute dal pubblico mainstream, debba oscurare altri avvenimenti, direi senz’altro maggiori, quali le tonnellate di falsità in nome delle quali si svolge il massacro quotidiano in Iraq.

      La tesi terzista-tafazziana è una bella utopia da candido, purtroppo il fare comporta sempre, almeno in una certa misura, la noia di doversi sporcare le manine belle. Non si può non prendere una posizione in casi come questi, ma capisco che non è sufficientemente chic e mi dispiace pure per la manicure.

      Nel caso di Sofri, di cui non discuto la coscienza pulita (ma è un fatto privato), non trovo nessun fare particolare che lo renda titolato ad ergersi in cattedra. Non ricordo alcun pezzo di critica alle posizioni dell’amministrazione Bush, perlomeno non con gli stessi toni riservati a Moore. Non ricordo alcuna sua pubblica e dura presa di posizione sui noti fatti, su Guantanamo, sulle wmd, sul PNAC, sul Patriot Act. Vedo che, tra un iPod e un altro, al più scrive qualche pezzo cerchiobottista (o “equilibrato”) quando si parla di travi, per riservare le critiche aspre alle pagliuzze, quindi non capisco da dove venga questo atteggiamento fichetto alla Lina Sotis che ci vuole insegnare il galateo (anzi, lo trovo estremamente fuori luogo). E dire che se volesse sputtanare le falsità che ci vengono propinate giornalmente, almeno tanto quanto ha fatto una missione dello sputtanare Moore, il materiale non gli mancherebbe (basterebbe iniziare dal suo ex giornale).

      Un tempo, magari in un collettivo della sinistra giovanile, qualcuno si sarebbe alzato in piedi e avrebbe detto: non prendo lezioni da Luca Sofri. Mica si vorrà mettere a dar lezioni anche lei?

      Sorvolo su Kerry e sulla posizione “se dici che hai vinto”, basti dire che sui giornali americani sono usciti centinaia di articoli di analisi del dibattito che davano la vittoria a Kerry, per non parlare di tutte le persone che hanno visto e pensato la stessa cosa. E’ un po’ più complicato di così, io sintetizzerei la cosa in questa maniera: “se rocca dice che kerry dice di avere vinto”. Lo dice Rocca, appunto, e Sofri.

    5. Squonk Says:

      Deluderla mi dispiace assai, ma capita. Spero che lei mi sia ancora amico.
      Detto questo, ripeto che c’è un problema di ruolo. Se Moore diventa, viene fatto diventare, vuole diventare un leader, secondo me deve essere all’altezza del ruolo, appunto. Non dire balle. Non fare ciò che Bush ha fatto e fa, benchè su scala molto più grande. Se rimane un cineasta come mille altri, il problema è molto più piccolo, nessuno si lambicca il cervello sulle eventuali balle che racconta Neri Parenti (Biscardi docet).
      Quanto allo sporcarsi le mani, io vorrei sapere se esiste, mi passi il gioco di parole, un modo “pulito” per farlo; un modo onesto, intendo dire. Io credo di sì, e non mi pare esattamente quello di Moore. Su “Brodo” si leggono quotidianamente analisi “di parte”, ma, apparentemente, non smentite dai fatti. Ecco, quello è un modo di sporcarsi le mani “pulito”, “onesto”, se mi passa la parola grossa.
      Quanto al “dire una cosa perchè questa sia vera”, non sarà il caso del dibattito Kerry-Bush, ma lei sa quanto e meglio di me che non è una bubbola, che gran parte della comunicazione commerciale e non poca di quella politica si basano su questo principio, di cui il nostro PresDelCons è un esecutore mirabile. Ho fatto un esempio sbagliato, ma non più di questo.
      E infine, non mi metterò io a difendere Luca Sofri: spesso la penso come lui, e non trovo la cosa disdicevole. Ma non sempre, e comunque questo, davvero, non conta.

    6. Carlo Says:

      Vede SMS, io apprezzo molto la sua onestà intellettuale e per questo non potrei non esserle amico, ma la invito a riflettere meglio sulla posizione di Moore e sul suo ruolo di leader – ma solo presunto e perchè qualcuno ce lo vuole far credere. Tra cento anni di Moore si saranno perse le tracce, ma non di Bush&Co i cui danni sono destinati a rimanere.

