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La vita non è quella che si è vissuta, ma quella che si ricorda e come la si ricorda per raccontarla.
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    03/02/2006

    Azione, e reazione

    Filed under: — JE6 @ 21:43

    [Post a rischio: qui, seppure in assenza di blazer blu con bottoni dorati, si rischia di passare per Piero Ottone]
    Da queste parti – nei paesi occidentali, dico – si è cresciuti con il culto della libertà di espressione. Tutti hanno il diritto di dire tutto. Non che manchino le eccezioni: vilipendio della religione, oltraggio alla bandiera, oltraggio a pubblico ufficiale, cose così. Insomma, libertà con juicio, si potrebbe dire.
    Comunque sia. Il fatto è che le persone non sono nè neutre, nè sante. Ad azioni fanno spesso corrispondere reazioni, che spesso non corrispondono all’insegnamento evangelico che invita a porgere l’altra guancia. Mi insulti? Ti insulto. Mi tocchi su qualcosa o qualcuno che mi è particolarmente caro? Magari ti mollo un ceffone. Succede.
    Succede anche che vi siano persone più suscettibili di altre, ed è più probabile sia che queste reagiscano a quelle che ritengono essere delle provocazioni, sia che le reazioni siano più forti rispetto alla media o al comune sentire. Non è una giustificazione ai loro comportamenti, ma è una constatazione inevitabile.
    Se disegno o autorizzo la pubblicazione di una vignetta che sbeffeggia Maometto, lo faccio con pieno, pienissimo diritto. Esercito, appunto, la mia libertà di espressione, che è uno dei cardini della società nella quale vivo e nei cui valori credo. Ma sarei uno sciocco e/o un incoscente se pensassi che quella mia azione non è destinata a generare una reazione, che potrebbe riguardare me e, molto probabilmente, diverse altre persone. Se anche queste sono disposte a sopportare le conseguenze delle mie azioni, nessun problema; ma, se non lo sono, forse un minimo di scrupolo dovrei pur farmelo, libertà di espressione o meno: non credo che Monsieur Voltaire si rivolterebbe nella tomba, per questo.

    30 Responses to “Azione, e reazione”

    1. Marco Says:

      1.

      Bè certo… azione, reazione. Condivido che sotto il concetto di libertà di espressione non si possa deliberatamente insultare alcuno, ma vedendo le vignette in questione … vedo solo delle vignette satiriche. La satira non è forse un mezzo? Il mezzo con cui ci si fa gioco delle nostre manie, delle nostre contraddizioni, delle nostre ipocrisie … un mezzo che desidera, con una vignetta, portare i più stolti e ottusi a pensare ad argomenti seri. Personalmente ho letto il Corano e non lo ho trovato meno contraddittorio della nostra Bibbia. Ma gli integralisti non si pongono domande, eccettano cechi e sordi un credo senza guardarsi dentro … del resto, cosa troverebbero? Ad ogni argomento che li tocca da vicino reagiscono con l’unica cosa che conoscono … la violenza! Mettersi in discussione non è forse segno di civiltà? Per quello che mi riguarda potrei uscire dalla mia chiesa la domenica, incontrare Hassan che esce dalla moschea e insieme passare una bella giornata. Non crediamo forse nello stesso Dio? I nostri profeti sono diversi ma non sono forse stati “illuminati” da un Padre comune? All’amico Hassan tenderò sempre la mano in segno di amicizia e con lui potrò dialogare pacificamente dei nostri profeti. All’integralista che pensa di mettermi paura con uno scimmiottare mistico-guerresco ripeto le parole di Feltri “meglio morire in piedi che vivere in ginocchio”.
      La satira, se non volgare, è una libertà da difendere non da reprimere.
      Se uomini più saggi di me possono o potranno farmi cambiare idea … non potrò che cambiarla se mi rendessi conto di aver pensato male … e ne sarei riconoscente. Ora in questo credo e questo desidero difendere … senza minacce e senza uccidere.

      Comment by Marco — 3/2/2006 @ 11:39 pm

    2. mucho maas Says:

      caro squonk, vorri capire esattamente il senso di questo tuo post, perchè lo leggo e lo rileggo, ma mi par di capire un solo messaggio: questi sono suscettibili, tanti e cattivi, attenti a non farli incazzare, dovreste farvi qualche scrupolo in più, indipendentemente dai valori di libertà di espressione grazie ai quali sproloquiamo quotidianamente (che poi vien da pensare che se fossero pochi e inoffensivi, chissenefrega).

