Pendolo
Non so se capita anche a voi: a me succede sempre più frequentemente di trovarmi nell’imbarazzo di dare un giudizio su questo o quel fatto perchè qualunque giudizio mi sembra sbagliato. Faccio un esempio il più possibile innocuo (ah, beata ingenuità: si parla di calcio): “Walter Novellino, allenatore del Torino, non ce l’ha fatta a stare distante dai suoi giocatori. Per incontrarli negli spogliatoi del Parma, ieri sera Novellino si è nascosto dentro la cesta della biancheria sporca ma un giudice sportivo l’ha sorpreso e multato di 10 mila euro”. Premesso che si tratta di una scemenza, la mia prima reazione è quella di farmi una risata, perchè l’idea di uno stagionato signore che si ficca in una cesta di biancheria mi pare degna di un film di Louis De Funes, o di Alvaro Vitali; però poi mi pare di sottovalutare la faccenda, e penso che bisognerebbe essere severi – il giusto – anche con chi usa i mezzucci che il caso gli mette fra le mani; però poi mi pare di esagerare, mi dico che i problemi sono altri, che in fondo Novellino stava forse solamente provando a fare il suo lavoro nel migliore dei modi, che non voglio diventare uno alla “gli è tutto sbagliato, gli è tutto da rifare”; e insomma, posso andare avanti così ad libitum sfumando – e mi sa che nel mio piccolissimo sono una fotografia fedele del paese nel quale vivo (meglio, il paese nel quale vivo è una fotografia fedele del sottoscritto, sia detto con la dovuta modestia).
Repubblica.it
September 28th, 2007 at 13:46
A me ha fatto ridere. Poi ho pensato che Novellino è un allenatore da Torino (nel senso buono del termine, s’intende)
September 29th, 2007 at 11:52
a volte si potrebbe evitare di giudicare , tant’è che nel caso che hai citato c’è gente apposta per giudicare casi simili. La domanda è: ho un dubbio nel giudizio? Approfondisco l’argomento(valuto più punti di vista , più informazioni). Non mi va di approfondire? Il fatto non merita un giudizio. I due stereotipi (signornò e sonoaltriiproblemi) non sono estremi di un metodo di giudicare ma sono formule fatte per zombie con la risposta pronta.
September 29th, 2007 at 23:21
insieme al calcione che quell’allenatore a dato al collega(ebbene si,non seguo più assiduamente il calcio.Lo sbattere 50 radioline al muro alla fine ha fatto di me un granata bricoleur),questo è un episodio che ci riporta al calcio ruspante che tanto ci faceva divertire
September 30th, 2007 at 10:31
Il calcio rende bambini. Calciatori e tifosi, figuriamoci gli allenatori (e non parliamo dei dirigenti). E come i bambini, finchè non si è beccati con le dita nella marmellata, tutto è lecito, furbo e divertente. E fin qui tutto bene, arricchisce l’anedottistica, il mito ed il divertimento. Il vero problema è che, come i bambini, qualunque sia la punizione, non la si accetta mai: è sempre “esagerata”. Che sia la squalifica per il calcio al collega, o la squalifica del campo per una bottiglietta tirata ad una persona in campo…
September 30th, 2007 at 15:34
La penso esattamente come te, Squonk.
E mi sento meno sola, Fratello !
October 3rd, 2007 at 11:17
Ai bei tempi di Cuore (ah, i bei tempi andati…) una cosa del genere sarebbe finita nella mitica (ah, le mitiche di una volta…) rubrica “CHI SE NE FREGA”. Senza offesa, sia ben chiaro… Comunque Pertini e Bearzot giocavano a scopa, con Zoff e Gentile, tornando da Madrid! Altra gente (ah, la gente di una volta…)
October 4th, 2007 at 08:10
io, con la politica, posso andare avanti per ore a rimuginare tra me e me. E poi ai pranzi bipolari non so mai dove stare.