      Per quanto riguarda lo sporcarsi le mani, c’è senz’altro un modo onesto di farlo: basta essere chiari e dirla tutta. Brodo, per esempio, è un bloghetto fazioso, non obiettivo e totalmente di parte (ma non pubblica notizie false o citazioni fuorvianti e quando accade, accade per errore e non in maniera premeditata e voluta). Chi lo legge sa cosa legge e sa cosa aspettarsi, non si pretende di fare informazione corretta (perchè è scritto nei 5 minuti di tempo libero, perchè il metodo non è giornalistico, perchè le fonti sono disparate ed è difficile verificarle, perchè i fatti sono inesorabilmente mescolati alle opinioni personali del tenutario) e neppure di dispensare precetti di vita. Se non è pulitissimo, almeno è abbastanza trasparente (e poi lo leggono 4 gatti). Ma non è nemmeno questo il punto, è che sono un po’ stufo di sentire il pubblico sugli spalti che moraleggia mentre mangia popcorn: prendessero il pallone e ci facessero vedere di che cosa sono capaci.

    7. Carlo Says:

      PS: Sofri non deve difendersi da nulla, non è un processo e non ci sono accuse, al limite constatazioni. E poi il punto non è lui, se non per il fatto contingente. E’ che tira quest’aria in giro, dalle parti di quella che si usa definire “sinistra”, e non credo porterà a buoni risultati (a meno che essere governati dai Bush o dai Berlusconi a vita si possa definire un buon risultato).

    8. marco Says:

      Va poi aggiunto che l’idea “io non voglio essere meglio di Jack lo Squartatore o di Bush, per essere soddisfatto. Io voglio essere meglio che posso” e’ perfetta dal punto di vista personale, ma non e’ traslabile tout court sul piano politico.
      Per semplificare, l’unico che puo’ pronunciare quella frase sul piano politico e’ Kerry, perche’ puo’ essere al posto di Bush.
      Tutti gli altri non possono, e quindi scelgono il meglio relativo, o il meno peggio.
      Il succo vero e’ che Moore, per quante balle racconti, non puo’ cambiare il giudizio ultranegativo su Bush, che e’ quello che conta davvero e che si basa su valutazioni ben piu’ solide di 59 bugie o quante sono.
      Alla fine, Carlo mi sembra chieda solo ad una parte dei filologi mooreschi di non dimenticarsi di questa constatazione elementare, e per me e’ una richiesta piu’ che ragionevole.
      E’ come se qualcuno volesse promuovere Berlusconi o attaccare il centrosinistra italiano dicendo che Sabina Guzzanti e’ una contaballe.
      Ma chissenefrega.

    9. monty Says:

      Ok, allora viva Moore, il metodo-Moore, la politica alla Moore, vinciamo le elezioni, e finiamo vittime di altre stronzate , balle e demagogie per un quinquennio.
      Come se non bastassero quelle degli ultimi anni.

      “La sinistra che è uguale alla destra”.
      Si chiamava così quel pezzo di Sofri?

    10. marco Says:

      Scusa monty, ma per me e’ un mistero come tu da quanto scritto riesca a concludere “allora viva Moore …”
      Qui nessuno ha scritto manco mezzo “viva”, si discute se trattasi di un male accettabile rispetto ad altri e per alcuni, me incluso, lo e’.

    11. Carlo Says:

      monty è l’esempio dei danni che fanno gli articoli su moore. Qual è la tua ricetta, monty? E bada bene, deve essere una cosa rapida, perchè io ho 40 anni e non voglio/posso aspettare molti altri quinquenni.

    12. Luca Says:

      Sono lieto di non essere il punto. Sono lieto che non si prendano lezioni da me. Sono un po’ preoccupato che le cose che io scrivo così come le scrive ogni altro qui possano essere percepite come “lezioni”: ma credo che dipenda dalle orecchie di chi ascolta. Io prendo volentieri lezioni da tutti, compreso Carlo. Non però al punto di scendere al livello di mostrare le mie presunte benemerenze su richiesta. Anche perché se uno si cura di conoscere i miei pezzi su iPod e non quelli su Guantanamo o su Bush, qualcosa vorrà dire. Liberi tutti di non leggere i miei pezzi in bella mostra su Wittgenstein, e ci mancherebbe: i molti altri che non li leggono però non sostengono in giro che non li abbia scritti, se non altro per prudenza. L.

