Consigli per l’omicidio
Leggendo l’intervista a Pietro Maso [1] pubblicata da Repubblica non sono riuscito a evitare il pensiero della persona corta (diventata un po’ meno corta) armata di coltello che mi sgozza al rientro a casa. Poi, pensando a questi ragazzi di cui parla Maso, quelli che gli scrivono descrivendogli il loro odio per i genitori e le loro intenzioni omicide, mi sono detto che se solo la metà di ciò che Maso riferisce è vero, c’è un sacco di gente che deve andare a dormire preoccupata anzicheno, e insomma non si può dire che questo sia un bel vivere – ma poi, quelle lettere saranno firmate?
Repubblica.it
[1] Definiamola tale, anche se Paolo Berizzi, che la firma, scrive onestamente che si tratta della trascrizione del colloquio avuto da Maso con un consigliere regionale lombardo. Se state alzando il sopracciglio all’idea che quest’ultimo si sia messo a verbalizzare il suo incontro con il detenuto, sappiate che l’ho fatto anch’io, ma tant’è.