< City Lights. Kerouac Street, San Francisco.
Siediti e leggi un libro

     

Home
Dichiarazione d'intenti
La vita non è quella che si è vissuta, ma quella che si ricorda e come la si ricorda per raccontarla.
(Gabriel Garcia Marquez)

Talk to me: e-mail

  • Blogroll

  • Download


    "Greetings from"

    NEW!
    Scarica "My Own Private Milano"


    "On The Blog"

    "5 birilli"

    "Post sotto l'albero 2003"

    "Post sotto l'albero 2004"

    "Post sotto l'albero 2005"

    "Post sotto l'albero 2006"

    "Post sotto l'albero 2007"

    "Post sotto l'albero 2008"

    "Post sotto l'albero 2009"

    "Post sotto l'albero 2010"


    scarica Acrobat Reader

    NEW: versioni ebook e mobile!
    Scarica "Post sotto l'albero 2009 versione epub"

    Scarica "Post sotto l'albero 2009 versione mobi"

    Scarica "Post sotto l'albero 2010 versione epub"

    Scarica "Post sotto l'albero 2010 versione mobi"

    Un po' di Copyright Creative Commons License
    Scritti sotto tutela dalla Creative Commons License.

  • Archives:
  • Ultimi Post

  • Madeleine
  • Scommesse, vent’anni dopo
  • “State andando in un bel posto, credimi”
  • Like father like son
  • A ricevimento fattura
  • Gentilezza
  • Il giusto, il nobile, l’utile
  • Mi chiedevo
  • Sapone
  • Di isole e futuro
  • May 2007
    M T W T F S S
     123456
    78910111213
    14151617181920
    21222324252627
    28293031  

     

    Powered by

  • Meta:
  • concept by
    luca-vs-webdesign

     

    27/05/2007

    Di Diaco me ne frego

    Filed under: — JE6 @ 19:57

    Chi di voi mi conosce trova il mio nome nella lista di coloro che hanno firmato questa lettera, di cui abbastanza si parla negli ultimi giorni (e che qui viene spiegata e approfondita). Non molto a lungo, è vero, ma un po’ ci ho pensato prima di rispondere all’invito di Luca. Lo ammetto, la prima impressione è stata quella di una riproposizione del Patto Generazionale, che qui è stato sbertucciato più volte. E’ un’impressione che non mi ha ancora lasciato, ma che credo essere in larga misura errata, perchè l’idea del PG è quella del “levatevi di torno, voi, e lasciate posto a noi che lo terremo per una ventina d’anni almeno”, mentre in questo caso si chiede soltanto a chi sta costruendo un nuovo partito di tenere in considerazione l’esistenza di una fetta di mondo che non voterà il nuovo partito se non si sentirà in qualche modo rappresentata.
    Poi, ammetto anche questo, non sono riuscito a non rimanere sconcertato di fronte ad alcuni nomi: Pierluigi Diaco è il giovane più vecchio del pianeta, per dire. Ma due o tre nomi discutibili (i quali, per inciso, continuano a fare la loro porca figura a fronte di Agazio Loiero) non sono sufficienti a mandare in vacca il valore (che non vorrei venisse sopravvalutato) di una richiesta semplice e ragionevole. E devo dire che trovo estremamente deludente che i commenti di persone ragionevoli come EmmeBi, Chettimar, Mantellini, Rocca e Ferrandi si riducano al mero dileggio di Diaco: se questo è il valore delle obiezioni, mi convinco di aver fatto bene a firmare.
    Wittgenstein, EmmeBi, The Blog Lies Down On Broadway, Mantellini, Paferrobyday, Camillo

    19 Responses to “Di Diaco me ne frego”

    1. massimo mantellini Says:

      Sara’ Sergio, tu sei deluso ma io da questo post non ho capito se gli argomenti della tua delusione sono una mera faccenda di percentuale? Quindi chesso’ Licio Gelli (uno su dieci no’) andava bene uguale? O Superpippo o Paperinik erano OK? Tanto per capirci. E’ questo che dici?

    2. lester Says:

      Dopo aver letto le FAQ, direi che sono d’accordo con lei. I nomi possono piacere o non piacere, ma sono fatti a titolo di esempio: il metodo lo condivido.