    13. monty Says:

      Non ho ricette. Non credo ce ne siano. Figuriamoci rapide.Ma aldilà della provocazione, volevo aggiungere qualcosa rispetto, a quanto scritto da qualcuno qui.
      Innanzitutto sul ruolo di Moore: che la sua elezione a leader politico sia straordinaria opera di una Destra furba, capace addirittura di creare l’avversario-zimbello, su cui accanirsi, non mi pare credibile.Un cavallo di Troia.E’ che li si sopravvaluta, ecco.E’ a sinistra, suvvia, che l’anno incoronato; forse chiudendo più di un occhio, con l’onestà stretta in una tasca. Nel regista si è vista la carta vincente.Il male-minore di cui parla qualcuno, anche qui. E se lo sono giocato. Ed ora, disdetta, da ogni parte, c’è qualcuno che protesta per i difetti. Belli grossi. E di là dalla rete qualcuno ci sguazza.

      Non capisco, poi, cosa c’entri lo schierarsi ideologicamente, il lottare legittimamente, con lo sporcarsi le mani. La questione del metodo, come dice Squonk, è più che importante. E’tutto.
      Io non credo ad uno che agisce, anche se nei miei interessi, con gli stessi strumenti del mio avversario, ma che, soltanto, è meno sfacciato.O leggero.
      Io ne voglio uno meno peggio,si. Cioè migliore.Cioè diverso.
      E non venitemi a dire che in politica non è possibile, che bisogna concertare, accontentarsi e far compromessi che, secondo me, la politica, invece è proprio questa.

      Ah. Nel valutare le opinioni forse si potrebbe evitare di ipotizzare e attaccare le intenzioni che le reggono.E quindi le idee politiche. Che così non se ne esce più.
      Criticare i metodi di Moore non vuol dire voler colpire la Sinistra.Anzi.
      Ed accusare di disfattismo chi li analizza e stigmatizza, è disonesto e semplicistico.E’che così si fa poca strada,secondo me, per dire.

    14. Carlo Says:

      Luca, non è così e lo sai benissimo. Ho letto tutto quanto hai scritto sull’Iraq e, in genere, lo ho trovato un po’ moscio. Molto attento a non scontentare nessuna delle tue parti, da entomologo. Su Moore mi sembra invece tu ci abbia dato dentro oltre il lecito. Secondo me fai un favore ai “neoconi”, chiamiamoli così con qualche approssimazione: è esattamente quello che vogliono.

      Monty: il discorso di Moore eletto leader dalla sinistra è una balla grande come una casa, autoperpetuantesi grazie anche a quelli che lo scrivono continuamente. Io sono di sinistra e Moore non è il mio leader, e nemmeno lo vorrei. Non conosco nessuno che pensi, seppur lontanamente, a Moore come un leader della sinistra. Questa è una cosa che fa molto comodo alle destre, che ci inzuppano il biscotto tutto il giorno. Al limite si può dire che parte delle cose che dice Moore sono controinformazione, e non sarebbero passate altrimenti (specialmente in un paese dove il massimo della controinformazione è striscia la notizia).

      Sul metodo: mentre noi siamo qui a disquisire su come si apparecchia la tavola, fuori succedono delle cose sai? Ti dirò quello che vuoi sentire: se serve a far morire una persona di meno, oppure a cambiare le cose in meglio, sono pronto a buttare nella spazzatura qualsiasi metodo (e, sempre se serve, anche a dire qualche cazzata).

    15. Carlo Says:

      Sulla questione delle lezioni e delle cattedre, semplificando molto perchè mi sono rotto di scrivere, hai appena dato una risposta a Vittorio che io leggo così: tu ti accontenti di essere un po’ meglio, miri in basso e fai pure poca fatica, io invece miro in alto e, appunto, ti guardo dall’alto della mia intrinseca superiorità etico-morale. Insomma, io sono fico e tu sei una merdaccia. Sottolineo: questo è quello che ci ho letto io.

    16. Luca Says:

      Il che conferma la mia tesi per cui la lezione sta negli orecchi di chi ascolta. Vittorio è fratell’ammé, nonché colui che rende tecnicamente possibile che io gli risponda sul blog. L.

    17. Luca Says:

      “On many political blogs, if there’s one thing worse than an enemy, it’s an ally who’s not ideologically pure enough.”

      http://www.time.com/time/columnist/poniewozik/article/0,9565,699790,00.html

      L.

    18. Carlo Says:

      Lo so, credo di conoscere Vic da una quindicina di anni, anche se ci saremo visti tre volte. Il mio discorso non era personalizzato, togli Vittorio e mettici Pinco Pallino, poi può essere benissimo che abbia ragione tu.

