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La vita non è quella che si è vissuta, ma quella che si ricorda e come la si ricorda per raccontarla.
(Gabriel Garcia Marquez)

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    14/05/2004

    Prof, lei è rimandato

    Filed under: — JE6 @ 09:17

    Lei dice che gli studenti universitari daranno un voto ai professori. Come accadrà?
    “(…) sulla base d’un formulario elaborato con il Comitato Nazionale di Valutazione Universitaria, registreremo la soddisfazione degli studenti rispetto all’impegno e alla presenza dei docenti nella didattica, negli esami, nell’attività di orientamento”.
    In alcune università già si fa.
    “Sì, ma questa valutazione non rimarrà senza effetti, come invece è accaduto finora: nel senso che ne terremo conto nell’erogazione dei finanziamenti. Oggi i soldi agli atenei vengono dati solo in base al numero degli iscritti. Ora il sistema cambierà: il numero degli studenti sarà solo uno degli indici, gli altri saranno la valutazione sulla ricerca, cosa che non era mai stata fatta e i cosiddetti indicatori qualitativi, ossia il tasso degli abbandoni, la durata degli studi, la capacità della facoltà di dare sbocchi professionali: in questa fascia inseriamo anche le pagelle degli studenti ai docenti. (…)”.

    Francamente, io credo che un sistema nel quale il controllore viene giudicato dal controllato sia destinato ineluttabilmente al fallimento.
    Letizia Brichetto Moratti, su Repubblica.it

    13/05/2004

    E allora, dammi un’alternativa

    Filed under: — JE6 @ 15:39

    “Do you actually remember a time when porn got you hot?”
    Daily Grind

    Roba che va a ruba

    Filed under: — JE6 @ 14:59

    Ogni prodotto ha un suo elemento distintivo, qualcosa che lo rende particolare e diverso.
    Ecco perchè questo blog è unico e inimitabile.

    Brutte letture

    Filed under: — JE6 @ 08:49

    Carver – che Dio lo benedica – mi sta rovinando la vita. Se non fosse per lui, non mi metterei a litigare con una persona alla quale voglio molto bene.

    In definitiva, le parole sono tutto quello che abbiamo, perciò è meglio che siano quelle giuste.

    Update: Shangri risponde da par suo. Io, nei commenti, faccio quello posso. Di tutto questo, a me rimangono alcuni dispiaceri, e la consolazione di discutere con una persona intelligente. Di questi tempi, non è cosa da poco.

    12/05/2004

    Heimat

    Filed under: — JE6 @ 16:54

    Cos’è che mi fa chiamare un posto “casa”?
    Che cosa mi fa dire di (non) essere a casa?
    Se avete voglia, lo potete raccontare a Marco.

    Piange (a)l telefono

    Filed under: — JE6 @ 12:16

    Per fortuna avevo il cellulare spento, ieri sera.
    Così, ho evitato di rovinarmi la serata leggendo il messaggio che il ragazzo di bottega ha pensato bene di inviarmi mentre, con le lacrime agli occhi (parole sue), ascoltava Peter Gabriel cantare “San Jacinto”.

    Il gentil sesso

    Filed under: — JE6 @ 10:34

    Ho sempre pensato che, in fondo, le differenze tra uomini e donne – maschi e femmine, come si diceva a scuola – si limitano a ciò che consente di perpetuare la specie e poco più.
    E’ una convinzione che non poggia su alcuna base scientifica, nel senso che non mi sono mai messo a leggere ponderosi tomi sull’argomento: mi guardo intorno, e questo è quanto.
    Eppure, le foto di Lynddie England che si bulla davanti ai prigionieri iracheni di Abu Ghraib, seppure confermano la mia “teoria”, mi tolgono quel filo di desiderio di illudermi che la salvezza del mondo sia un compito troppo difficile per noi maschi, ma non impossibile per le donne.

