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La vita non è quella che si è vissuta, ma quella che si ricorda e come la si ricorda per raccontarla.
(Gabriel Garcia Marquez)

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    10/09/2005

    Gli occhi azzurri e poi la noia

    Filed under: — JE6 @ 17:01

    Il mio stupore per l’entusiasmo nei confronti dei Beatles è secondo solo a quello che viene manifestato per Lucio Battisti.

    C’ero anch’io

    Filed under: — JE6 @ 15:32

    A dimostrazione che la musica dal vivo (e, in sè, l’evento dal vivo) è infinitamente più appassionante di quella che si ascolta a casa, pare che in questo momento ci siano centosettantamila persone riunite in attesa di ascoltare il concerto di un rocker, che è attualmente in classifica con una delle canzoni più brutte, banali e ripetitive della sua pur onorata carriera.

    09/09/2005

    La pura verità

    Filed under: — JE6 @ 12:54

    PC: Mamma, quando morirai papà si sposerà con un’altra signora.
    P: (…)
    M: Ah, davvero? Beh, questa sì che è una buona notizia. Ma scusa, tu mi vuoi vedere morta?
    PC: No, però invecchierai, prima o poi.
    P: (…)

    PC = Persona Corta; M = Madre; P = Padre

    Fossi figo

    Filed under: — JE6 @ 11:14

    La mia prima reazione è stata “ma tu guarda questo come parla”. Poi mi son detto: beh, ti lamenti tanto del vecchiume della classe dirigente del tuo paese, e però ti lamenti anche se un venticinquenne – benchè abbigliato con gessati stile Chicago anni ’20 – osa dire a un giornalista che “la Fiat deve tornare a essere una macchina, mi si passi il termine, figa“? Ma allora, mi sono detto ancora, che cazzo vuoi?
    Repubblica.it

    08/09/2005

    Improvvise bufere

    Filed under: — JE6 @ 16:24

    Giacomino Leopardi doveva essere un conoscitore della Roma-L’Aquila-Teramo, di sicuro. Un’autostrada costellata di cartelli che informano il conducente della possibilità di attraversamento da parte di animali selvatici e, soprattutto, dell’essere la strada in questione soggetta a “improvvise bufere” non può che portare all’elaborazione della teoria della natura matrigna.

    07/09/2005

    Ivan, dì qualcosa di sinistra (dì qualcosa, insomma)

    Filed under: — JE6 @ 10:26

    Come fanno i poeti secondo Pascoli, Libero Gilera scrive su Ivan Scalfarotto le parole che avevo sulla punta dei polpastrelli ma non riuscivo a esprimere bene.
    Attentialcane

    Abbrutimento

    Filed under: — JE6 @ 07:20

    Guardate l’orario di pubblicazione. Ero in ufficio già da un po’.

    06/09/2005

    Mioddio, chi è quel tipo nello specchio?

    Filed under: — JE6 @ 21:46

    Sottoponendosi ad una pur severa autocritica, il titolare direbbe che l’unico elemento che differenzia la sua versione autunno-inverno da quella primavera-estate è una gradevole abbronzatura che non portava dalla lontana estate del 2000.
    Eppure, nelle ultime ventiquattro ore, vi è chi gli chiede cosa mai succede (a fronte di una affermazione quanto mai banale come “tutti i gusti son gusti“: passi se avesse gridato, in puro Roth-style, “Viva la f***!!!“) e chi lo trova particolarmente incattivito. Boh, si dovrà preoccupare?. Comunque, vogliate scusarlo; va a cambiarsi, chè i panni dello Squonk-Hyde cominciano a dargli noia.

    Hai un dito nella f***?

    Filed under: — JE6 @ 10:21

    Ecco a cosa serve aver scritto un discreto numero di grandi romanzi e almeno un capolavoro: a piazzare in un libro un buon numero di pagine che non sfigurerebbero in una rivista porno di serie B, e continuare ad essere considerato uno dei massimi scrittori viventi. Chapeau.
    Philip Roth, “Il teatro di Sabbath

    05/09/2005

    Oltrepassate dagli eventi

    Filed under: — JE6 @ 11:32

    Per carità, il declino della società occidentale, l’assenza di valori, la gioventù bruciata senza nemmeno essersi accesa: di spiegazioni sociologiche ne possiamo tirare fuori a dozzine, basta spulciare nel database delle giustificazioni.
    Però, io provo a mettermi nei tuoi panni, ragazzina. Provo a immaginare che cosa ti passava per il cervello quando, in piena notte, sei andata con due amiche e una tanica di benzina in quella casa abitata da gente che non conoscevi. E hai acceso il fuoco.
    Volevi giocare, dici. Guarda, io non pretendo che tu, a sedici anni, te ne stia ancora con la Barbie, o con le Winx (ci sono in Francia, le Winx? sai, mia figlia te ne potrebbe prestare qualcuna, per aiutarti a trascorrere il tempo). Ma, gesucristo, non ti è mai capitato di vedere “Inferno di cristallo”? Non te le ricordi le torri gemelle? Non hai mai guardato un falò?
    Sul serio, io ci provo a mettermi nei tuoi panni, ragazzina. Ma non ce la faccio, perchè sei troppo stupida. Anche per vivere.