    3. Squonk Says:

      Questi sono tanti, e molti di loro sono davvero suscettibili. Questo è un dato di fatto, direi. Attenti a non farli incazzare? Dipende. Voglio dire, dipende se ne vale la pena. A volte, certamente sì. C’è una violazione dei diritti umani? Lo dico, e a voce alta. Ma, in altri casi… A me pare che, a volte, non ne valga la pena, e che nessuno possa seriamente pensare che io venga meno ai principii fondanti dell’occidente se mi dico che pubblicare una vignetta non vale la pena, in termini di rapporto costo-benefici.
      Dico di più. Io non credo alla totale libertà di espressione. Non esiste, nè nella pratica, nè nei codici. Ci si muove su un crinale sottile, lo so, e so di non avere certezze nè ricette. Ma ho spesso l’impressione che questa libertà di cui tanto si parla sia tanto un mito quanto una foglia di fico.

    4. dado Says:

      non trovo corretto che la misura della tua libertà dipenda dall’altrui scettibilità…
      e se continuassero ad alzare l’asticella? e se decidessero che la birra sta male che la si beva?

    5. dado Says:

      ops… suscettibilità. sorry

    6. vic Says:

      Ho rischiato di ripetere la prima media perché avevo disegnato un paio di vignette sul prete che ci ammanniva oscenità controriformiste nell’ora di religione. Si era ancora nella Genova del cardinal Siri. Avevo anch’io problemi coi siriani, insomma.

    7. marco Says:

      Riferimento: mio 3/2/06 h:11.39
      Il messaggio è palese e mi spiace che non sia stato compreso … colpa mia sicuramente. Cercherò allora di essere più esplicito.
      Condivido che se vi fosse un prezzo troppo alto da pagare forse sarebbe meglio lasciare la matita nel cassetto o utilizzarla per disegnare altre cose. Condivido che tendere una mano, in segno di amicizia, potrebbe anche essere rinunciare a qualche vignettina.
      Non è neanche da discutere il rispetto delle altrui idee.
      Per quanto io mi sforzi di comprendere … diamine sono a casa mia! Se a quelle vignette, considerate blasfeme, fosse stata posta una critica pacifica e costruttuva … bè perchè non toglierle porgendo le dovute scuse? Ma no è stato così … pare, un direttore e un giornalista licenziati in tronco, minacce di morte, bandiare danese bruciata (che prendersela con i danesi e peggio che rubare caramelle a un bambino) …
      e tu mi dici: “attenzione … sono tanti e si incazzano!”
      Il dialogo, se ci deve essere, deve nascere da antrambo le parti, non trovi?
      A chi mi minaccia, in casa mia, non tendo la mano ma gli rammento che anche io potrei “incazzarmi”! Non mi piego e non mi pieghero mai ad alcuna minaccia, anzi …
      Forse ci siamo dimenticati quanti ragazzi, nostri ed alleati, sono caduti per darci una europa libera e democratica? quanti civili hanno sofferto e sono morti per due beceri che urlavano da un balcone? No caro amico …. io non dimentico.
      Mille volte sarei pronto a sacrificarmi per difendere questi ideali … e così insegno a miei figli! Paura? certo … solo un’incoscente non ne avrebbe … ma, a mio avviso, non bisogna .. non si deve lasciarsi intimorire.
      Se in questa vicenda il comune denominatore fosse stato la parola DIPLOMAZIA, io sarei con te e per te. A volte, purtroppo, è necessario lasciare la diplomazia ed essere più coercitivi. Quanto dico è ed è rivolto esclusivamente a quella minoranza integralista che dialogo non cerca. Agli AMICI muslim porgo ANCHE LE MIE SCUSE se si sono sentiti offesi e spero in un giorno dove le nostre religioni si fondano per creare uomini migliori.
      “Non Nobis Domine Non Nobis sed Nomine tua da Gloriam” … ti dice niente?
      Amo pensare che se, già noi due, cerchiamo un dialogo che ci accomuni … forse siamo sulla strada per essere uomini migliori. Amo pensare che da questi scritti entrambi desideriamo solo crescere e fare luce sui sentimenti che ora ci tormentano.
      Non è facile amico mio … non lo è. Possiamo solo provarci … ma in tutto questo la paura non ci è di aiuto. Essa si vince e si supera … non certo piegandosi.
      Spero di essermi espresso bene e di aver fatto comprendere quanto AMO la mia terra e la mia gente. In caso contrario cercherò parole nuove … non prima di essermi ancora messo in discussione. Penso a ciò che hai scritto e non lascerò cadere le tue parole nel vuoto. Cordialmente

    8. Ja Says:

      >I nostri profeti sono diversi ma non sono forse stati “illuminati” da un Padre comune?