    19. vic Says:

      Tirato in ballo, mi accontento di aggiungere i miei due centesimi di euro: voglio bene a tutti voi, e se litigate mi fate piangere.
      No, seriamente: dato che la questione si profila etica, vorrei precisare che per quanto mi riguarda cerco di applicare il “metodo” col maggior rigore possibile, e che tutte le obiezioni sollevate a Moore non mi toccano perché mi guardo bene dal pretendere dagli altri lo stesso rigore. Lo pretenderei solo se mi rappresentasse in qualche modo, cosa che grazie al cielo non è.

      Se altri se lo scelgono ciecamente come leader (ma ne devo ancora conoscere), affari loro. Luca ritiene di metterli in guardia con frequenza, io non avverto questa urgenza. Tutto qui, mi pare.

      (Invece da un presidente del consiglio, anche se non eletto grazie al mio voto, tale rigore lo pretenderei. Ed è per questo che è un mondo difficile.)

    20. quarky Says:

      io, dopo un’intera pagina della cultura (o erano gli spettacoli?) di Repubblica di oggi dedicata ai motivi che hanno spinto il Nostro alla scelta delle canzoni che compongno la colonna sonora del suo ultimo film, inizio ad avvertire l’urgenza di cambiare quotidiano.

    21. Squonk Says:

      (…) tutte le obiezioni sollevate a Moore non mi toccano perché mi guardo bene dal pretendere dagli altri lo stesso rigore. Lo pretenderei solo se mi rappresentasse in qualche modo, cosa che grazie al cielo non è(…)
      Non so, Vic, non mi convince. Io il rigore lo pretendo, da uno che è personaggio pubblico che fa politica. Moore vuole fare opinione e ci riesce, eccome se ci riesce. Ma come (ecco, ancora la questione del metodo)? “… Nei miei film-documentario monto insieme mozziconi di frasi prese da contesti diversi per far dire ai personaggi quel che fa comodo a me; inverto successioni cronologiche di avvenimenti; asserisco come veri fatti che esistono soltanto nella mia mente; esibisco statistiche false o sbagliate o di cui non afferro il significato. E infine sfrutto cinicamente le sofferenze umane che rappresento per travolgere emotivamente lo spettatore e annientare il suo senso critico”.
      Lasciamo perdere la questione della rappresentanza. Parliamo della questione della formazione dell’opinione pubblica. Francamente, tra le manipolazioni della “Oil Junta” e quelle di Moore non vedo grande differenza. Certo, poi, i primi possono tirare missili ed il secondo no, ma solo perchè oggi sta all’opposizione.

      Carlo: sputtanare il proprio blog (forzo il concetto, lo so) per sostenere la propria idea non è da te.

    22. Massimo Morelli Says:

      Luca, ma era una citazione boomerang o sbaglio?

    23. Carlo Says:

      Non lo sto sputtanando, sto semplicemente dicendo che è un blog chiaramente e trasparentemente fazioso su tutta una serie di argomenti (che non sono i soli argomenti trattati, per carità). Io non volevo dare molto importanza al mio o ad altri blog, siamo più o meno tutti letti da quattro gatti, volevo solo ribadire il tuo punto sullo sporcarsi le mani in modo “pulito”.

      Per il resto mi sembra che siano completamente saltati alcuni elementari criteri di importanza relativa. L’amministrazione Bush ha fatto una guerra costruita sulle cazzate, come lo devo dire? Guerra, cioè migliaia di morti, torture, decapitati, bombe, terrorismo, rapimenti, destabilizzazione, crisi economica, crisi diplomatiche. Allora, prima di parlare di Moore fai cinquecento articoli su questa roba, ti indigni, ti incazzi, scrivi solo di questo per due anni e poi, ma solo molto poi, puoi parlare delle bufale di Moore.

    24. marco Says:

      Scusa Squonk, ma la citazione “nei miei film- documentario …” e’ di Moore ?
      Sarebbe fantastico.
      Se dice lui stesso di essere un manipolatore contaballe e non un cantore della Verita’, che senso ha accusarlo di qualcosa che lui ammette cosi’ esplicitamente ?

    25. Squonk Says:

      Marco, ipse dixit: http://www.tempi.it/archivio/articolo.php3?art=7067, grazie al Buroggu, a sua volta citato da Luca.

