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    02/03/2007

    Le leggi servono – forse

    Filed under: — JE6 @ 10:03

    Massimo Mantellini non si stupisce del modo, più o meno sfacciato, con il quale gli operatori di telefonia mobile stanno facendo rientrare dalla finestra delle tariffe i soldi usciti dalla porta dei costi di ricarica. Io nemmeno. In una economia di mercato, i prezzi sono liberi: e non c’è bisogno di fare un cartello per decidere di livellare le proprie tariffe verso l’alto piuttosto che verso il basso, soprattutto per un bene o un servizio del quale la gggente non sa, non può o non vuole fare a meno. Per dirla con altre parole: un governo può (e deve) creare le condizioni di base perchè vi sia concorrenza fra le aziende; ma poi, queste devono volersela fare, la concorrenza. Se non vogliono, possono tranquillamente evitarlo – e senza violare la legge. Molto semplice. Per dirla con altre parole ancora: le leggi servono, naturalmente, ma non cambiano la testa delle persone [1]. Quindi, non aspettiamoci di pagare meno le nostre telefonate – e non aspettiamoci di avere maggioranze politiche stabili, quale che sia la legge elettorale che gli architetti costituzionali di ogni parte saranno in grado di partorire.
    Mantellini

    [1] A meno che non gliela spacchino, come successe – vado a memoria – con il monopolio telefonico americano. Parliamone, ecco.

    Update: un discreto numero di commentatori di Mantellini si sta esibendo nel triplo carpiato reale con avvitamento, sostenendo che quella testa-di-cavolo-di-Bersani non avrebbe dovuto togliere il costo di ricarica, perchè così facendo ha portato le compagnie telefoniche ad aumentare le tariffe. Nemmeno una parola di protesta contro le telco in questione. Fantastici.

    4 Responses to “Le leggi servono – forse”

    1. lester Says:

      Se l’obiettivo di Bersani era far calare le tariffe è uno stupido, perché è ovvio che questo non si può imporre per legge.

      Credo però che il suo obiettivo fosse di garantire una maggior trasparenza: il costo fisso per ricarica ti fa credere di star pagando una telefonata 10, mentre considerando il costo di ricarica la paghi 12. Inoltre è antiprogressivo, e pesa di più sui “poveri” che fanno le ricariche da 10 euro, che sui “ricchi” che le fanno da 50 euro. Ovvio poi che a qualcuno la rimodulazione convenga e ad altri no (a me francamente no), però in linea di principio la trovo giusta.

    2. farfintadiesseresani Says:

      Fantastico. Io faccio sempre ricariche da 50. Sono ricco.

    3. lester Says:

      Anch’io. Siamo “ricchi” fra virgolette.

    4. Squonk Says:

      Lester: le tariffe si possono imporre per legge. Per dire, quelle telefoniche sono in parte determinate dall’AGCom. Ma, a parte questa precisazione, la riduzione delle tariffe poteva essere uno degli effetti sortiti dal decreto Bersani: togliendo agli operatori un elemento di ricavo slegato dalla qualità del servizio, si poteva sperare che gli operatori stessi provassero a tornare ai livelli di ricavo precedenti aumentando il numero di clienti, attraverso una competizione sui servizi e/o sui prezzi. Molto italianamente, invece, gli operatori hanno deciso di non provare a rubarsi clienti l’un l’altro, bensì di guadagnare di più imponendo prezzi più alti ai clienti attuali. Ora, la mia domanda è: è colpa di Bersani?

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