      A dirla tutta, ecco, nel Corano sono nominati gli stessi profeti dell’Antico e Nuovo Testamento, e queste stesse scritture sono considerate insegnamenti religiosi validi.

    9. ilaLuna84 Says:

      “non trovo corretto che la misura della tua libertà dipenda dall’altrui scettibilità…”

      Pienamente d’accordo con questo commento.
      Quante vignette su Dio sono state pubblicate, nel corso della storia? Quante, su Cristo? E quante su Buddha?

      Perchè se si tratta di Maometto dovremmo censurare la satira?

      Io sono per la libertà di espressione. E NON fare una cosa solo ed esclusivamente perchè preoccupati della reazione altrui va contro la libertà di espressione.

    10. severine Says:

      Se esistesse la parità di cui parlate qua sopra, il Giudizio Universale dipinto nella Cappella Sistina sarebbe già una grossa bestemmia.
      Non succede spesso, ma stavolta do ragione al Sir e aggiungo: dov’è in Italia quella libertà di stampa che dovremmo difendere a suon di vignette razziste?

    11. mafe Says:

      Anch’io, per una volta, dò ragione al Sir. Quelle vignette non aggiungono niente al dibattito in corso e sono già costate la vita a un paio di persone.

    12. Squonk Says:

      OT – Due “per una volta” in un colpo solo. Fate di tutto per rallegrarmi il lunedì, insomma.

    13. Carlo Says:

      Sono d’accordo con Sara, Mafe e col tenutario Lord Brummel (cravatta rossa please, a meno che lei non sia passato al ramo pompe funebri – e niente button-down).

      La cosa divertente è stata vedere Ferrara a ottoemezzo incazzato come un caimano perchè, per una volta, non riusciva a mettere in bocca ai suoi ospiti le cose che lui voleva dicessero.

      Il problema è la nostra ignoranza delle altre culture e religioni e, contemporaneamente, la presunzione che la nostra cultura e religione siano superiori. Quando la finiremo di porci sul gradino più alto nei rapporti con altri popoli che hanno storie, culture, usanze e livelli di sviluppo totalmente diversi dai nostri (e che in larga parte ci sono sconosciute), forse finiranno anche le reazioni – in alcuni casi senz’altro esagerate – degli altri. Non tutto il mondo è Manhattan, insomma – altrimenti finiremo per comportarci tutti come il turista americano tipo.

      (questa cosa la volevo scrivere sul mio blog, quindi adesso mi sono bruciato il post quindicinale. Passerò al mensile)

    14. marco Says:

      Bene … pare che proprio io che ho scritto “mettersi in discussione non è un segno di civiltà?” mentre scrivevo non lo stessi facendo. In questi pochi giorni, dall’uscita della notizia, si sono sentite altre versioni .. altre verità. Ho cominciato a pormi domande, a scavarmi dentro.
      Oggi su LA STAMPA (pag.3) ho letto l’intervento di un vignettista palestinese di nome Boukhari Baha’ … quello che ha scritto mi è piaciuto. Credo che a ognuno di noi piace sentirsi dalla parte della ragione e mi sono chiesto se io lo ero … o se avessi considerato veramente la faccenda con lucida freddezza. Le scene che abbiamo visto in televisione, certo, non lasciano dubbi di interpretazione, ma quelle persone non sono i musulmani … ne sono solo una parte. Continuo a difendere e difenderò sempre la nostra “libertà di espressione”, ma a mente fredda ho compreso che proprio per tutti quei ragazzi caduti per darci la libertà ho il dovere di meritarmela. Ho il dovere di utilizzare la mia libertà non come un diritto abbarbicato ma come un possibile mezzo di dialogo. Oggi ho scritto a Boukhari e mi sono impegnato a non raffigurare il Profeta Maometto nelle mie vignette. Forse questa cosa farà ridere … ma è così. Amo pensare che, forse, sto facendo una cosa giusta per rispettare quei musulmani moderati con cui cerchiamo un dialogo di pace. In questo momento penso che se veramente desideriamo un dialogo …. bè posso cominciare io. Il resto si vedrà.

