Pozdrav z Prahy – 3. Rumore, rumore
Giro per questi luoghi come il Bill Murray di Lost in Translation: mi guardo intorno e cerco di intuire, senza capire una sola parola di quanto vedo e leggo, se scritto in idioma indigeno. Qualche sera fa, a Varsavia, leggevo una targa dove le uniche parole che avevano un significato erano Marie-Curie Sklodovska: ma se quella era la sua casa natale o la scuola dove si era diplomata, questo rimane per me ancora un mistero. E qui le cose non migliorano, visto che anche il ceco si presenta come una terrificante accozzaglia di consonanti giustapposte casualmente: mentre cenavo, leggevo i cartelli che – immagino – illustravano la vecchia fabbrica di birra: per intenderci, questo: oblibu peniveho moku muzeme prokazat u nekohka generaci prazanu, ovsem zatinco dnes u leckoho kvantita ntezi nad kvalitou nasi breakove byili taki znalci eccetera.