< City Lights. Kerouac Street, San Francisco.
Siediti e leggi un libro

     

Home
Dichiarazione d'intenti
La vita non è quella che si è vissuta, ma quella che si ricorda e come la si ricorda per raccontarla.
(Gabriel Garcia Marquez)

Talk to me: e-mail

  • Blogroll

  • Download


    "Greetings from"

    NEW!
    Scarica "My Own Private Milano"


    "On The Blog"

    "5 birilli"

    "Post sotto l'albero 2003"

    "Post sotto l'albero 2004"

    "Post sotto l'albero 2005"

    "Post sotto l'albero 2006"

    "Post sotto l'albero 2007"

    "Post sotto l'albero 2008"

    "Post sotto l'albero 2009"

    "Post sotto l'albero 2010"


    scarica Acrobat Reader

    NEW: versioni ebook e mobile!
    Scarica "Post sotto l'albero 2009 versione epub"

    Scarica "Post sotto l'albero 2009 versione mobi"

    Scarica "Post sotto l'albero 2010 versione epub"

    Scarica "Post sotto l'albero 2010 versione mobi"

    Un po' di Copyright Creative Commons License
    Scritti sotto tutela dalla Creative Commons License.

  • Archives:
  • Ultimi Post

  • Madeleine
  • Scommesse, vent’anni dopo
  • “State andando in un bel posto, credimi”
  • Like father like son
  • A ricevimento fattura
  • Gentilezza
  • Il giusto, il nobile, l’utile
  • Mi chiedevo
  • Sapone
  • Di isole e futuro
  • October 2004
    M T W T F S S
     123
    45678910
    11121314151617
    18192021222324
    25262728293031

     

    Powered by

  • Meta:
  • concept by
    luca-vs-webdesign

     

    17/10/2004

    Greetings from New Orleans: 3 – First Cemetery

    Filed under: — JE6 @ 22:30

    Sara’ perche’ e’ la citta’ del voodoo, ma tutte le guide dicono che bisogna visitare i cimiteri di New Orleans. Non che mi dispiaccia, e’ una cosa che faccio in ogni citta’, se posso. Si impara molto, dai cimiteri, sugli usi e costumi di un luogo – ma di questo, magari, se ne parlera’ un’altra volta.
    Mi faccio tutta Loyola, e poi Elk, e poi Basin, e arrivo al First Cemetery.
    E’ un quadrilatero piccolo, incastrato dentro un quartiere dove il 95% degli abitanti e’ nero. Tutt’intorno si vedono gruppi di amici seduti sugli scalini di ingresso delle case, famiglie sui balconi, ragazzi che giocano a football in strada. Dentro, e’ un’accozzaglia mai vista di tombe, tirate su apparentemente senza ordine ne’ idee; spesso non c’e’ nemmeno lo spazio fisico per passare tra l’una e l’altra.
    Tanti nomi francesi, visconti nati a Kingston ed a Versailles, due manciate di nomi anglosassoni, un bel po’ di italiani. Avendo girato piu’ d’una volta il Monumentale di Milano, non mi stupisco nel vedere che la tomba comune piu’ grande e splendente tra tutte, ancora perfettamente tenuta, e’ quella degli italiani, gente che spese quarantamila dollari di un secolo fa per far preparare questo monumento in patria, e poi farlo arrivare via nave in riva al Mississippi.
    Mi fermo a guardare la tomba di Eliza Lewis, prima moglie del Governatore della Louisiana, morta a vent’anni il ventisette settembre del 1804; la lapide che sta sulla sinistra e’ quella di sua figlia Cornelia, morta lo stesso giorno all’eta’ di tre anni. Quella che sta a destra ricorda il fratello, morto in un duello fatto “per difendere l’onore del cognato”.
    Le tombe sono miste. Cattolici e protestanti, tutti insieme, anche se il cimitero e’ cattolico. La chiamano The Big Easy, New Orleans, e ci sara’ pure qualche motivo.

    2 Responses to “Greetings from New Orleans: 3 – First Cemetery”

    1. severine Says:

      Che invidia i cimiteri di New Orleans. Li fotografi tutti, mi raccomando.
      (e trovi un sinonimo di “puttane”, non so perché ma scritto da lei stona…)

    2. Effe Says:

      cocottes, ça va sans dire

      quelle tre tombe (moglie, figlia, cognato) mi pare nascondano un drammone da romanzo d’appendice che lei potrebbe anche raccontare

    Leave a Reply