    15. b.georg Says:

      sì marco, ma se uno invece non vuole impegnarsi come fai tu a non raffigurare il profeta maometto, se invece lui vuole raffigurarlo, deve essere suo diritto o no?
      perché se è una libera scelta, tutto bene. Se no, se dobbiamo auspicare sia una legge, significa che auspichiamo nel nostro ordinamento una legge (“non si può raffigurare il profeta”) propria di un ordinamento che esiterei un po’ a definire “liberale” e aconfessionale – termini ambigui e non innocenti, certo, ma corre l”obbligo di proporne di migliori, non peggiori. Poi, tutto si può fare, ma mi scuserete se dopo io cambio stato (sì ma dove vado a sto punto?)

      È ovvio che non è questo il criterio, perché dovremmo vietare tutto ciò che altrove è considerato offensivo, tipo in certi paesi porgere la mano o in altri mostrare la lingua o in altri ancora il viso delle donne. Non è il punto. Allora vediamo altri possibil criteri.

      Quando si fa satira qualcuno si offende? Ovvio, che scoperta: dobbiamo permettere quella che satireggia qualcuno che noi odiamo e vietare l’altra? Un po’ antisportivo, no?
      C’è anche satira penosa, che sconfina al di fuori del recinto (tra molte virgolette) dell’espressione “artistica” e diventa opinione comune? Ebbene sì, ma chi lo stabilisce?
      In italia c’è una vera libertà di stampa? Direi di no, e allora, che c’entra?
      Che fossero inopportune tatticamente (le manifestazioni e le ambasciante brucianti) è evidente, che lo fossero strategicamente è assai probabile: per eterogenesi dei fini procureranno un rigurgito di discussione e laicismo nei paesi musulmani? Improbabile, e volendo ci sono mezzi più logici per ottenere ciò. Erano pure schifosette e fascistelle, fatte con l’intento di provocare? Ahinoi sì.
      Però: il principio secondo cui io posso dire che sono inopportune è stronze, non è lo stesso che garantisce a loro di disegnarle e anche di pensare invece che erano opportune? Come applicarlo allora: quando ci fa comodo?

      Ci vogliono criteri un po più universali, pare.

      Il punto forse non è il profeta, che se non vuole essere rappresentato sono un po’ fatti suoi, ma il fatto che da quelle vignette si sono sentite offese delle persone in quanto appartenenti a una categoria, che incidentalmente è religiosa. Dato che difficilmente il profeta ci farà sapere se si è offeso o meno, è chiaro che le vignette intendevano offendere persone fisiche.
      Cioè, è possibile che quelle vignette fossero non tanto antireligiose, ma razziste? (anche al netto della considerazione ovvia che nei paesi musulmani molti ci marciano e usano con ovvio “cinismo politico” un caso per mobilitare le masse a scopi di potere che col profeta c’entrano pochino; cioè, quelli davvero offesi sono come al solito carne da cannone).
      Perché questa, l’accusa di razzismo, è imo il solo punto di accordo possibile tra garanzia della libertà di opinione e rispetto altrui. Si tratta però, se si vuole far avanzare la discussione, di mostrare che quelle vignette sono razziste.

    16. Squonk Says:

      BG, mi sfugge la differenza di valore tra una vignetta che sfotte una religione e una vignetta che sfotte una razza, a meno che non sia l’oggettività del dato razziale contrapposta all’indimostrabilità del dato religioso. A me pare che in entrambi i casi si finisce per prendere in giro qualcuno per ciò che è. Ora, io penso che questo debba essere consentito; penso anche che i veri limiti a questo diritto siano quelli autoimposti, e qui, purtroppo, casca l’asino: così, oggi ci troviamo nella condizione di dover difendere il diritto di espressione di due cretini (vignettista e direttore di giornale), i quali, però, subiscono le conseguenze delle loro azioni nella stessa misura in cui le subiamo noi (generalizzo: sostituiamo “dipendenti delle ambasciate danesi” a “noi”, per fare un esempio migliore).

    17. Carlo Says:

      Pensa se su qualche giornale arabo fosse uscita una vignetta raffigurante il papa con gli zoccoli e le corna che tira una bestemmiona a caratteri cubitali. Magari una di quelle toscane, molto creative.
      Come minimo avrebbero convocato il consiglio di sicurezza dell’ONU.