    3. Raf Says:

      Prendendo a prestito il titolo del libro di Stella e Rizzo, a me invece sembra proprio che si stia creando già la “casta” di ricambio per quella in carica oggi (certi nomi che ricorrono in ognuna di queste liste, come Adinolfi, Artoni, Diaco – a te sembra mero dileggio, a me sembra come se si proponesse A.B.Normal per il premio Nobel – fanno chiaramente capire quanto di nuovo e di positivo per i cittadini ci possa essere in iniziative come queste).

    4. Carlo Says:

      Sergio, a parte i nomi (che sono secondari ma non irrilevanti), quali sono le idee di cui gli eventuali cooptati nel PD si dovrebbero fare portatori? Poi, a parte la mia insofferenza per le quote rosa, le quote giovani e le quote di qualche tipo, non trovi che il fatto di appartenere ad una – larga, larghissima – fascia di età sia, di per sé, rappresentativo del nulla? Cosa c’è di male, se si hanno delle idee valide a prescindere dall’età, a formare una lista e farsi votare?

    5. Squonk Says:

      Massimo, il motivo della mia delusione è che mi sembrerebbe più sensata e più utile una critica sul metodo. Cosa che – tranne qualche eccezione – non ho trovato in giro. Tutti a prendere per il culo Diaco e a dire “ma come, cazzo, ma vi siete bevuti il cervello a mettere Diaco in lista”. A nessuno che sia venuto in mente di dire “sono d’accordo, però per piacere mettiamo X oppure Y al posto di Diaco o di Adinolfi o di Scalfarotto”. Intendiamoci, io non voglio dare a questa cosa più importanza di quella che ha; non ho nemmeno nessuna aspettativa, avendone pochissime nei confronti del PD. Mi pare solo che in molti abbiano travisato la cosa, e che un nome sia diventato più rilevante di tutto il resto. Poi, va bene il paradosso, stratagemma che utilizziamo tutti: ma siccome di Gelli, di Superpippo o di Paperinik io nella lista non ne vedo…

    6. Squonk Says:

      Carlo, non c’è nulla di male. Nulla. Io ho semplicemente considerato la proposta di Luca come una specie di sveglia nei confronti dei maggiorenti del PD, i quali si sono scelti tra di loro, dimenticandosi (volutamente?) dell’esistenza di una fetta di mondo. Tutto qui. Siccome non se ne farà nulla (cioè: non accadrà nulla), si potrà certificare il fallimento di un piccolo tentativo di cambiamento dall’interno: e allora, ci sarà qualcuno che – forse – farà la rivoluzione. Forse.

    7. b.georg Says:

      qualche riflessione, su cui non ho le idee chiare, e conseguenti perplessità

      1) Quel comitato è costruito per cooptazione. Ergo, chi ci sta senza appartenere a una cordata, ci sta come soprammobile.

      2) Non sarebbe allora più sensato criticare il metodo di formazione (cooptazione) e di conseguenza magari rifiutare il comitato, piuttosto che chiedere di esserne cooptati, sapendo peraltro di figurare come soprammobili? Lamentarsi che la cooptazione non sia rappresentativa è un bel nonsense. Non lo è di principio. Il potere non si allarga noblesse obblige: l’impressione è che battendo i piedini diano ragione a chi li considera politicamente immaturi

      3) Non vedo nessun accenno nella proposta ai compiti del comitato: se questo, come dovrebbe, ha compiti di tipo formale (costruire il percorso di regole ecc) non sarebbe sensato richiedere piuttosto che ne facciano parte esperti del campo (giuristi o simili)?
      Dato che invece nella realtà ne fanno parte cani e porci, deduco:
      a) che il comitato non serve a un beneamato, ma solo a fornire il paravento “democratico” a manovre di corridoio
      b) che “i giovani” lamentosi: o lo sanno e lo accettano perché pensano di aggregarsi a una cordata, o non lo sanno, il che costituisce un difetto di analisi piuttosto grave: il paraventismo cui vanno incontro è meritato.
      c) peraltro, a pensarla tutta: dato che al momento nessuno è stato votato da nessuno per “fare il pd”, anzi il pd è un’operazione costruita dalle segreterie di Ds e margherita che l’hanno decisa (a votazione nei rispettivi congressi), a me pare ovvio e naturale che siano loro a gestirla. Chi dovrebbe gestirla? Con che legittimità, votato da chi? In realtà il punto non è che “questi fanno le cose tra loro come al solito”, il punto è il malinteso democraticismo per cui dovrebbe farlo qualcun altro (non dico che questo democraticismo ingenuo sia espresso da quella proposta, ma mi pare contiguo)