    26. marco Says:

      Squonk, uno di noi due sta prendendo un abbaglio.
      Ho letto molto di fretta, ma l’affermazione che citi e’ un consiglio dell’autore dell’articolo, in un paragrafo che comincia con
      “Chissà, magari cominciando utilmente col portarsi la cinepresa alla tempia e a spararsi un bell’outing, tipo: ”
      e finisce con
      “Bene, se il purissimo Michael avesse il coraggio di confessare queste cose …”

      Per inciso, portare questo articolo a supporto delle critiche contro Moore (sto parlando del Buroggu, non di te) e’ da zappa sui piedi, visto il tono da essere superiore e le motivazioni per imbastire la critica, tra le quali spicca la sempreverde e profondissima osservazione ‘E’ uno che dice di stare dalla parte dei poveri ma e’ ricchissimo’.
      Passiamo oltre, che e’ meglio.

    27. Effe Says:

      Lo dico a tutti gli opinion leaders chiamati qui a raccolta nei commenti: non ci sono più le lezioni di una volta, con la riforma Moratti

    28. Carlo Says:

      Rileggevo i commenti e questa cosa di Moore eletto leader politico dalla sinistra continua a starmi sullo stomaco. Ma dove, da chi, quando?

    29. Squonk Says:

      Marco, hai ragionissima, ho letto male e chiedo scusa per la citazione del cavolo.
      Carlo: possiamo considerarla un’esagerazione nella sua genericità (“la sinistra” tout court), ma non mi dire che non vedi che Moore è diventato un rappresentante, e non certo solo di se stesso. Uno fra molti (troppi?), ma sta lì, senza dubbio. Per capirci, Nanni Moretti e i girotondi non ti dicono nulla? Ecco.

    30. sphera Says:

      Nemmeno le elezioni son più quelle di una volta.

    31. Carlo Says:

      Lei conferma la mia tesi, caro SMS: saltando i giudizi politici, che fine hanno fatto Nanni Moretti e i girotondi?

    32. Carlo Says:

      Poi, a proposito di leader, vorrei ricordare che in Italia abbiamo attualmente al governo, o comunque in posizioni di preminenza nella casa delle illibertà, alcuni ex manganellatori predappisti mica da poco.

    33. Effe Says:

      contestualizzare, si deve.
      Un cineasta parzialmente infingardo che ciurla nel manico;
      Il conducator dell’unica superpotenza militare rimasta al mondo;
      un filmino che illustra una tesi (e non è cate-chesi);
      una guerra (una guerra!) illegittima, illegale (mica lo dico io, rivolgetevi in sede ONU) che gabba amici e nemici.
      Non so, mi pare che le marachelle dell’uno o dell’altro pari non siano.
      La pratica onanistica dell'”ora della critica” affligge da troppo tempo la sinistra.
      I più puri, i più giusti.
      Che bravi.
      E intanto, le chiavi del regno in mano agli altri.
      Mi si indichi, di grazia, giorno e ora della fine della catarsi, cosicché io possa dire senza vergognarmi “Lui è peggio di me”.
      Maledizione.

    34. Luca Says:

      Qua nasce un’altra notevole questione, su cui litigo spesso. Le cose hanno un valore, una verità, una giustezza, un senso, indipentemente da chi le dice. Io penso questo. penso che fare le pulci – a ragione o a torto – all’integrità morale, al diritto a parlare, alla coerenza storica e professionale, di chi ha posto una questione, sia spesso un modo di eludere la questione. O comunque, ha il risultato di eludere la questione.
      Allora, allo stesso modo di come la mettono Vittorio e Carlo, io potrei dire: perché invece di prendervela tutto il tempo con me, non vi siete mai preoccupati di discutere o criticare i modi di Moore? Avete scritto almeno dieci articoli sulle sue demagogie, balle, paraculate, prima di prendervela con me? Sono peggio io che insisto su queste, o lui che ne fa una politica?
      E così via.
      A me, come si capisce da quello che ho scritto, interessano le cose che fa e il significato che hanno, mica Moore. Se Moore avesse aiutato i bambini afghani per trent’anni prima di costruire cialtronate cinematografiche, sarei ammirato dai suoi trent’anni, ma non le giudicherei meno cialtronate.
      L.

    35. Squonk Says:

      Io credo che tu le giudicheresti con minore severità, Luca. Tu come moltissimi altri, perchè la vita e le opere di una persona non sono la mera successione di singoli episodi tra loro slegati. In fondo, la storia di un uomo può spiegare almeno in parte le sue azioni attuali, non credi?