    18. b.georg Says:

      carlo, sono d’accordo con te, ma il fatto che tu ci faccia una battuta significa che pensi che l’onu in quel caso sbaglierebbe, e che non si debba invadere la toscana per via del Vernacoliere. Quindi un conto è dire: due pesi e due misure, un conto è affermare: queste cose non si devono dire. Giusto? Dalla prima, condivisibilissima, dedurre la seconda, non è un buon uso della logico, forse.

      sir, la differenza imo sta nel fatto che avere una brutta opinione di un’idea altrui (fino a prova contraria la religione non è un dato biologico) è legittimo, avere una brutta opinione di una razza lo è già meno, fare proselitismo di questa seconda opinione in italia è reato.
      Senza contare che occorrerebbe stabilire con certezza la differenza, il limite – è ciò che ho richiesto al termine del mio intervento precedente – tra un’opinione razzista e la satira, che fino a prova contraria è un genere letterario, e proibire un genere letterario è un po’ comico, ma involontariamente – anche se alcuni pensano che persino l’arte debba essere censurata quando offende “la sensibilità” di qualcuno: opinione legittima, finché non diventa pratica.
      Inoltre, la satira prende sempre in giro qualcuno per ciò che è o che pensa: in essa vige la differenza tra dire “una sberla” e darla davvero. E sempre qualcuno si incazza e vorrebbe ricambiare a sberle vere: che sia invece stabilito ritualmente che “si deve stare al gioco” e riderne anche se si è incazzati come belve, è il senso “incivilente” della sua missione.
      Quindi il criterio non è “non offendere”, ma chiarire se sia satira, opinione, o razzismo.

      che qui caschi l’asino sono d’accordo con lei, ed è un paradosso consueto dover difendere dei cretini: il punto non è difendere loro, però, ma stabilire se esiste un tratto comune tra loro e noi. Se tale tratto è o meno un diritto (ad esempio il diritto di sfottere la religione) è appunto ciò che si discute, dato che in tal caso staremmo difendendo noi stessi tramite loro (il che auspicabilmente non avverrebbe una volta stabilito che le vignette sono razziste)

    19. Squonk Says:

      Concordo con lei: io non avrei disegnato o pubblicato, ma non penso che quei due signori debbano essere mandati dietro le sbarre e penso che sia giusto difenderli – difendendo così noi stessi.
      Mantengo invece le mie perplessità sulla distinzione tra sbeffeggiamento della religione e sbeffeggiamento della razza, perchè la religione – volenti o nolenti – per molte persone ha a che fare con la loro essenza e la loro identità. Tanto quanto la razza, o forse di più.

    20. b.georg Says:

      sir, lei dice: “perchè la religione – volenti o nolenti – per molte persone ha a che fare con la loro essenza e la loro identità”

      appunto, “per molte persone”. E per le altre? Deve valere l’opinione delle prime o delle seconde? Ma se stiamo a discuterne non vuol forse dire che siamo d’accordo su un punto: che sono opinioni? (ma “siamo d’accordo” noi. E loro? Come vede si va avanti parecchio…)
      Difficile invece che il colore della pelle sia argomento di discussione (“è nera? ma no, a me pare bianca…”).

      è come dire: “libertà è responsabilità”, occorre essere responsabili, pensarci bene.
      Ok, ma se uno ci pensa bene e poi decide di pubblicarle, non è più libero?

      (nb. quanto al difendere i cretini e noi stessi: per me la domanda se sia, quello delle vignette, uno sfottò verso chi usa la religione per scopi antireligiosi, o umorismo becero, o razzismo censurabile, è ancora valida. ma sapere come rispondere è più complicato, ma imo la discussione qui comincia, non finisce)

    21. Carlo Says:

      Giorgio, io mica ho detto che le reazioni violente sono giuste. Ho detto una cosa diversa, e cioè che, mutatis mutandis, analoga situazione a parti invertite avrebbe probabilmente generato forti reazioni, magari anche violente. Inoltre, come ti diceva sopra Squonk, moltissimi arabi vivono la loro religiosità come un tutt’uno con la propria razza, cultura e identità – diversamente da come lo facciamo noi (non meglio, non peggio, ma diversamente). Inoltre giusto o sbagliato che sia, e per vari motivi (non ultimo la questione palestinese, la guerra irakena, etc) moltissimi arabi ci vedono come prevaricatori, infedeli, razzisti e pure un po’ stronzi. In questa situazione mettersi a fare le vignette su Maometto a me sembra un po’ stupido, tipo accendere un cerino in una polveriera ecco. E questo terra terra, senza tirare in ballo (in maniera strumentale?) la democrazia, la libertà di stampa e la superiore civiltà dell’occidente tutto. Che poi i danesi siano razzisti è fuor di dubbio, specialmente nei confronti degli italiani baffo nero spaghetti.