      4) ciò che dovrebbe essere rappresentatato, e non lo è, è individuato usando come criterio l’età. A me pare significativo, anche a prescindere dai compiti specifici del comitato (per i quali non è chiara dove starebbe la maggior competenza di un giovane). Perché viene in mente l’età e non il censo, la classe, le idee ecc. ecc.?
      Le società sono descritte dai conflitti, dalle segmentazioni che le animano e le rendono dinamiche: ritenere che oggi il conflitto interessante sia generazionale (il che a mio parere è espresso dall’idea che “non voteranno il pd se non saranno rappresentati in quanto giovani da giovani” e da molte altre che si sentono circa “i vecchi che non mollano”) dà un’idea della scarsa chiarezza ideologica con cui una parte dell’opinione pubblica immagina il pd. Non si riflette ad esempio sul fatto che l’unico conflitto generazionale reale e interessante è quello legato alla previdenza (e non quello fantasmatico legato al potere e ai suoi eterni cicli, tra vecchie glorie e giovani leoni), e tale conflitto reale ha origini molto precise nella storia perversa del welfare italiano: da questa riflessione nascerebbero molte idee interessanti in termini di programma. Dalla riflessione sull’età non nasce alcuna idea, imho, se non un vacuo modernismo.

    8. Squonk Says:

      Io sono abbastanza convinto che l’età, unita ad una impostazione culturale ed economica adeguata, aiuterebbe molto nel mettere mano alla questione previdenziale. Che, concordo pienamente, è il vero nodo del conflitto generazionale italiano.

    9. tittirossa Says:

      Caro Squonk, condivido, anch’io sono stata in dubbio (Diaco? Adinolfi? Artoni?) ma è proprio una questione di metodo. Non sono una giovanilista spinta, ma sono veramente stanca di questa totale mancanza di una qualsiasi speranza di cambiamento.
      Ecco, al posto di uno qualsiasi dei saggi, farei la mia bella figura anch’io! Per cui mi candido!

    10. massimo mantellini Says:

      Pure tu Sergio mi pare che argomentando, tanto per usare una metafora comoda, guardi il dito invece che la luna. Il dito e’ il metodo (sul quale poi io mica avrei troppo da eccepire) la luna e’ il fatto banale che Diaco e’ un nome totalmente impresentabile in un qualsiasi schieramento politico. Io solo questo dico e fa sorridere che oggi quanti lo hanno solennemente (e giustamente che diamine) preso per il culo in questi anni invochino una analisi del metodo.

    11. Domiziano Galia Says:

      Condivido la tesi di Squonk, ed è per questo che ho firmato. E comunque i nomi sono più di dieci, chiaro no? In merito a certi dubbi: posso condividere Diaco e Adinolfi, che arrampicano, ma per l’Artoni il problema dov’è? A me pare una sveglia e in gamba.

    12. Squonk Says:

      Massimo, mi pare che Domiziano abbia risposto adeguatamente. Su Diaco ho le stesse tue perplessità (eufemismo): quando ho dato il mio assenso ho scritto a Luca “Diaco? Dev’essere un errore di stampa”. Ma Diaco non era e non è sufficiente a farmi dire di no: sia perchè non era l’unico della lista, ed era anzi – per così dire – “in minoranza”; sia perchè, come ha nuovamente precisato Luca, “né le candidature, ma nemmeno i dettagli della proposta, avevano importanza”. Questa può sembrare una paraculata, ma è la verità, almeno per quanto mi riguarda (non mi sogno di fare l’esegeta sofriano).