    36. Carlo Says:

      L’obiezione di Luca è corretta, però credevo di aver implicitamente risposto, evidentemente mi sono espresso male. La mia risposta sarebbe la seguente: non ho scritto dieci articoli sulle paraculate di Moore perchè ho seguito un criterio di importanza relativa. Sputtanare le bufale di Moore mi sembrava molto meno importante, in questo momento, che sputtanare le bufale di Bush, anche perchè le conseguenze delle bufale di Bush sono devastanti. E con questo non voglio negare che Moore abbia detto bufale, anzi lo affermo, solo che mi sembrano bufale sostanzialmente irrilevanti rispetto agli eventi di portata epocale che viviamo tutti i giorni e che non sono stati determinati da Moore.

      Poi non ho detto che non si debbano denunciare le paraculate di questo o di quello, per carità, ma non si può nemmeno mettere tutto sullo stesso piano – altrimente chi legge penserà che non c’è differenza.

    37. Effe Says:

      ora m’illumino

      Cineasti all’opposizione:
      Nanni Mooretti

    38. boinz Says:

      Non sono d’accordo con Luca. La storia di un personaggio, la sua coerenza ha invece notevole importanza sulla credibilità delle sue opinioni, se il termine credibilità ha ancora un senso. Un conto è sentire una cosa detta da Gino Strada che da anni si fa un mazzo così in giro per il mondo; altra è sentirla dire da Capezzone, che invece si piazza sistematicamente dove ritiene di aver la maggior visibilità.
      E poi: dico, dare del cialtrone a Michael Moore? Ma stiamo scherzando? Per favore queste cose lasciamole dire a Socci e a Feltri! Michael Moore è un signore che da anni conduce una lotta contro le ingiustizie negli Stati Uniti, un paese che ama mostrarsi come modello di democrazia ma dove i diritti dei lavoratori sono meno di zero; dove è facilissimo essere uccisi a colpi d’arma da fuoco; dove si sputtana l’equilibrio mondiale e si mandano a morire centinaia di giovani in nome del business; dove l’assistenza sanitaria viene erogata col tassametro e quando hai finito i soldi, scendi. A me non mi ha scandalizzato (solo) la scena di Bush che fa la faccia da fesso nella scuola o la signora che piangeva il figlio morto, ma quella degli accendini sugli aeroplani!QUELLO è il simbolo dell’ipocrisia americana!
      Non dimentichiamoci che MM è un signore che lotta in un paese dove tutta la sinistra (quella vera) messa insieme non becca più del 6% dei voti e che l’alternativa è tra una destra fanatica e una destra moderata, come se in Italia dovessimo fare il tifo per Giovanardi per evitare che vada Rauti al potere. Quella di Moore sarà pure una lotta pelosa, sarà fazioso finché volete ma ce li avessimo in Italia cineasti con questa palle forse le cose andrebbero un po’ meglio!

    39. Effe Says:

      lei è chiaramente un agit-prop

    40. Gilgamesh Says:

      Qui habet, dabitur illi.

    41. Luca Says:

      Bah, mi sembrava talmente ovvio che non immaginavo che qualcuno dissentisse. Evidentemente la differenza tra il desiderio di giudicare le persone e iquello di giudicare le cose, a me cara, non è così evidente. Mi limiterò a questo, per vedere se ci capiamo: se la stessa cosa la dice Gino Strada, la dice Capezzone, la dice Gandhi, la dice Bono degli U2, la dice Simona Ventura o la dice Walter Veltroni, la verità di questa cosa cambia?
      Se rispondete “no, però”, siamo d’accordo: a me interessa il no, a voi il però. L.

    42. strelnik Says:

      A proposito di persone, modi e sostanza: a me la discussione ha fatto venire in mente Berlinguer. C’ho scritto un post che vi copio-incollo qui di seguito, scusandomi per la lunghezza del commento, ma scrivere: “ehi, ne ho appena parlato nel mio blog!” mi faceva cacare 😉