    22. b.georg Says:

      carlo, ma sono d’accordo: sono stupidi, inopportuni, accendono fiammiferi e mandano indietro la situazione di dialogo di anni. L’ho detto anche io.
      Ma la discussione “sono o meno cretini” non è una discussione: per me sì, per un altro no, e andiamo avanti per due anni. Al massimo è una discussione politica che prevede risposte politiche (tipo isolare i cretini ecc).

      imo la discussione attuale, almeno sui giornali italiani, è se vadano o meno condannati non in quanto cretini, dato che anche i cretini hanno il diritto di dire cretinate (se non loro, chi?), ma in quanto “certe cose non si devono dire”. È strumentale? E certo che lo è! Ma è strumentale al contrario!
      Una cosa inopportuna è tuttavia legittima? Molti dicono di no, che la libertà va bene ma insomma, ecc ecc. E con quali criteri? Che si offende qualcuno? Che si offenda la religione? Ma non è un criterio per giudicare la satira (se – se – questa è satira), me lo concederai.

      (che qualcuno viva la religiosità come gli pare non è un argomento per stabilire se si possa o no fare satira sulla religione, altrimenti vale per tutto)

      nemmeno io ho detto che le reazioni sono giuste o sbagliate o che qualcuno ha una civiltà superiore: ho solo detto che il criterio di non fare due pesi e due misure (stigmatizzanre le loro reazioni e sorvolare sulle nostre, identiche se non peggiori) è senz’altro un buon criterio, ma che due errori non fanno una cosa giusta, e quindi quel criterio non è in contrasto ma è coerente con l’altro, e cioè esprimi liberamente le tue opinioni.
      il punto è da quali norme vogliamo essere governati e su cosa le fondiamo, su quali criteri generali. perché è bene che siano ben fondate piuttosto che mal fondate, no?

    23. b.georg Says:

      cmq: http://www.vibrissebollettino.net/archives/2006/02/tra_religione_e.html

    24. Squonk Says:

      BG, in quel pezzo si dice ciò che – magari con minore proprietà ed efficacia – si è provato a dire anche qui. Il fatto è che, di fronte agli idioti e all’idiozia, ci si dice “ah, quanto sarebbe bello se questi non esistessero”: non credo che questo legittimo desiderio vada bollato come liberticida. Gli idioti sono fra noi, ce li dobbiamo tenere e li dobbiamo persino difendere.

    25. marco Says:

      Ciao b.georg (commento 15) … consentimi di darti del tu. Ho letto ciò che hai scritto e ci penso … che dire? Che anche tu manifesti una ragione indiscutibile … che se uno vuole raffigurare il Profeta Maometto … deve essere libero di farlo (senza volgarità) senza temere di beccarsi una pallottola. Sai mi costa caro … se ci penso (e più ci penso) non è giusto portare persone a cambiare idea o ad accettarne altre con l’uso di minacce ed azioni violente. Quello che dici, poi , sul fatto che allora ci sono anche altre cose che possono offendere altrettante persone … è vero e meritevole di ascolto.
      Metterlo in termini di legge? … no! o farei un torno a te … mica desidero che cambi paese. Mi rendo conto che, a volte, esprimere i propri sentimenti è più difficile del previsto … ma anche oggi .. altri morti. No … non disegnerò il Profeta Maometto nelle mie vignette ma questo non vuole dire che non posso criticare, attraverso la satira, il comportamento eccessivo e antidemocratico di chi la mia cultura la rifiuta a priori (mi riferisco agli integralisti). La mia (pesante) scelta nasce dal desiderio di rispettare l’amico musulmano con cui voglio vivere in pace.
      Io posso parlare solo per me … ho però giudicato e accetto di essere giudicato.
      Ma un punto di incontro esiste? possiamo almeno cercarlo? possiamo tentarci?
      Non sò se la mia strada è giusta … ma, credo, che accettando di non disegnare il Profeta: a te non reco torto perchè continuerai a fare sonni tranquilli e non recherò torto all’amico musulmano.
      Ho fatto la mia scelta …. ecco tutto.
      Mi piacerebbe continuare a dialogarne ma non trovo giusto occupare troppo spazio su questo sito. L’argomento mi piace e, sento, mi tocca veramente dentro. Se lo ritieni opportuno e utile: info@satiridon.it … qui ho finito.

