Stories of the Bund – Purple air
Qualche giorno fa ho scaricato sul telefono un’app chiamata Shanghai Air Quality Index. I dati li fornisce il consolato americano in città, e in tanti pensano che siano più affidabili di quelli rilasciati dalle autorità cittadine. Ogni tanto la guardo, la legenda parte dal verde, passa al giallo, poi all’arancione, al rosso e infine al viola. Ricordo un arancione in una giornata piuttosto eccezionale di cielo azzurrissimo e aria tesa, e poi una lunga, eterna teoria di rosso e viola. Per tutto oggi la foschia che di solito copre la città è stata più densa del solito, si faceva fatica a vedere la punta dei grattacieli più alti; ho passato quasi dieci minuti ad un incrocio – uno di quelli giganteschi delle intersezioni di grandi vie di scorrimento, stavo a Gubei Lu e i taxi non arrivavano mai e quando finalmente sono riuscito a sedermi sul sedile di una delle migliaia di Volkswagen che portano la gente da una parte all’altra della città a cinque euro per mezz’ora ho chiuso gli occhi, ho sentito la gola che bruciava, il cerchio alla testa della mancanza di ossigeno, poi ho riaperto gli occhi, ho guardato lo schermo del telefono, una striscia viola lunga un giorno con la scritta “Very unhealthy”, ho richiuso gli occhi e ho pensato che di quell’app non avevo poi così tanto bisogno.