    13. Luca Says:

      Rispondo a b.georg: quella sull’età non è una riflessione, né un progetto politico. Quella sull’età è semplicemente una risposta a un progetto politico e a un’ideologia opposta. Basare il progetto di risoluzione dei problemi semplicemente sull’età non è quello che pensiamo noi che abbiamo firmato quella cosa: saremmo così sciocchi da non meritare nemmeno la tua spiegazione. È invece quello che pensano le attuali classi dirigenti italiane: che per governare il paese ci vogliano solo dei vecchi. Ripeto, è come la mai risolta questione femminile: nessuno pensa che tutto vada affidato alle donne e che tutto si risolva con i pari diritti. Ma se tutto viene affidato agli uomini, alziamo il ditino e diciamo “scusate…”, no? Ecco, tutto qua. E non ce n’era nemmeno bisogno, direi. Ciao, L.

    14. b.georg Says:

      ciao Luca
      capisco la tua risposta, e provo a replicare su un punto imho debole.

      A mio parere il guaio che tu combatti non ha come causa i vecchi, ma la cooptazione, che giocoforza deprime il merito. Quando si coopta, si prendono i fedeli. Che in italia i fedeli siano vecchi non è nemmeno vero, e comunque in generale è vero che si cooptano i fedeli anche se giovani (tipico il caso delle università con galoppini neolaureati a portar borse e attendere sicuri concorsi).
      Per questo mi ha stupito che invece di segnalare la causa, il metodo di formazione del comitato, vi siate soffermati sulla conseguenza e abbiate di fatto avallato quel metodo chiedendo delle quote – come ho gia detto, per andare a fare i soprammobili, secondo me, vista la natura di quell’organismo: decidere delle regole in 50 è scemo prima che improbabile, è ovvio e persin giusto che ci siano ambiti ristretti ed effettivi, peraltro votati da assemblee per fare quel che devono fare – io mi lamenterei della loro scarsa produttività, piuttosto.
      In pratica, avevano sottomano gente anzianotta e han messo quella, per fretta e superficialità, perché sono politici cooptati a loro volta quindi di scarsa qualità (però hanno messo un po’ di “società civile” – altro mito – perché gli era giunta notizia…)
      Intendo dire: politici più furbi avrebbero riempito quel comitato di giovani e donne, ben attenti però a conservarsi una maggioranza di fedeli. Sarebbe stato meglio o peggio? Imho sarebbe stato peggio, dal tuo punto di vista, perché la menzogna astuta è sempre peggio della goffa verità.

    15. b.georg Says:

      A mio parere poi, Luca (e qui divago, non considerarmi più OT), il problema dell’appello – e del pd – non è nemmeno quello, cioè il distacco della politica, i vecchi incardinati al potere, ecc. cose che van di moda come al solito. Mi rendo conto che è facile fare il benaltrista, quasi come accusare qualcuno di esserlo. E ho capito, non è stata una cosa meditata che prefigurava chissà cosa, è stato solo uno “sfogo” che ha smosso le acque. Considera allora senza pretese anche questa risposta: Domiziano, in un commento sopra, centra un punto, quando dice “Diaco farà storcere il naso, ma la Artoni è in gamba! Ora, la Artoni – che peraltro smentisce interessi – è in gamba, e io sarò di vecchio stampo, ma se in uno stesso partito si possono immaginare i sindacalisti dei dipendenti e i sindacalisti degli industriali, vuol dire che quel partito è costruito sul nulla, oppure è una bocciofila, oppure vuol dire che siamo nel migliore dei mondi possibili, in cui non esistono interessi divergenti e tutto si muove nell’armonia delle sfere, oppure ancora, ipotesi migliore ma più improbabile, che siamo così fighi da costruire una sinistra – il pd era di sinistra no? – talmente innovativa da avere in sé i germi della ricomposizione sociale generale.
      Che invece un partito possa essere “neutrale” su questo terreno, no, non mi pare credibile. Non in italia, non oggi.