    26. Squonk Says:

      Ah, ma qui lo spazio non è un problema, sia chiaro.

    27. b.georg Says:

      marco, vorrei precisare che poche cose mi interesano meno al mondo che disegnare il profeta 🙂
      io onestamente non so bene come la penso, lo scopro discutendo con me stesso e con gli altri. i miei commenti vanno letti in questo modo.

      vorrei aggiungere: so bene che le parole sono quasi armi. Quindi è ovvio che si protesti contro le parole (o i disegni) come si protesta contro i bombardamenti, non dico mica sia sbagliato o sorprendente.
      Accade quando parole e disegni vengono usati coscientemente come armi (e certo, si ha il diritto di parlare e tale diritto va difeso. Ma per lo stesso diritto si può dire, riporto quanto detto altrove, che l’intento di quei signori non era allargare la libertà di satira e di espressione comprendendovi il profeta o la religione, ma colpire deliberatamente denigrandola tutta una categoria di persone usando quello che si aveva sotto mano, in questo caso la religione. Diverso il caso se le vignette le avesse disegnate un musulmano, ovviamente. E ben più bello sarebbe difendere quel disegnatore rispetto a questi. Si allarga la libertà quando si colpisce un proprio tabù, non un tabù degli altri che a noi non tocca – in tale caso non si fa satira, ma si mette sotto qualcuno, un po’ mi si passi l’esempio, come quando da bambini si sfotteva tutto il santo giorno il bambino più goffo: bella forza….)

      è questa la complicazione della faccenda e il motivo per cui le soluzioni legaliste (“non si deve offendere la religione”, “no, la religione non deve interferire”) mi paiono astratte.

      le parole e le ideologie, comprese l’ideologia della libertà o quella della bontà divina possono essere usate per le peggio cose. Si può metterlo nel didietro di una popolazione intera predicando la libertà (e distruggendole l’economia) o esaltando il dovere religioso.
      Purtroppo è anche vero che non abbiamo molto di meglio di quelle ideologie per lavorare.

      penso che questo sia come al solito lo spazio della politica. Tu parli di una specie di disarmo unilaterale come premessa del “politico”. È una prospettiva molto rispettabile. Non so se sia sempre vincente, a volte lo è stata

    28. marco Says:

      Ciao Georg, … alla fine non ho resistito e sono venuto e vedere se mi avevi risposto. Lo hai fatto e ne sono contento. E’ vero … dialogare ci apre la mente offrendoci il modo di vedere le cose sotto altre angolazioni. Ma devo essere onesto con te perchè trovo giusto metterti in condizione di poter valutare maggiormente i sentimenti che mi hanno spinto a prendere una decisione. Parlare di “disarmo” com me non è propriamente corretto visto che da 21 anni ho scelto le armi per vivere. Questo non fa di me un “rambo” (non lo sono) ma fa di me, se necessario e inevitabile tramite ogni tentativo di dialogo, un uomo pronto a fare uso delle armi … con tutto ciò che ne comporta. Sono ancora uno di quelli (povero me) che quando vede il Tricolore sventolare non pensa alla nazionale di calcio. Amo pensare di essere un buon soldato. Formato da uomini saggi che gli hanno inculcato valori di libertà e democrazia, di rispettare il “nemico”, lasciando nazionalismi eccessivi e desiderio di “azione” a chi questo mestiere lo svolge da mercenario.

