Sconfitta doppia
L’altra sera ascoltavo Michele Serra; parlava del mondo – in particolare di quel pezzo di mondo chiamato Italia, di quel pezzo più piccolo chiamato Milano e di quel pezzo ancora più piccolo chiamato Ozzano nell’Emilia – e parlava di se stesso.
Serra è uomo di sinistra, da lungo tempo. E’ uno che è venuto su combattendo suo padre e la borghesia di cui questo faceva parte, e che oggi, per molti motivi, si ritrova ad essere parte integrante e consapevole proprio di quella borghesia. Seppure con qualche concessione al tempo che fu (ad esempio: tutti i guadagni oltre i 5-6 milioni di euro/anno andrebbero tassati al 95%), dice e scrive cose che non saranno di destra, ma nemmeno sono ascrivibili alle bandiere rosse che ha sventolato in gioventù. Serra è l’esempio vivente della sconfitta di larga parte della destra e di altrettanta parte della sinistra di questo paese; mi pare che lo sappia, e mi pare che non ne sia contento. Io ho circa quindici anni meno di lui, e mi sento esattamente allo stesso modo.
March 14th, 2006 at 09:35
Io ne ho qualcuno in meno di te.Eppure mi sento anch’io nello stesso modo.E forse anche per questo continuo a leggere tutti i giorni L’amaca di Serra e i suoi articoli con rinnovata passione.Che peccato non esser venuto al Litta ad ascoltarlo…
March 14th, 2006 at 10:01
sacripante! n 7 è online.
Grazie
March 14th, 2006 at 12:22
sei uno sconfitto precox 😉
però non capisco molto cosa vuoi dire, Sergio…
March 14th, 2006 at 12:38
Voglio dire che se uno si ritrova, volente ma più spesso nolente, in un limbo che non è destra e non è sinistra, e guardandosi intorno vede “questa” destra e “questa” sinistra (pur sentendosi, personalmente, di destra o di sinistra), ecco, questa è una sconfitta. Temo di non essermi spiegato ancora.
March 14th, 2006 at 16:48
credo sia una fatto biologico
Ormonale, forse.
Da giovani siamo tutti più estremisti, più epici, più rivoluzionari (o restauratori)
Di solito, poi, con l’ormone che decresce si perde la convinzone di poter cambiare il mondo, e si misurano le forze per condurre la propria corsa in modo dignitoso
March 14th, 2006 at 19:55
Mi ritrovo in quel che dici, salvo che, forse, la ricerca di una collocazione precisa potrebbe non essere importante e quello che tu chiami limbo rivelarsi, invece, una posizione di razionalità non preconcetta di fronte ai problemi. Che abbiano torto, per una volta, gli altri ?
March 15th, 2006 at 12:27
Sinceramente, a me non dispiace affatto non dovermi – ogni volta che mi viene da pensare una cosa – chiedere con un vago senso di colpa se sto pensando una cosa di sinistra o di destra. Magari anche si potrebbe pensare di eliminare queste categorie un po’ muffe e trovarne altre. Ultimamente di solito mi accontento di dividere tra “civile” e “incivile”.