I compiti
Giorgio.
Dimmi.
“Dimmi” un corno. Quante volte ne dobbiamo parlare ancora?
Clio, per cortesia. Davvero, non è il momento. Noi qui ne avremo ancora per un po’, non moltissimo ma nemmeno poco. Fatti portare la cena, poi mettiti sul divano e guardati un po’ di televisione. Appena abbiamo finito arrivo.
Non è educativo.
Cosa, tesoro?
Non fare il finto tonto. Lo sai benissimo. Non è educativo che tu ti metta a fare i compiti dei ragazzi.
Clio, ascolta. Abbiamo perso il conto di quante volte sono stati bocciati. Mi sono stancato. Mi ci metto io, faccio quasi tutto poi gli metto la testa davanti al foglio, gli faccio seguire col dito per filo e per segno dalla prima riga e poi gli faccio completare gli esercizi.
Ma così non impareranno mai.
Perché, secondo te sono capaci di imparare qualcosa?
Non è giusto.
Sarà, e sarà pure colpa nostra e di come li abbiamo tirati su, ma questi senza aiuto non passano nemmeno gli esami della Scuola Radio Elettra.
Esiste ancora?
La Scuola Radio Elettra? Credo di sì, dovrei chiederlo a Bossi.
Io non so cosa ti è preso, davvero.
Clio, semplicemente mi sono rotto i coglioni. Succede.
Non ti azzardare a farti sentire parlare così. Vergognati.
Io mi devo vergognare? Io? Sei sicura?
Questa storia deve finire, Giorgio.
Finirà presto, Clio. Spero. Adesso vai e fa’ quel che ti ho detto. Ci vediamo dopo.
Cerca di non far tardi.
Va bene.
Ciao.
Ciao.