Tutto chiaro
Giuseppe Genna, su Everyman di Philip Roth:
Si appalesa il limite intrinseco di Roth: egli non è uno scrittore vitalista, egli è uno scrittore materialista. Non c’è una volta che vada radicalmente a domandarsi cosa ci faccia qui, con questa “macchina del corpo”. Non c’è nemmeno l’eroismo prometeico di chi, di fronte al nulla, si chieda qualcosa a proposito del nulla. In questo, Roth è uno scrittore del secolo scorso: plausibilmente antimetafisico, tenendo presente però che il materialismo radicale è pura metafisica.
(…)
Con Everyman, Roth costruisce la specola più veritativa attraverso cui guardare la sua precedente produzione: nessuna destinalità, le coincidenze fanno tutto
(…)
Delle due, una: o è un romanzo veritativo sul sé che l’umano occidentale è divenuto (un sé non autointerrogativo se non sul piano psicofisiologico); o è un romanzo inutile molto bene scritto.
Carmillaonline (via Lipperatura), Internetbookshop
February 27th, 2007 at 16:43
Dai, solo perche’ veritativo non si trova sul de mauro…..cmq, mi sembra anzi uno dei passi piu’ chiari di genna, capace di fare moooolto di più.
February 27th, 2007 at 19:34
Suvvia, non mi faccia l’anti-intellettuale.
Certo, Genna (che peraltro non so a chi parlasse) pare sfoggiare inutilmente un vocabolario per pochi intimi, ma, come dice R.O, non fatico a pensare che abbia fatto di molto peggio.
February 27th, 2007 at 23:07
Saramago: L’intermittenza della morte. Argomento la vecchiaia la malattia la morte. Insomma stessa roba. Scritta MOOOOLTO meglio.
Quindi propendo per un romanzo inutile scritto (molto) bene. E l’abbiamo anche letto. L’ho trovato falsamente cinico. Pieno di paura vera. Ma non descritta bene. Ho capito perché i parrucconi a Stoccolma non gli danno il nobel a Roth. E l’hanno dato a Saramago (di cui consiglio la lettura di due capolavori: L’assedio di Lisbona e Il vangelo secondo Gesù).
March 1st, 2007 at 11:39
Mi sfugge del tutto la necessità di leggere questo sig. Genna.