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    14/09/2007

    L’evoluzione della specie

    Filed under: — JE6 @ 14:02

    Da queste parti i vecchi usavano un proverbio che suonava più o meno così: “chi vusa puse’ la vacca l’e’ sua” – e credo che non servano traduzioni. Tu gridi? E io grido più forte. E così mi prendo la ragione. Vinco. Quelli che non sono capaci di gridare, quelli che si sentono a disagio nel gridare – beh, affari loro: là fuori è una giungla, giusto? E allora arrangiatevi, adattatevi, imparate la lezione di Darwin.
    E allora mi sa che ci dobbiamo salutare, qui non dureremo ancora a lungo: qui, nonostante si conosca bene la parola e di tanto in tanto la si usi, ci si vergogna a mandare affanculo la gente. Vergogna, esatto, ma di quel tipo che non ha a che fare con le regole della buona creanza, le buone maniere, le crinoline e i telefoni bianchi: piuttosto, vergogna per se stessi, variante intimista della vergogna e dell’imbarazzo che ci prendono nel vedere altri fare cose che noi non faremmo mai – almeno in pubblico. Qui non si sarebbero mai tirate le monetine a Craxi, qui non si sarebbe mai andati in piazza a gridare “vaffanculo, vaffanculo, vaffanculo”. Qui non si è capaci, qui non si vuole gridare più forte degli altri – quelli che vogliono prendersi la vacca.

    10 Responses to “L’evoluzione della specie”

    1. arsub Says:

      No, no, bisogna assolutamente durare proprio per legittima difesa contro chi grida.

      (vivendo al di sotto del quarantunesimo parallelo qualche problema col “vusa pusé” veramente ce l’avrei)

    2. Massimo Says:

      Mi associo dal profondo. Anche se talvolta, preso dalla rabbia, o forse dallo sconforto, peggio, dall’impotenza, vorrei che tutto finisse ed un uomo forte ci costringesse a diventare meglio di ciò che siamo. Perché questo è il punto, noi non siamo meglio di chi ci scegliamo, siamo troppo ignoranti e non vogliamo imparare, preferiamo ascoltare chi grida invece che leggere in silenzio. Sir, continui, la prego, non mi privi di una delle mie letture preferite.

    3. utenteanonimo Says:

      pessimismo cowsmico

    4. Abissi Says:

      Io mi sono gia’ estinta.

    5. lapiccolacuoca Says:

      La prego Sir, spero sia solo un momento di stanca. Capita a tutti. In ogni momento della propria esistenza ci vien la depressione per come le cose girano o non girano o dovrebbero girare e via dicendo. Ma la prego Sir non smetta di metter per iscritto i suoi pensieri. Qui da molto lontano la seguo con interesse e le assicuro che tutta la bagarre che in Italia avviene con assoluto minor interesse seguo. In altre parole leggo piu’ lei che repubblicapuntoit e corrierepuntoit. Sir lei ha la schiena dritta. Non se lo scordi mai. Lo insegni alla propria prole. La schiena dritta e’ la cosa piu’ difficile da passare. Credo che non lo si insegni. Credo che esita solo l’esempio. Con totale stima.

    6. daniela Says:

      quoto arsub, anche per il pusé (sempre questioni geografiche).
      resista, e non ci privi

    7. Squonk Says:

      [Grazie, si capisce]
      Chiedo venia ai non padani: “chi vusa puse’ la vacca l’e’ sua” è letteralmente traducibile con “chi grida di più si prende la vacca”, dove “vusa” è la terza persona singolare del verbo “vusà” (gridare, urlare), e “pusè” (ma le grafie variano molto di zona in zona” sta per “di più”. Ecco, anche per oggi ho fatto la mia buona azione quotidiana, adesso batto cassa all’Umberto.

    8. pm10 Says:

      farei una faccina triste.

    9. lester Says:

      Guardi Sir, non si senta in concorrenza con chi grida più forte, la vacca gliela lasci pure. Se io vengo a leggere qui, è proprio perché apprezzo la gente come lei.

    10. Guido Says:

      La seconda volta che mi trovo in totale assoluto accordo con quanto scritto e di questo la ringrazio. Sullo stesso tema, la prima era un post di Attentialcane (non mi ricordo più la data) che diceva, a proposito dei festeggiamenti a Roma per i Mondiali di calcio: “al Circo Massimo mancava soltanto l’inno nazionale ruttato al microfono”

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