Scambi
Gaspar chiude il suo account su Facebook perchè questo (Facebook, non l’account) apre alla pubblicità: per essere precisi, “Facebook ha cominciato a vendere la sua community alla pubblicità”.
Pur conoscendo bene, avendone discusso anche di persona più volte, la viscerale antipatia di Gaspar per tutto ciò che è marketing e pubblicità (lui dirà che non è così e farà mille distinguo: beh, non credetegli) io credo che il motivo della sua scelta sia essenzialmente un altro: Facebook non gli serve a nulla, o comunque a molto poco. Se avesse una vera utilità, il suo account sarebbe ancora vivo e vegeto seppure accompagnato da un buon numero di lamentazioni: la logica sarebbe quella del “servizio contro rottura di scatole”, equivalente a quella del “servizio contro denaro”. Ma se la situazione è “poca utilità contro rottura di scatole”, allora non ne vale più la pena: no?
Gaspar Torriero
November 8th, 2007 at 12:31
“scarsissima utilità contro infinita rottura di scatole” descrive meglio il mio atteggiamento, e in effetti ho chiuso l’account prima di sapere di queste iniziative. Non che la notizia mi abbia invogliato a ripensarci.
La mia viscerale antipatia: spero tu sarai d’accordo con me che la pubblicità rappresenta un ripiego, una seconda scelta rispetto al contatto diretto che, prima di internet, semplicemente non era possibile per la produzione di massa.
Ma oggi appunto c’è internet, e questo contatto diretto è sempre più possibile. Allora, io credo che fare pubblicità su internet sia un uso stupidissimo del mezzo.
Spero sia un errore di gioventù.
November 8th, 2007 at 12:39
“spesso chi vive internet (incluso me) ne sopravvaluta e di molto la capillarità. In realtà, lui sosteneva, il web illumina e connette gli illuminati, e fa (o può) molto poco per attirare chi non è ancora ‘illuminato’: per questo, dice, devi passare prima per la carta stampata, partire dalle piazze, dai bar, dalle edicole, e solo poi pensare di parlare via web.”
No, non credo che sia un errore di gioventù.
November 8th, 2007 at 13:01
Potrei anche essere d’accordo con Gianluca, ma allora a maggior ragione: se sul web ci sono gli illuminati, perché parlare loro con il linguaggio della carta?
November 8th, 2007 at 13:12
Giusto. Anche a me non serve a nulla.
November 8th, 2007 at 13:16
Che ipocrisia, non dovrebbe più usare Technorati perchè ha la pubblicità così come tanti altri servizi gratuiti. Se gli utenti non pagano, come si sostengono i servizi? Che poi la pubblicità sui social media sia realmente efficace, poi possiamo anche discuterne.
November 8th, 2007 at 13:53
Gaspar, sul web – come Gianluca scrive bene e come chiunque di noi sa – NON ci sono gli illuminati. O meglio: sono solo una sparuta minoranza, così come in qualunque altra esperienza umana. Il web, oggi, nonostante le simpatiche bazzeccole che ci vengono propinate sull’user generated anything è – molto ovviamente – utilizzato in maniera incredibilmente televisiva, incredibilmente “mass”. Tutto lì, poi noi (io, te, quelli che si cercano le informazioni o limano gli aggettivi) possiamo anche credere di essere il centro del mondo. Non è così, ma non è un problema: non facciamo del male a nessuno.
November 8th, 2007 at 13:54
Ecco bravo, Facebook non serve proprio a niente… E anche Linkedin non mi è servito a molto: per il monento lo uso come agenda degli indirizzi in cui i miei interlocutori possono scrivere da soli le informazioni su se stessi: una specie di Highrise 🙂
November 8th, 2007 at 18:36
Aehm, eccomi. Io prima di giudicare sono abituato a provare le cose, e voglio quindi dare loro il beneficio della prova.
A parte profiling, targeting e balle varie vecchio stile, che mi interessano poco peraltro, in FB stanno provando a generare “conversazioni sponsorizzate” in cui gli user potranno girare ai loro contatti esperienze che hanno avuto con le aziende che parteciperanno all’esperimento.
Cmq non sono preoccupato: se questa cosa di Facebook e del cocktail tra ads e social sara’ una marchetta travestita da social, morira’ da sola, se funzionera’ sara’ solo perche’ ci saranno users a cui non dispiace interagire con aziende e prodotti, e che faranno da untori volontari delle loro esperienze.
Comunque rinnovo l’invito a non vedere *noi* come utenti medi standard di quella piattaforma, proprio per nulla: non mi meraviglierebbe vedere teenager che volentieri interagiranno (per esempio) con l’ultimo film hollywoodiano. Certo interagire con la Sprite è l’ultimo stadio umano, ma ci sono situazioni intermedie da studiare, nel mezzo.
ciao
gluca
November 8th, 2007 at 19:07
[mini], sottoscrivo. Tutto. E devo dire che l’interazione con la Sprite mi pare una delle cose più attraenti che FB potrebbe offrirmi, visto l’utilizzo che ne faccio oggi e la crescente sensazione di irrilevanza che mi prende quando mi loggo (oddio, la Sprite magari no: ma la McEwan’s, o la Kwak o – ebbene sì – la Fanta Birch [proprio quella lì a destra, bevuta al World Of Coca Cola di Atlanta], ecco).
November 8th, 2007 at 22:54
ah, dimenticavo: per contestualizzare la mia frase che tu hai citato, si riferiva allo scopo preciso di ‘cambiare l’informazione locale e la politica di massa in una piccola città di provincia”