Segni
Chissà se è un caso che apri il giorno cercando su YouTube cose che hanno a che fare con il figliol prodigo e lo chiudi guardando un film su un prete, e in questo (nonostante la freddezza di sentimenti che ti lascia) ci trovi, trasfigurati, un buon numero di pezzi di passato e di presente – cosa che succede, pare, a molti altri, il che non sorprende perché è uno di quei film tutti di testa, pieno di silenzi e segni nei quali ognuno mette dentro ciò che vuole, ognuno ci mette dentro del suo, ché i segni son fatti così, impongono la fatica dell’interpretazione – ma cosa vorrà dire – ed ecco il lavoro di testa, come quando arrivi in ufficio e dici buongiorno e non ricevi risposta e lì per lì pensi “beh, a volte succede”, poi succede un’altra volta e poi ancora e allora sai come si dice, tre indizi una prova. Poi ricolleghi tutto, i segni, YouTube e il film – quello che ha un segno per tutti – e ti pare di trovarci un senso. Ti pare.
May 1st, 2011 at 08:50
Dal segno al significato, dal significato al significante. Nel silenzio e nei gesti ci sono spesso più informazioni che nelle parole. Il senso però siamo sempre noi a mettercelo. Che ci paia o meno, non crede?
May 1st, 2011 at 08:51
En passant, buon primo maggio, Sir.