      Tutto la discussione m’ha fatto venire in mente Enrico Berlinguer.
      Io avevo quattordic’anni quando è morto, e, quando qualche anno dopo ho votato per la prima volta, non ho votato il suo partito, preferendogli Democrazia Proletaria.
      Troppo moderato il PCI – mi dicevo nel mio capacchione di liceale e segaiolo.
      Poi mi son letto la biografia di Fiori, quella di Chiara Valentini e mi son fatto un po’ più di idee chiare sul leader del PCI.
      E m’ha fatto incazzare perchè, fossi nato dieci anni prima, forse sarei rientrato a pieno tra i ventenni “untorelli” che stavano negli anni settanta a sinistra del PCI – non so se in Lotta continua o “il manifesto”, certamente non in “potere Operaio” o nei “marxisti-leninisti”.
      Ma, allo stesso tempo, di Berlinguer m’ha entusiasmato la sua ricchezza morale, la figura solida e al servizio di un ideale, il suo modo garbato e semplice di non concedere niente alla spettacolarizzazione e al mondo del “si dice, si mormora…”
      Poteva passare per un grigio, un apparatiki, un francescano della politica, ma non era questo che non mi convinceva; non rientravano nei miei desideri di ventenne i suoi obiettivi e la sua prospettiva: l’austerità, l’eurocomunismo, la politica dei sacrifici, il compromesso storico.
      Certo è facile non avallare una strategia politica a posteriori, lo so, ma quel che mi sembra più importante – e tragico – è che il suo modo di fare politica venne letteralmente spazzato via dal craxismo “dei nani e delle ballerine” che fu il peggior esempio morale di gestione della cosa pubblica e di scimmiottamento già allora del modello americano.

      Concedetemi uno spezzone intimista.
      M’è capitato di rivedere alla tv i funerali di Berlinguer quando avevo quasi trent’anni e mi ci son commosso come un bimbetto: ero lì con le labbra serrate e gl’occhi lustri e non mi ero accorto che dietro di me c’era la mi’ mamma; stava gurdando la cassetta anche lei; mi son voltato e ho visto che piangeva. Allora ho dovuto tirare su col naso, alzarmi e uscire dalla stanza, con la scusa di prendere il giornale.

      E’ vero che i mezzi con cui arrivare al potere contano e, se vogliamo fare un paragone improprio e paradossale, credo che Berlinguer non avrebbe approvato nei modi i film di Micheal Moore.

      Moralmente messi come siamo, io Berlinguer adesso credo che lo voterei.
      Anche senza guardare al programma politico e ai contenuti.
      Perderei per l’ennesima volta.
      E di perdere o di sorbirmi gli sfaceli di “four more years” mi son rotto proprio i coglioni.

    43. Squonk Says:

      Strel’, se l’alternativa a Berlinguer fossero i nani e le ballerine, credo che tu voteresti Berlinguer pur sapendo di perdere, per four more years.
      Ma qui, in realtà, non si sta discutendo di chi viene o verrà o venne eletto: si discute di come si agisce perchè questo o quello venga eletto (è tagliato con l’accetta, lo so).
      Mi ripeto: io – e sottolineo: IO – mi sento a disagio, e molto, nell’usare metodi e strumenti che non mi appartengono e che critico quando vengono usati da altri. E non solo: credo che usare metodi e strumenti sbagliati corrompa il risultato finale. Credo (o forse: spero) che si possa fare la cosa giusta nel modo giusto. Altrimenti, davvero, di speranza ce n’è poca.

    44. boinz Says:

      Luca dipende da cosa dice: per dire che in Iraq la gente muore, basta il mio vicino di casa, non c’è bisogno di smuovere Gino Strada. Il problema si pone quando le situazioni sono ambigue. Per dirla meglio, lo so da me che il bianco è bianco e che il nero è nero. Ma poi ne salta su uno che dice “grigio” mi spiace ma la credibilità conta eccome: se lo dice Gino Strada ci credo; se lo dice Belpietro non ci credo; se lo dice Capezzone prima vado a verificare e poi decido (poi oh, io per il referendum promosso dai radicali non solo ho firmato ma ho fatto anche un bel po’ di casino nel mio piccolo!)

    45. marco Says:

