Benaltrismo
Adesso che il numero di concorrenti all’ambita poltrona di segretario del PD supera quello delle dita di una mano, si può dire che il problema non è quello di quanti sono quelli che sgomitano per conquistare la carica, ma di come si comporteranno “dopo” quelli che perderanno la gara (concorrenti e supporters)?
July 23rd, 2007 at 12:41
Tutto bene, però
-Il problema è anche quanti (e soprattutto *chi*) sono
-Importa sì come si comporteranno *dopo*, ma a me adesso interessa di più il *durante*, perchè per alcuni (p.es. iMille, tanto per non far nomi) il durante determina se e in che misura potranno permettersi un dopo.
July 23rd, 2007 at 12:51
Cerco di spiegarmi meglio: siccome nel nostro paese il principio di maggioranza ha spesso lo stesso valore della carta igienica usata, io sono piuttosto sicuro che chi perderà inizierà a pestare i piedini, e nel nome della tutela delle minoranze finirà per rendere la vita impossibile al vincitore, il quale diventerà il leader della minoranza più vasta e perciò con minori diritti.
July 23rd, 2007 at 17:13
Insomma, se è uno non va bene perché diventa un plebiscito dove non c’è spazio per posizioni diverse, se sono cinque non va bene perché i gli altri quattro romperanno le palle con posizioni diverse. Faccio fatica a capire qual è la soluzione per voi ideale.
Se si tratta di un partito, si suppone che la linea del vincitore e della sua maggioranza interna prevarrà (come avviene in tutti i partiti del mondo). Chi non ci vorrà stare dovrà uscire dal partito, ma con una legge elettorale nuova e funzionante (alla francese, alla tedesca, alla inglese poco importa) uscire da un partito “grande” per formarne uno “piccolo” non sarà più così conveniente come oggi…
July 23rd, 2007 at 17:18
Carlo, se le cose stessero così ci ritroveremmo forse con le maggioranze più inerti dalla salificazione della moglie di Lot? Semplicemente, in questo paese il principio di maggioranza non viene rispettato, i signor-uno-per-cento contano come quelli che sono venti volte più grandi e le presunte maggioranze non sono altro che le minoranze più grandi e vessate. Per dire, farò scattare il cronometro un minuto dopo l’incoronazione di Veltroni per vedere quanto ci vuole alla Binetti per dire “no, questo no, non se ne parla proprio”, con tutto quel che segue – secondo me non dovrò aspettare tanto.
July 23rd, 2007 at 20:20
Qui non è che si possano fare tanti distinguo: il candidato è o uno o più di uno. Punto.
Dovendo scegliere, preferisco di gran lunga che sia più di uno, il che implica il rischio che chi perde spenda energie a ricavarsi la sua micronicchia.
Peraltro, se l’ansia della micronicchia è così alta, stai tranquillo che te la ritrovi anche con il candidato unico, per cui limitare i candidati è al più una parziale soluzione del problema.
July 24th, 2007 at 10:34
Squonk, quel che tu dici è vero nel sistema politico ed elettorale di oggi, dove le minoranze hanno un potere di “ricatto” enorme, perché decisive alla somma dei numeri. Al Senato, a dir la verità, oggi non c’è bisogno neppure di una minoranza per fare casino, basta che a uno gli scappi da pisciare..
Invece, in un sistema maggioritario (maggioritario sul serio) o con uno sbarramento degno di questo nome, la Binetti semplicemente se non è d’accordo o si adegua alla linea del partito, oppure esce e forma un altro partito, con tutti i rischi a ciò connessi in un sistema maggioritario (avrà abbastanza voti? vincerà in qualche collegio? supererà lo sbarramento?)
Ripeto, una nuova legge elettorale è una condizione NECESSARIA perché il progetto PD funzioni.
Cmq, oggi Veltroni ha presentato un mini-programma di 10 priorità (fra cui la riduzione del numero dei parlamentari, che in sé già costituisce uno sbarramento). Troppo concreto? Troppo poco concreto?