< City Lights. Kerouac Street, San Francisco.
Siediti e leggi un libro

     

Home
Dichiarazione d'intenti
La vita non è quella che si è vissuta, ma quella che si ricorda e come la si ricorda per raccontarla.
(Gabriel Garcia Marquez)

Talk to me: e-mail

  • Blogroll

  • Download


    "Greetings from"

    NEW!
    Scarica "My Own Private Milano"


    "On The Blog"

    "5 birilli"

    "Post sotto l'albero 2003"

    "Post sotto l'albero 2004"

    "Post sotto l'albero 2005"

    "Post sotto l'albero 2006"

    "Post sotto l'albero 2007"

    "Post sotto l'albero 2008"

    "Post sotto l'albero 2009"

    "Post sotto l'albero 2010"


    scarica Acrobat Reader

    NEW: versioni ebook e mobile!
    Scarica "Post sotto l'albero 2009 versione epub"

    Scarica "Post sotto l'albero 2009 versione mobi"

    Scarica "Post sotto l'albero 2010 versione epub"

    Scarica "Post sotto l'albero 2010 versione mobi"

    Un po' di Copyright Creative Commons License
    Scritti sotto tutela dalla Creative Commons License.

  • Archives:
  • Ultimi Post

  • Madeleine
  • Scommesse, vent’anni dopo
  • “State andando in un bel posto, credimi”
  • Like father like son
  • A ricevimento fattura
  • Gentilezza
  • Il giusto, il nobile, l’utile
  • Mi chiedevo
  • Sapone
  • Di isole e futuro
  • March 2006
    M T W T F S S
     12345
    6789101112
    13141516171819
    20212223242526
    2728293031  

     

    Powered by

  • Meta:
  • concept by
    luca-vs-webdesign

     

    14/03/2006

    Sconfitta doppia

    Filed under: — JE6 @ 08:30

    L’altra sera ascoltavo Michele Serra; parlava del mondo – in particolare di quel pezzo di mondo chiamato Italia, di quel pezzo più piccolo chiamato Milano e di quel pezzo ancora più piccolo chiamato Ozzano nell’Emilia – e parlava di se stesso.
    Serra è uomo di sinistra, da lungo tempo. E’ uno che è venuto su combattendo suo padre e la borghesia di cui questo faceva parte, e che oggi, per molti motivi, si ritrova ad essere parte integrante e consapevole proprio di quella borghesia. Seppure con qualche concessione al tempo che fu (ad esempio: tutti i guadagni oltre i 5-6 milioni di euro/anno andrebbero tassati al 95%), dice e scrive cose che non saranno di destra, ma nemmeno sono ascrivibili alle bandiere rosse che ha sventolato in gioventù. Serra è l’esempio vivente della sconfitta di larga parte della destra e di altrettanta parte della sinistra di questo paese; mi pare che lo sappia, e mi pare che non ne sia contento. Io ho circa quindici anni meno di lui, e mi sento esattamente allo stesso modo.

    7 Responses to “Sconfitta doppia”

    1. JohnnyDurelli Says:

      Io ne ho qualcuno in meno di te.Eppure mi sento anch’io nello stesso modo.E forse anche per questo continuo a leggere tutti i giorni L’amaca di Serra e i suoi articoli con rinnovata passione.Che peccato non esser venuto al Litta ad ascoltarlo…

    2. Effe Says:

      sacripante! n 7 è online.
      Grazie

    3. Massimo Moruzzi Says:

      sei uno sconfitto precox 😉

      però non capisco molto cosa vuoi dire, Sergio…

    4. Squonk Says:

      Voglio dire che se uno si ritrova, volente ma più spesso nolente, in un limbo che non è destra e non è sinistra, e guardandosi intorno vede “questa” destra e “questa” sinistra (pur sentendosi, personalmente, di destra o di sinistra), ecco, questa è una sconfitta. Temo di non essermi spiegato ancora.

    5. Effe Says:

      credo sia una fatto biologico
      Ormonale, forse.
      Da giovani siamo tutti più estremisti, più epici, più rivoluzionari (o restauratori)
      Di solito, poi, con l’ormone che decresce si perde la convinzone di poter cambiare il mondo, e si misurano le forze per condurre la propria corsa in modo dignitoso

    6. Lotrovassi Says:

      Mi ritrovo in quel che dici, salvo che, forse, la ricerca di una collocazione precisa potrebbe non essere importante e quello che tu chiami limbo rivelarsi, invece, una posizione di razionalità non preconcetta di fronte ai problemi. Che abbiano torto, per una volta, gli altri ?

    7. sphera Says:

      Sinceramente, a me non dispiace affatto non dovermi – ogni volta che mi viene da pensare una cosa – chiedere con un vago senso di colpa se sto pensando una cosa di sinistra o di destra. Magari anche si potrebbe pensare di eliminare queste categorie un po’ muffe e trovarne altre. Ultimamente di solito mi accontento di dividere tra “civile” e “incivile”.

    Leave a Reply