      Squonk, il fatto e’ che alcune persone coinvolte nella discussione, mi ci metto anche io, hanno espresso un loro parere piu’ sulla reale rilevanza di Moore che su quello che per te era forse il nocciolo della discussione, ovvero quanto e’ lecito usare nell’azione politica delle modalita’ che non accetteresti dalla parte avversa.
      I due piani mi sono sembrati un po’ confusi, e forse nella sostanza il disaccordo e’ meno grande di quel che sembra.
      Quando dico che Moore non e’ importante, e che quindi non merita tutte queste attenzioni, non sto per questo approvando un modo di operare in politica ‘alla Moore’, che peraltro chiamare cosi’ e’ improprio, come se fosse una cosa inventata dal Michael e non un atteggiamento che c’e’ da sempre.
      Riguardo alla condotta politica, poi, non e’ possibile purtroppo tirare una riga mettendo gli atteggiamenti corretti da una parte e quelli scorretti dall’altra.
      Anche a me, come a boinz, fanno un po’ specie alcune affermazioni di Luca, che da una parte si pone spesso ‘tra coloro che son nel mezzo’, dall’altra sostiene principi teoricamente indiscutibili ma praticamente applicabili solo ad un mondo binario, in cui c’e’ giusto e sbagliato, bianco e nero, bello e brutto.
      Non e’ un problema di giudicare le cose vs. giudicare le persone, ma di valutare quanto le cose siano verosimili, e che sfumature abbiano, pesandole con la storia di chi le dice, che e’ una cosa che tutti abbiamo fatto, facciamo e faremo, perche’ e’ inevitabile.
      C’e’ il problema di non essere faziosi, d’accordissimo, ma c’e’ anche l’impossibilita’ di assumere radicalmente la posizione del valutare cio’ che una persona mi dice senza tener conto di quel che la persona e’ ed e’ stata, soprattutto in presenza di due persone che ci dicono cose opposte.
      Mi pare fosse proprio Luca che scriveva ‘Voto solo parenti o amici stretti’, che a me sembra l’esatto contrario di giudicare le cose e non le persone.

    46. marco Says:

      Sorry, la frase “non e’ possibile purtroppo tirare una riga mettendo gli atteggiamenti corretti da una parte e quelli scorretti dall’altra” ha bisogno che ci si aggiunga un “A priori” prima di “gli atteggiamenti”.

    47. Squonk Says:

      Marco, il problema del metodo e degli strumenti non è irrilevante. E non lo è neanche il ruolo, odierno e futuro, di Moore.
      Gli USA hanno eletto a presidente Ronald Reagan, che nacque e crebbe attore; la California (che è più o meno il quinto o sesto stato mondiale) è guidata da Schwarzenegger. Su questi due signori, agli inizi della loro carriera politica, erano in pochi a scommettere un baiocco; eppure, ce l’hanno fatta. Ecco, a me darebbe fastidio – e molto – se fra cinque o dieci anni ci trovassimo un Moore al posto di Schwarzenegger, proprio perchè consapevole dei metodi usati per costruirsi l’immagine, la “credibilità”, il seguito popolare.

    48. marco Says:

      Il problema del metodo e degli strumenti e’ del tutto rilevante ed e’ importante tanto quanto quello dei contenuti, non fosse altro che si influenzano a vicenda. Alle europee scorse io NON ho votato il listone, proprio per le stesse perplessita’ cha hai espresso tu.
      Per quanto riguarda Moore, spero di non dover votare per lui e spero che altri non debbano farlo.
      Peraltro, il giorno che fossimo elettori in un ballottaggio Moore contro Schwarzenegger che si fa?

    49. Squonk Says:

      Non so. Si guardano le cose fatte da entrambi, e poi si giudica il migliore (o il meno peggiore)?

    50. Carlo Says:

      Io sono con Marco (e voterei Moore).

    51. astolfo Says:

      Riguardo alla verità in bocca a Gandhi e Simona Ventura, propongo questo evergreen:

      “Il raffronto tra la pagina di Cervantes e quella di Menard è senz’altro rivelatore. Il primo, per esempio, scrisse (Don Chisciotte, parte I, capitolo IX):

      … la verità, la cui madre è la storia, emula del tempo, deposito delle azioni, testimone del passato, esempio e notizia del presente, avviso dell’avvenire.

      Scritta nel XVII secolo, scritta dall’ingenio lego Cervantes, quest’enumerazione è un mero elogio retorico della storia. Menard, per contro, scrive:

      … la verità, la cui madre è la storia, emula del tempo, deposito delle azioni, testimone del passato, esempio e notizia del presente, avviso dell’avvenire.

      La storia, madre della verità; l’idea è meravigliosa. Menard, contemporaneo di William James, non vede nella storia l’indagine della realtà, ma la sua origine. La verità storica, per lui, non è ciò che avvenne, ma ciò che giudicammo che avvenne. Le clausole finali -esempio e notizia del presente, avviso dell’avvenire- sono sfacciatamente pragmatiche”. (Jorge Luis Borges, “Finzioni”)

    52. Brodo Primordiale Says:

      Inculare le mosche?
      A seguito di una certa discussione sull’approccio wittgensteiniano alle bufale di Moore, avvenuta nei commenti di Squonk, sono capitato su…

    53. Brodo Primordiale Says:

      L’intellettuale di sinistra minimalista
      Leggo su Nazione Indiana un lungo articolo di Raul Montanari che condivido fino alle virgole. Il pretesto è Michael Moore,…

    Leave a Reply