Ho sempre provato compassione mista a divertimento, nel leggere i nomi di certi attori o giocatori di basket americani (per tacere dei nobili più o meno decaduti del Belpaese): DelRoy, LeBron, cose così.
Ma di fronte a Peaches Peaches Honeyblossom Michelle Charlotte Angel Vanessa, Fifi Trixabelle, Heavenly Hiraani Tiger Lilly e Kal-el ho capito che l’abisso si è già aperto, che ci sono genitori i quali, al momento di battezzare i figli, ricorrono ad un qualche generatore di nomi stronzi (vantandosene, probabilmente) e che la battaglia della signorina Peaches Geldof va sostenuta come quella di una novella Jeanne d’Arc, nel nome – appunto – di tutti i Jack Smith e i Mario Rossi della terra.
Corriere.it