< City Lights. Kerouac Street, San Francisco.
Siediti e leggi un libro

     

Home
Dichiarazione d'intenti
La vita non è quella che si è vissuta, ma quella che si ricorda e come la si ricorda per raccontarla.
(Gabriel Garcia Marquez)

Talk to me: e-mail

  • Blogroll

  • Download


    "Greetings from"

    NEW!
    Scarica "My Own Private Milano"


    "On The Blog"

    "5 birilli"

    "Post sotto l'albero 2003"

    "Post sotto l'albero 2004"

    "Post sotto l'albero 2005"

    "Post sotto l'albero 2006"

    "Post sotto l'albero 2007"

    "Post sotto l'albero 2008"

    "Post sotto l'albero 2009"

    "Post sotto l'albero 2010"


    scarica Acrobat Reader

    NEW: versioni ebook e mobile!
    Scarica "Post sotto l'albero 2009 versione epub"

    Scarica "Post sotto l'albero 2009 versione mobi"

    Scarica "Post sotto l'albero 2010 versione epub"

    Scarica "Post sotto l'albero 2010 versione mobi"

    Un po' di Copyright Creative Commons License
    Scritti sotto tutela dalla Creative Commons License.

  • Archives:
  • Ultimi Post

  • Madeleine
  • Scommesse, vent’anni dopo
  • “State andando in un bel posto, credimi”
  • Like father like son
  • A ricevimento fattura
  • Gentilezza
  • Il giusto, il nobile, l’utile
  • Mi chiedevo
  • Sapone
  • Di isole e futuro
  • September 2012
    M T W T F S S
     12
    3456789
    10111213141516
    17181920212223
    24252627282930

     

    Powered by

  • Meta:
  • concept by
    luca-vs-webdesign

     

    20/09/2012

    Greetings from Shanghai 2012 – Piedi

    Filed under: — JE6 @ 13:17

    All’incrocio tra Xizang Lu e Jiujiang Lu siamo in tanti, fermi ad aspettare che il semaforo torni verde. C’è il solito caldo appiccicaticcio e inquinato di sempre, e le folate di aria che vengono dal canalone pedonale di Nanjing non fanno altro che alzare sudore e gas di scarico. Porto gli occhi verso il basso. Là in mezzo guardo un piede di donna, vestito da una scarpa elegante, tacco alto ma non troppo, che regge il peso di uno scooter rosso con una ruota in strada e una sul marciapiedi. Alzo gli occhi, seguo la gamba della donna, la gonna nera poco sopra il ginocchio, la camicetta bianca, la borsa, la pettinatura curata – potrebbe essere una middle manager, una executive assistant, una qualsiasi tra le quasi venti milioni di persone che vivono qui che ha un biglietto da visita stampato su due lati, uno scritto in cinese e l’altro in inglese, una con un appartamento né grande né piccolo, con uno stipendio abbastanza buono da potersi pagare dei buoni vestiti, un parrucchiere, un ristorante, un fitness club, un biglietto di un treno ad alta velocità. Riporto gli occhi in basso, a pochi centimetri da quel piede ce ne sono altri due, di uomo, distesi su un fianco, neri di uno sporco ormai preistorico, tagliati, pieni di croste. Muovo lo sguardo in orizzontale, verso sinistra, seguo la linea di un pezzo di tela che un tempo era un pantalone, poi all’altezza del ginocchio non vedo più nulla, il corpo sdraiato per terra al semaforo tra Xizang e Jiujiang scompare in mezzo alle cento, duecento, mille persone che aspettano il verde del semaforo e il fischio del vigile urbano per muoversi andando a ricreare l’ennesima immensa fiumana che riempie ogni centimetro della città. Il semaforo cambia colore, il vigile urbano fischia, la punta del piede della donna spinge quel tanto che basta per muovere lo scooter verso il centro della strada. Mi muovo anch’io, e i piedi dell’uomo spariscono nella folla.

    Leave a Reply