Greetings from Treviso – Sembra venerdì
Una cosa che capita, viaggiando spesso, è quella di mettere insieme le immagini che ti rimangono nella retina come a fare un puzzle. Quasi ogni posto che vai diventa un “sembra”. Treviso, non so perché, mi sembra Norimberga – devono essere i ponti sui canali, i portici che costeggiano l’acqua, non lo so. A Treviso ero stato tanti anni fa, insieme a un collega di Garbagnate che mi portò a fare il giro delle ombre, lo stesso che ho fatto stasera – due euro in un bar, due euro nell’osteria a venti metri di distanza, Prosecco spumante oppure bianco fermo. E’ bella come allora, e stasera c’è quest’aria di vacanza, caldo ma non caldissimo, fresco ma non freddo, il silenzio ovattato che urla nelle orecchie di un milanese in trasferta, l’acqua del Sile che scorre sotto i ponti, due mulini restaurati, le mani in tasca, una ragazza bionda e altissima, con la gonna che finisce due dita sopra il ginocchio, entra in un locale salutando come fa solo chi è di casa, un gruppo di amici fa footing intorno alle mura. Sembra venerdì.