Greetings from Paris – 5. Requiescat in pacem
Uno arriva al Père-Lachaise avendo in testa, nella sua beata ignoranza, il Re Lucertola – o come diavolo chiamavano James Douglas Morrison. Poi entra, e legge di Moliere, di Edith Piaf, di Maria Callas, di Simone Signoret e via elencando. Poi inizia a camminare sotto la pioggia, e si mette a guardare i monumenti diroccati, le stelle di David, le mani di bronzo che stringono fiori ormai sfiniti, le allegorie, i simboli, le rare fotografie a colori, i mausolei che rivelano grandezze forse definitivamente estinte, i soldati cecoslovacchi e i mercanti alsaziani, i transfughi italiani e i nobili francesi – insomma, tutto il racconto della vita attraverso la celebrazione della morte. Uno gira per un paio d’ore, fino ad essere completamente fradicio, e finisce per un caso del destino proprio davanti alla tomba della rockstar, piccola e incastrata in mezzo a decine di altre, con i fiori freschi, la fotografia e un lumino – e si chiede ragione di quel culto, quando quel luogo è talmente pieno di storia da far scomparire uno che in fondo ha scritto giusto un paio di canzoni decenti e non molto di più. Poi si dà dello snob, saluta il ragazzo, e si avvia verso l’uscita.
February 12th, 2007 at 20:32
forse perchè degli altri non ne hanno fatto un film con Val Kilmer…