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La vita non è quella che si è vissuta, ma quella che si ricorda e come la si ricorda per raccontarla.
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    07/02/2007

    Pozdrowienia z Warszawy – 3. Big Brother(s)

    Filed under: — JE6 @ 22:45

    Uno si culla nell’illusione di essere nato e cresciuto nella patria del nepotismo; poi arriva in un paese nel quale il presidente della repubblica [1] e il primo ministro sono fratelli gemelli, pensa alla mafia russa e a quella cinese, e realizza che il Belpaese è davvero retrocesso in serie B.

    [1] Il signore in questione, una settimana fa è scivolato mentre andava a messa nella cappella del palazzo presidenziale [1 bis], rompendosi il braccio sinistro. Ieri, sull’equivalente polacco della Gazzetta Ufficiale, è stato pubblicato l’annuncio del rifacimento della pavimentazione del palazzo medesimo, con apposito impianto di riscaldamento interrato per scongiurare perniciosi ghiacciamenti.

    [1 bis] Esattamente il posto dove questa sera mi sono fermato per rispondere a mia moglie che mi telefonava da casa – e il militare di guardia non ha gradito molto, mi è parso.

    Pozdrowienia z Warszawy – 2. Calorie

    Filed under: — JE6 @ 22:36

    I locali – quelli con i quali ho parlato – dicono che a quattro, cinque gradi sotto zero mica si può parlare di inverno. Infatti, l’acciottolato di Stare Miasto, la città vecchia, inizia a ghiacciare solo verso le otto di sera, e gli inglesi (ma non gli indigeni, che non sono del tutto scemi) possono andare in giro vestiti solo delle loro improbabili giacchette, con le camicie aperte fino all’ombelico o quasi. L’anno scorso, mi dicono, di questi tempi faceva venti e anche venticinque sotto zero, e mi chiedo come abbia fatto a sopravvivere la vecchietta che ho visto inginocchiata dalle parti dell’arcivescovado, mentre chiedeva l’elemosina ai rari passanti. La cucina locale, ovviamente, non si sdilinquisce in creazioni sofisticate, ma mira subito al raggiungimento dell’obiettivo primario – la sopravvivenza: così, la zurek na zarkwasie non è la solita zuppetta insignificante e scipita che ti possono appioppare in Francia, ma ti regala dei pezzi di salume e nientemeno che un mezzo uovo sodo, che ovviamente non riesce a sciogliersi – nemmeno nello stomaco. E il golenka è un blocco ciclopico di carne di maiale – l’intero ginocchio – accompagnato da patate e crauti e rafano, e insomma dopo mezz’ora sei stanco morto ma hai ripreso conoscenza e soprattutto calore, abbastanza da poterti riavventurare per le strade senza il timore dell’ipotermia.

    Pozdrowienia z Warszawy – 1. In volo

    Filed under: — JE6 @ 22:17

    Tutto e subito, ecco l’orrore dei nostri tempi. E’ la prima volta che vengo in Polonia, e mi rendo conto che tendo già a farmene un’idea stando quassù, a sette-ottomila metri di altezza – la neve che incomprensibilmente scompare nell’arco di cinque o sei chilometri, i campi tutti rettangolari lunghi e stretti, i boschi ghiacciati. Come se si potesse capire qualcosa di un posto volandogli sopra, come se si potesse anche solo lontanamente immaginare la vita dei quasi quaranta milioni di persone che stanno là sotto senza incrociarne lo sguardo. Mi vergogno un po’.