Furibonda tranquillità
Credo che qualunque abitante di una metropoli abbia desiderato, almeno una volta nella sua vita, di trasformarsi nel Michael Douglas di Un giorno di ordinaria follia. Camicia immacolata, nodo della cravatta ben stretto, piega perfetta dei pantaloni. E un mitra in mano, per sfogare l’urlo che Munch faceva tirare fuori alle sue sgraziate figure, e che noi, invece, reprimiamo con bello stile.
Ecco, questa mattina, quando ho dovuto rinunciare a prendere la macchina dopo una vana attesa di quaranta minuti al freddo del gennaio milanese, perchè un cretino di proporzioni bibliche mi aveva irrimediabilmente bloccato parcheggiando la sua macchina appena fuori dal mio box e andandosene poi chissà dove (spero dove l’ho mandato io, ma dubito), indossavo la mise perfetta: un Michael Douglas invernale, un filo più casual. Come al solito, mi mancava il mitra; ma verrà il giorno, oh se verrà.
Il titolo del post è un omaggio a una gentile lettrice. Spero che apprezzi.
January 4th, 2006 at 20:06
Ehi, ma qua c’è più sincronicità di quanta ne abbia potuta incontrare Sting in tutta la sua vita!
Poche ore fa arrivo a uscire dal cancello e trovo trenta centimetri di coda di una macchina che mi impediscono il passaggio (il resto della macchina bloccava il passo carrabile adiacente, per giunta). Ero già in ritardo per un appuntamento. Inutile clacsonamento, poi con la forza della disperazione sono riuscito a passare nel varco residuo, strofinando la mia fiancata contro il pilastro.
Ho preferito tardare altri cinque minuti per lasciare un biglietto contenente prosa adeguata sul parabrezza del tipo/tipa.
January 4th, 2006 at 20:09
Ti capisco! Anch’io, ogni tanto, vorrei essere un po’ Michela Douglas…