Udvozlet Budapestrol – 2. As seen on tv
Non dico nulla di nuovo, naturalmente: ma è impressionante e sconcertante rendersi conto di quanto siamo impregnati di pregiudizi e stereotipi, quando affrontiamo luoghi nuovi. Per intenderci: l’Ungheria non è esattamente un paese sconosciuto ad una persona con un livello medio di (in)formazione. Se ne parla e scrive certamente più del Botswana o delle Antille Olandesi. Qualche mese fa, per diversi giorni i moti di piazza di Budapest – originati dalle intercettazioni che avevano rivelato la doppiezza del primo ministro – tennero banco su tutti i nostri mass media.
Eppure.
Eppure arrivando qui mi sono reso conto che mi aspettavo i gitani e i loro violini, i pallanotisti, le ragazze dei gonzo e la principessa Sissi. Non so, forse è la sorte che tocca ai paesi che non producono serie poliziesche, che non organizzano olimpiadi, che non costruiscono ordigni nucleari, i paesi che al massimo mirano alla zona Uefa – e quando gli capita di giocare per lo scudetto significa che c’è davvero qualcosa che non va, e allora qualcuno manda i carri armati.