    11/05/2004

    Crescere

    Filed under: — JE6 @ 14:03

    Luca, forse la verità – se ce n’è una – sta nel mezzo. Da un lato, il clima della gita scolastica, la goliardia recitata vengono usati (in dosi troppo massicce? Forse, o forse no) come antidoti nei confronti del trombonismo di cui è così facile cadere vittime in questa terra di retori. In questo senso, non mi dispiacciono, ed anzi le ritengo utili: come un vaccino, appunto. Mi tengo il mio Sir come se fosse un Er Patata, il soprannome che si usa al bar o tra compagni di scuola, che poi – quando c’è da andare su faccende serie – lo so che mi chiamano per nome.
    Ma comunque io (e sottolineo: io) sento la necessità di qualcosa in più. Vorrei che questa “cosa” (il bloggare) che faccio tutti i giorni riuscisse a crescere. Riuscisse, non so come dirlo e anzi sono sicuro di dirlo male, ad andare “oltre” le persone, gli amici. Vorrei che diventasse adulto mantenendo la capacità di giocare. Vorrei che riuscisse a mettere insieme gli aperitivi al Movida e le passeggiate Via Larga – Piazza Conciliazione. Vorrei – mi ripeto – che diventasse capace di prendersi sul serio senza credersi il centro del mondo.
    Qualche buon esempio, in giro, io credo di vederlo. Quale sia, questo non importa.

    Contare

    Filed under: — JE6 @ 09:55

    Sabato scorso ero al Salone del Libro, insieme ad un gruppo di blogger milanesi (e non solo). La scusa per la gita scolastica era un convegno pomeridiano, del cui titolo ricordo solo le prime due parole “Post-blog”.
    Alle quattro del pomeriggio eravamo lì, certo non animati dalle migliori intenzioni, ma neppure refrattari ad ascoltare ed eventualmente discutere parole sensate su questa esperienza che ormai accomuna diverse decine di migliaia di persone in Italia.
    Sarà stato il brasato dell’Osteria FIAT, sarà stato il passaggio di fronte all’opera omnia di Carver, sarà stata l’acustica infelice, sarà stato il guardare chi stava dietro il banco dei relatori e avere l’impressioni di vedersi riflessi, non so.
    So che dopo pochi minuti, il profluvio di parole ha portato un gruppo di adulti normalmente posati e ragionevoli ad inscenare – a mo’ di protesta e sberleffo – il trenino dell’amore che vedete qui ritratto.
    Lì per lì, intendiamoci, il sottoscritto si è divertito tanto quanto si è vergognato. Dopo di che, finita la gita, ho iniziato a chiedermi che cosa avevamo davvero fatto. Una bonaria presa in giro di quel mare scuro di retorica che si sommuove e non si ferma mai? Un’affermazione, presuntuosa o anche no, di superiorità della parola scritta rispetto al chiacchericcio così tipico dei nostri tempi? La definitiva conferma della nostra peterpanizzazione?
    Non lo so. Forse tutto questo insieme, perchè i vagoni di quel trenino erano persone tra loro molto diverse, con idee, esperienze, prospettive altrettanto diverse.
    Ho però avuto l’impressione netta che non saremo certo noi a cambiare le sorti del mondo, ad incidere seriamente – grazie alla forza dei numeri ed alla compattezza delle intenzioni – sulle cose che ci stanno intorno. Perchè, alla fine, non ci prendiamo e nemmeno ci vogliamo prendere sul serio – il che non significa credersi il centro del mondo.
    Chissà, magari mi sbaglio, magari noi blogger di complemento stiamo invece già facendo molto più di quanto non ci sembra. Eppure, io ho provato questa sensazione di essere e voler fare il Peter Pan, e – lo dico con la massima sincerità – la cosa non mi è piaciuta molto. Questa sera Wendy lascerà la stanza di Gianni e Michele, e domani io sarò scomparso.

    10/05/2004

    A’postrofi

    Filed under: — JE6 @ 16:56

    Letta su AdvNews di Buongiorno.it:
    Coca-Cola rinfresca con McCann-Erickson Madrid. La pianificazione e’ a cura di Starcom
    Il nuovo spot e’ on air da mercoledi’ 5 maggio 2004. La direzione creativa e’ di Andre’s Marti’nez e Siro Garci’a, il copy e’ Idoia Sa’nchez. La casa di produzione e’ Tesauro. La regia e’ di Sebastian Grousset. Pianifica Starcom.

    Suppongo che il testo sia stato scritto da qualcuno di Splinder. Oppure (più probabilmente) dal Bravuomo.