      Anche io ruggisco di rabbia se penso che tutto ciò è frutto di azioni mirate ad ottenere determinate reazioni … da una parte e dall’altra. Chi dice: i musulmani vogliono solo conquistarci … è un disegno a lungo termine … fanno questo e fanno quello … e da ciò che vediamo (o ci fanno vedere) spesso non si può dire il contrario. Ma poi sullo stesso giornale leggo di una giovane suora crocefissa viva perchè considerata indemoniata, leggo che “turiddo” o “pautasso” hanno scannato la moglie davanti ai figli per gelosia. Leggo che una bambina e morta di denutrizione … e sto male come un cane. Leggo che ci sono paesi dove – ancora oggi – ragazzi saltano in aria su mine antiuomo costruite in italia (poco importa se ora le abbiamo messe al bando) … allora credo, penso …. ma siamo uguali! Il caso delle vignette è l’ennesima palla al balzo che alcuni utilizzano per i propri scopi. La prossima volta cosa sarà? Io desidererei delle società (povero) dove le religioni si uniscano per il bene comune.
      Sai … ho un souvenir a casa … preso al Santuario di Oropa: un coltello! (non da cucina) vicino era esposto un crocefisso che chiamarlo orrendo è veramente poco: grande, brillantinato e di colore BLU. Io non sono un fervido credente ma … via i mercanti dal tempio di Dio! Non nascondo che qualche vignetta sul Papa dalla mia matita è uscita … quando leggo che Benedetto XVI ha messo il cipyright sui suoi discorsi … io non resisto.

      Ma anche oggi … ancora morti e che siano “dei loro” non mi gratifica. Penso che alcune popolazioni musulmane vivano veramente nell’ignoranza, tenute nell’ignoranza.
      Penso che anche da noi ci sia tanta ignoranza (e io non mi escludo) o paura per il diverso quando sento “marocchini di …”, “albanesi di …” e così via.
      Alla fine … l’uomo … rimane solamente habilis.

      Ma scelgo di fare un piccolo gesto … una vocina ieri, dentro di me, mi ha chiamato “coniglio” … ma non gli dò retta e vado avanti perchè l’Hassan o il Moamed di turno che con me sono gentili ed educati, forse, lo meritano. Uno, in particolare, non se lo merita ma a lui penserò diplomaticamente in altro modo.

      Che forse voglio avere la coscienza pulita a tutti i costi? Non lo so .. sono un uomo e come tale solamente “habilis”. Aspetto il giorno che meriterò di essere chiamato sapiens sapiens.

      Grazie Georg. Grazie Squonk … ma se continua così scrivo le mie prigioni.

    29. b.georg Says:

      marco, non c’entra, vado un po’ a braccio, ma a me sorprende come in questo caso si possano trovare argomenti ragionevoli per tutto. ad esempio prima leggevo sofri: http://www.wittgenstein.it/post/20060208_45642.html “Dare il diritto a qualcuno di comportarsi da cretino, o anche solo trovargli giustificazioni e provocazioni, è dargli del cretino”. Be’, è molto ragionevole e ben detto. Però poi penso: quando uno è con le spalle al muro fa cose strane, a volte spiacevoli, spesso dannose persino per lui, quindi forse cretine. Ma il muro c’è, anche a lasciar stare chi ce l’ha messo, se ci si è infilato da solo o se ci sono “responsabilità oggettive”. Che si fa col muro? Ad esempio chi è con le spalle al muro tratta male cose cui gli altri tengono. Nelle banlieu hanno bruciato automobili. Chi le aveva comprate ci teneva. E bruciarle probabilmente non ha nemmeno dato ai rivoltosi più chance di ottenere ciò che legittimamente vogliono, il rispetto (difficile stabilirlo, questo). Quindi? Gli tiriamo la croce sopra perché le rivolte bisogna farle citofonando prima di spostare la macchina? Chi protesta per vignette opinabili tratta male una cosa cui noi teniamo molto (e facciamo bene), la libertà di parola. Di certo tale libertà non è minacciata da quelle proteste, anzi lo è molto di più dalle ideologie (spesso ugualmente fanatiche) di chi quelle vignette ha pubblicato, che infatti difficilmente avrebbe disegnato vignette anticattoliche. Quindi tocca essere per un pezzo con chi brucia chiedendo rispetto per loro, visto che certi muri dalle loro parti… ma per un pezzo invece contro la loro idea probabilmente suicida di ottenere rispetto per sé attraverso il rispetto attribuito a un tizio vissuto migliaia di anni fa (idea che li fa passare dalla padella della corruzione autoritaria dei loro governi filo-occidentali alla brace di governi teocratici). Per un pezzo a difesa della libertà di parola, per un pezzo contro le idee di chi quella libertà usa per fini illiberali. Qui a furia di distinguo, altro che anime belle…
      Il minimo che si può dire è che stiamo usando categorie inservibili, e ad essere buoni. Occorre darsi una mossa, mi sa.

    30. Kaino Says:

      Se ciascuno, a questo mondo, si facesse i CAZZI suoi e lasciasse agli altri la liberta’ di farsi quelli loro, forse si vivrebbe TUTTI meglio.

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