Il documento urgente
La coppia cammina sul marciapiede, con il passo ansioso dei milanesi durante la pausa pranzo. E’ una giornata di sole, fa caldo, lui ha un mezzo sorriso dietro gli occhiali da sole, lei canticchia una canzone ascoltata pochi minuti prima in macchina. Mentre attraversano l’incrocio, lei estrae dalla tasca il palmare, lo guarda, per qualche secondo scrive veloce senza mai cambiare espressione. Continuano a camminare guardando distrattamente le vetrine dei negozi che separano l’ufficio dal bar dove tutti i giorni vanno a mangiare. Mentre lui sta per dire qualcosa – una frase qualsiasi – lei riprende il palmare, legge, sorride, scrive veloce, rimette il telefono in tasca, guarda lui e gli regala un sorriso. Lui non dice nulla, le cede il passo all’entrata del bar, vanno a sedersi, ordinano. Scambiano quattro chiacchiere, un po’ di lavoro e un po’ personali; il cameriere mette sul tavolo le due insalate e le due bottigliette di acqua minerale naturale. Lei dà un’occhiata al palmare che ha appoggiato sul tavolo, vicino al bicchiere; distoglie gli occhi, le passa un’ombra sullo sguardo. Lui sospira, mangia in silenzio. Lei riguarda il palmare. Lui, senza averne bisogno, tira fuori il suo – guarda il display, controlla la posta, lascia un commento che avrebbe potuto scrivere mezz’ora dopo. Finiscono di mangiare, lei lo guarda, sorride e gli chiede se, dato che hanno una decina di minuti ancora a disposizione, ha voglia di fare quattro passi per andare a bere un caffè più buono di quello che fanno in quel bar. Lui ringrazia, e le risponde che ha un documento da consegnare assolutamente entro le quattro del pomeriggio.