Scrivi come mangi
“un conto è quello che uno pensa e scrive un altro è quello che uno è“, afferma il Fratello Spiritum.
Per quanto vale la mia opinione, non è così, a meno che lo scrittore si cimenti nella fiction.
Da queste parti, intendo dire in larghissimi settori della blogpalla, la gente tende a scrivere di se stessa, dei fatti suoi, delle proprie idee e sensazioni, delle cose che gli accadono. Messa così, c’è poco da discutere: siamo ciò che scriviamo, e scriviamo ciò che siamo. Punto.
Dopo di che, rispetto e tolleranza son cose che nemmeno devono essere discusse, e che acquistano ancora maggior valore se esercitate nei confronti di chi, per mero esibizionismo o per un berlusconiano sentirsi unti dal signore dei blog, sembrerebbe meno meritevole di esserne beneficiario.
Come ho già scritto in merito, questo è un atteggiamento di compassione egoistica: ciò che è accaduto a te, potrebbe accadere anche a me. E quindi, anche se della tua sorte mi cala poco, mi interesso della mia.