Pozdrowienia z Warszawy – 6. Il bambino
La parte della città che riesco a percorrere è piena di statue: poeti, marescialli, santi, soldati. Ma ce n’è una che mette addosso una inquietudine difficile da spiegare, una di fronte alla quale sono stato almeno cinque minuti, fermo a fissarla mentre la neve si scioglieva in piccoli rivoli che cadevano a terra e un tassista che aspettava clienti mi guardava con aria tanto stupita quanto annoiata. E’ una piccola statua, incastonata dentro le mura di mattoni che circondano parte della città vecchia, Stare Miasto. E’ la statua di un bambino, di cinque o sei anni. In testa ha un elmetto, tanto grande da cadergli ben sotto le orecchie e da coprirgli abbondantemente la fronte; indossa una specie di uniforme, che gli arriva alle ginocchia, sotto le quali le gambette sono coperte da un paio di stivali anfibi. Intorno al collo gli gira un nastro, e a quel nastro è appeso un mitra, che il bambino tiene con qualche fatica, con entrambe le mani. Ai piedi del cippo che regge la statua, nella neve, ci sono tre lumini, di quelli rossi che si portano nei cimiteri. Sono spenti.
February 9th, 2007 at 12:40
Immagino si tratti di questo, vero?
February 9th, 2007 at 21:58
Prof, esatto. Dal vivo, di sera, nella neve: a me ha fatto impressione.