      (Io non mi credo così figo. So che quel conflitto d’antan non è più il solo, e che si dà in modo molto diverso dal passato, che non attraversa più la società facendone un campo bipolare e rigido, ma si frammenta e si rifrange dentro i singoli individui, tra luci e ombre, insomma non sono di certo un rifondarolo, non demonizzo per nulla l’impresa; ma so anche che dichiararlo ricomposto o irrilevante esprime piuttosto un certo esaurimento di chi così lo dichiara, per il quale evidentemente tutto il “costruito” si dà come seconda natura insindacabile o invisibile)

    16. Carlo Says:

      Ma nessuno che, prima di indicare metodi o nomi, si ponga il problema di cosa sarà il partito democratico? Siamo/siete sicuri di voler militare in un blob che tutto unisce e accomuna, partendo dalla Binetti fino a D’Alema?

      Alcune delle mie personali priorità sono, in ordine sparso:
      1) riforma della pubblica amministrazione.
      2) riforma dell’università in senso anglosassone
      3) riforma delle pensioni (allungamento degli anni necessari per andarci)
      2) investimenti in infrastrutture, ricerca, alta tecnologia. Modernizzazione del paese. Opere pubbliche.
      3) legge sul conflitto d’interessi. Antitrust vero e non di facciata. Lotta all’evasione.
      3) ridimensionamento del ceto politico. Drastico ridimensionamento del numero dei parlamentari. Introduzione del limite massimo di due mandati per tutte le cariche elettive. Nuova legge elettorale.
      4) diritti civili (dico o quel che è, fecondazione assistita, eutanasia, ecc.). Laicità dello stato e revisione del concordato.

      Non credo siano le stesse priorità del PD, giovani o vecchi che siano i suoi dirigenti. Alla fine è evidente che quello che sta nascendo è una specie di mostrone senza capo né coda, una specie di democrazia cristiana fatta nel tentativo di prendere voti al centro.

    17. alessio Says:

      Per sintetizzare, sono d’accordo con Carlo #16 e il PD giorno dopo giorno diventa sempre più inguardabile: non credo potrei votare un partito dove c’è Diaco, figurarsi un partito a cui Diaco è iscritto, o uno in cui è dirigente… E scrivo Diaco perché sembra il casus belli, anche se per me Scalfarotto è dieci volte peggio, con il solo vantaggio che porta una sfiga politica tale che potrebbe essere la volta buona che tutto il progetto fallisce.

      Il PD *è* un mostro senza capo né coda, e io iscritto DS non entrerò certo in un partito dove c’è la Binetti; l’ultima tesserina con la Quercia la tengo ben stretta, esco e spengo la luce. Ma aldilà delle battute, il fatto che si parli solo di nomi famosetti sia da parte “dentro” che da parte “fuori”, mostra che si tratta di operazione di vertice e mediatica, e poco altro.

    18. Squonk Says:

      Io capisco la sfiducia nel PD. Ne condivido larga parte. Però mi pare che il giudizio preventivo sul suo conto sia talmente netto da non lasciare nè scampo nè speranza. Ma chi di voi – di noi – sa come sarà davvero questo partito (sempre che nasca), se sarà – come l’attuale centrosinistra – solo il minore dei mali oppure qualcosa che varrà la pena sostenere? Io la sfera di cristallo non ce l’ho, e così aspetto: sperando che il risultato sia migliore rispetto alle premesse, che il buon giorno per una volta non si veda dal mattino. E’ improbabile, lo so, e molto. Ma hai visto mai.

    19. b.georg Says:

      tra l’altro a me pare che la maggior parte delle cose che auspica brodo siano già parte del profilo del pd, almeno nelle intenzioni (sono persino nel profilo di questo governo, incapace di realizzarle più per questioni strutturali – leggi: radicale disomogeneità della coalizione – che non per motivi astrali o aerei come la vecchiaia o l’accidia dei politici).
      altra questione è il giudizio sulla qualità del ceto politico che dovrebbe realizzarle, e sui sistemi per migliorarlo – tra questi, il mugugno qualunquista sul fatto che la democrazia rappresentativa non è molto sexy è il meno utile.
      altro ancora è una riflessione nel merito dei problemi (provavo infatti al #15 a porre un problema di sostanza, come farebbe de mita, e come lui giaccio esanime)

    Leave a Reply